lunedì 6 gennaio 2020

L'Epifania

Il giorno dell'Epifania, festa di precetto per la Chiesa, non era una festa di particolare rilievo per gli adulti, anche in chiesa non c'erano riti che distinguessero questa ricorrenza dalle altre, ma il racconto del Vangelo di quel giorno, che narra come i Magi offrirono al Bambin Gesù i loro tesori, ha fatto nascere la tradizione della "Festa della Befana", da noi la "Strìa", importantissima per i bambini. 
La sera del 5 i bambini quindi appendevano una cesta o delle calze alle catene del camino e poi andavano a letto prestissimo, non prima di avere messo del fieno fuori dalla porta di casa perché "el musseto dela strìa" lo mangiasse, costringendo così la Befana a fermarsi più a lungo, con la probabilità che lasciasse un maggior numero di doni. Prima di andare a letto poi, ci si preoccupava di terminare tutti i lavori iniziati, perché altrimenti la Stria "incatijàva" (ingarbugliava) tutto. La strega portava innanzitutto "tursi" (i tutoli del mais), legna e altre cose inutili che i genitori mettevano per scherzo a significare che i bambini erano stati anche bricconcelli. Ma portava anche doni veri e propri, frutta, qualche indumento e qualche semplice gioco fatto a mano.
In quegli anni i bimbi non avvertivano tante esigenze e questo li lasciava felici di quel poco che avevano.
Forse, ogni tanto, per andare avanti, bisognerebbe guardare indietro.
Buona Befana, Stria, Epifania, ancora una volta dalla Val Leogra.
 
CIMBERnauti

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