giovedì 30 gennaio 2020

“Protesta dei pesci di fiume”, a Pedemonte in riva all’Astico il flash-mob contro le centraline



Si è svolto il 25 gennaio a Casotto, Pedemonte (Vi) – ci scrive Irma Lovato Serena – il flash mob promosso da cittadini e da associazioni ambientaliste denominato “Protesta dei pesci di fiume”: l’intento di tale manifestazione, svoltasi in contemporanea in un centinaio di luoghi d’Italia, è quello di informare e sensibilizzare l’opinione pubblica e gli organi preposti sull’utilizzo sconsiderato o poco accorto o per nulla controllato dell’acqua dei fiumi, da parte di chi gestisce centraline idroelettriche.
Negli ultimi anni si è notato nel territorio dell’Alto Vicentino, una capillarità lievemente sospetta sulla proliferazione di progetti idroelettrici; progetti che mettono a rischio i corsi d’acqua naturali, con tutte le conseguenze che ciò comporta, a partire dall’impoverimento della vita del fiume, fino al prosciugamento dello stesso; non casuali quindi gli altri due luoghi scelti per le manifestazioni: Valdagno e Valli del Pasubio.
Ben venga, sottolineano gli organizzatori, l’energia pulita generata da fonti rinnovabili, purché dietro a questa prospettiva ecologica non si nascondano interessi economici che vanno a discapito della collettività.
La nota del Wwf, chiede al ministro dell’Ambiente Sergio Costa lo “Stop ai progetti idroelettrici che mettono a rischio i corsi d’acqua naturali. E’ inaccettabile che le Regioni aggirino la procedura d'infrazione sulla Direttiva acque: dobbiamo evitare un ulteriore danno ai nostri fiumi. Anche quando si tratta di energia idroelettrica”.
E’ sotto i loro occhi, per chi vive sulle sponde dell’Astico, il cambiamento verificatosi dal 2010, anno in cui è entrata in funzione la centralina idroelettrica: oltre alla moria dei pesci, si nota la scarsità d'acqua presente nell’alvo del fiume fino a vederne, in alcuni periodi, la totale secchezza.
Indubbiamente i cambiamenti climatici stanno influendo su ogni forma di vita, ma ciò che appare evidente è che l’uomo non ha ancora compreso l’importanza dell’acqua quale “bene comune” non infinito e quindi da tutelare contro ogni speculazione e spreco.
Visto il silenzio assordante sull’argomento, viene da chiedersi da che parte sta la politica, il cui primo obiettivo dovrebbe essere quello di tutelare i beni comuni per il bene comune.
Ma ora all’orizzonte si vedono solo i cittadini a manifestare, per chiedere controlli intransigenti e ferrei su chi ricava sostanziosi utili, forse senza neanche rispettare il DMV (deflusso minimo vitale).
da Vicenza più
segnalato da Giuseppe Sentelli

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