domenica 19 gennaio 2020

Scatole e addobbi



Ogni anno, quando tiro fuori le scatole degli addobbi di Natale e anche quando le ripongo, guardando una scatola dove c’è scritto (1981 Rita), mi viene in mente un fatto accaduto tanti anni fa, con una promessa che poi venne infranta.
Natale di molto tempo fa: il piccolo Antonio di circa sette anni, aveva ricevuto da Babbo Natale un flober giocattolo ad aria compressa; pensate ai giochi di quegli anni (1960), niente a che vedere con quelli che maneggiano i bambini d’oggi! Sopra il frigorifero della cucina, il piccolo alberello addobbato dalla mamma con palline luccicanti, monete e babbi natale di cioccolato, rallegrava la stanza. Mentre la mamma Rita il giorno di Natale si recò alla Funzione pomeridiana, Antonio rimase in cucina con il papà Umberto che gli propose un gioco: chi riusciva a colpire una pallina con il flober, si sarebbe mangiato un addobbo di cioccolato… figuratevi gli occhi felici del bimbo e l’entusiasmo del papà che amava fare marachelle! Un tiro il bimbo, un tiro il papà… e così via !
Passato il tempo della Funzione, la porta della cucina si aprì e… palline rotte dappertutto, due file di babbi natale sulla credenza, carta argentata per terra, mentre le risate a crepapelle udite all’inizio, si erano fermate…
La visione lasciò sbigottita la donna che, arrabbiata e infuriata, fece un solenne giuramento: da allora in poi, mai più avrebbe fatto l’albero di Natale o abbellito la casa. Il papà ridendo le spiegò di quanto si erano divertiti, ma lei rimase ferma nella sua decisione.
Nel Natale 1981, da pochi mesi sposata con Antonio, la sua mamma Rita mi donò una scatola contenente sei palline colorate, dicendomi che per me aveva infranto un giuramento e mi raccontò tutta la storia. Aveva acquistato in Cooperativa da Orlando quelle palline e le teneva in mano come fossero qualcosa di prezioso: per lei fare quel gesto era stato sicuramente difficile e per questo molto importante.
Anche quest’anno, nel riporre quella confezione a cui, ahimè manca una pallina , ho ripensato e cercato di rivedere la scena e ho sorriso: un papà e un bambino che giocano, una mamma arrabbiata, tanti Natali senza addobbi… Forse sarà per questo che mio marito non tiene particolarmente ad agghindare la casa, ma mi aiuta solo per compiacermi e da tanti anni ha imparato a farlo. Credo proprio che sia normale non essendo abituati fare alcune cose, ma con impegno si può sempre imparare!
Lucia Marangoni (Damari)





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