Mostrano solo fragilità, richieste, punti deboli e spesso, divengono aggressivi, rabbiosi, esigono e pretendono, fanno sceneggiate, ma non compiono mai azioni o gesti per i quali valga la pena mantenerli nella propria esistenza.
Umanamente, sono vuoti a perdere. Non possiamo fare nulla per loro: scelgono da sé di non esprimere il proprio pieno potenziale, di non onorare la divinità che abita in loro; decidono ogni giorno il conflitto, la malattia, la rabbia e l’opposizione: sono abilissimi nel mettere le dita nelle nostre ferite e non hanno alcun rispetto in questo. Per me non sono maestri di nulla, perché non siamo venuti in questo piano d’esistenza solo per soffrire e tediarci.
Infatti, guardano sempre indietro, rimuginano, covano, si crogiolano nell’autocommiserazione e fanno le vittime. Noi dovremmo sempre guardare avanti e andare verso le direzioni che la vita ci mostra. Esigere molto da noi stessi, nel modo e nell’intensità con cui ci diamo agli altri e al contempo, esigere molto anche da chi fa parte del nostro mondo.
Ci amiamo anche nelle scelte che compiamo con le nostre relazioni.
Ci amiamo solo quando coloro che abbiamo accanto portano in noi la pace, la crescita, l’abbondanza, la gentilezza, la cooperazione.
Ci amiamo solo se chi ci circonda vuole il nostro bene come noi il loro.
Chi non è in pace, chi porta solo conflitti, aggressività, problemi, è bene che si allontani ed è nostro diritto allontanarci, per il bene della nostra salute e per la sicurezza del nostro cammino. Possiamo rispettare i nostri limiti, tenerci a distanza da chi ha dinamiche violente o tossiche, dire con amore, ma con fermezza, «no, in questo momento della mia vita non posso proprio avere a che fare con te».
È un diverso, ma più saggio, modo di Amare.
(Gabriele Policardo-web)
Nessun commento:
Posta un commento