Il giorno dell'Epifania, festa di precetto per la Chiesa, non era una
festa di particolare rilievo per gli adulti, anche in chiesa non c'erano
riti che distinguessero questa ricorrenza dalle altre, ma il racconto del
Vangelo di quel giorno, che narra come i Magi offrirono al Bambin Gesù i
loro tesori, ha fatto nascere la tradizione della "Festa della Befana",
da noi la "Strìa", importantissima per i bambini.
La sera del 5 i
bambini quindi appendevano una cesta o delle calze alle catene del
camino e poi andavano a letto prestissimo, non prima di avere messo del
fieno fuori dalla porta di casa perché "el musseto dela strìa" lo
mangiasse, costringendo così la Befana a fermarsi più a lungo, con la
probabilità che lasciasse un maggior numero di doni. Prima di andare a
letto poi, ci si preoccupava di terminare tutti i lavori iniziati,
perché altrimenti la Stria "incatijàva" (ingarbugliava) tutto. La strega
portava innanzitutto "tursi" (i tutoli del mais), legna e altre cose
inutili che i genitori mettevano per scherzo a significare che i bambini
erano stati anche bricconcelli. Ma portava anche doni veri e propri,
frutta, qualche indumento e qualche semplice gioco fatto a mano.
In
quegli anni i bimbi non avvertivano tante esigenze e questo li lasciava
felici di quel poco che avevano.
Forse, ogni tanto, per andare avanti, bisognerebbe guardare indietro.
Buona Befana, Stria, Epifania, ancora una volta dalla Val Leogra.
Forse, ogni tanto, per andare avanti, bisognerebbe guardare indietro.
Buona Befana, Stria, Epifania, ancora una volta dalla Val Leogra.
CIMBERnauti
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