Condizioni di lavoro da catena di montaggio, mancanza di
incentivi, specializzazioni insufficienti, cause legali senza senso.
Sono finalmente i Medici dell’Ordine provinciale ad elencare i problemi
della Sanità e lo fanno esponendosi direttamente contro il governatore
Luca Zaia.
E come era prevedibile, la Sanità veneta ne esce a pezzi per colpa
delle intromissioni della politica che detta legge su un argomento di
cui non ha nessuna competenza.
“Supereroi” è la definizione che i medici danno ironicamente ai politici, attribuendo poi a loro “la morte della Sanità veneta”.
La lettera che l’Ordine ha inviato a nome dei suoi iscritti al
governatore del Veneto è un invito a ripristinare i ruoli secondo
competenza, lasciando da parte il colore politico, perché “la prima
esigenza del popolo, che sembra sfuggire ai Supereroi, è quella
della salute, del diritto alle cure e di una sanità pubblica che
funzioni. Un’esigenza che si è trasformata in vera e propria emergenza
che i nostri Supereroi pensano di poter affrontare a colpi di slogan”.
Secondo i medici di Vicenza, la colpa di Zaia e dei suoi uomini è
quella di spostare la Sanità pubblica verso il privato, tagliando posti
letto (che determinano il numero dei medici) per poi lamentarsi della
carenza di medici, costringendoli a protocolli da catena di montaggio
(con tempi e orari scadenziati al minuto), bloccando gli stipendi e
tartassandoli con regole che ritengono assurde e lontane dall’essenza
stessa dell’essere medico.
Il mondo politico insomma, sembra (o finge di) non capire che la carenza dei medici è di sua diretta responsabilità.
E le soluzioni paventate da Zaia e Manuela Lanzarin, assessore
regionale alla Sanità, ai medici vicentini suonano come fantasie da
delirio di onnipotenza, provvedimenti del tutto scollegati dalla realtà e
dal bene dei pazienti e frutto di decisioni fantasiose prese da persone
che di Sanità non ne capiscono un bel niente.
“Pessima o inesistente programmazione, programmazione suicida”,
spiegano i medici nella lettera al governatore, ironizzando
sull’assurdità della proposta di affidare reparti ad infermieri,
richiamare medici in pensione assumendoli a chiamata, ingaggiare
cooperative straniere con personale che non conosce l’italiano e di cui
non si riconosce la provenienza del titolo di studio.
I Medici vicentini sono rimasti sconcertati dalla scelta di Zaia di
usare Facebook e dopo averlo criticato per aver strumentalizzato l’argomento
Sanità per raccogliere consenso pubblico (soprattutto sul fronte
autonomia) hanno deciso di rivolgergli un appello diretto richiamandolo
all’istituzionalità dei reciproci ruoli: “Egregio Governatore Luca Zaia,
avremmo apprezzato che ci avesse interpellato direttamente, attraverso i
Presidenti dei vari Ordini dei Medici provinciali, i nostri
rappresentanti sindacali, i Presidenti delle diverse Associazioni. Se
poi fosse venuto a trovarci negli ospedali e negli ambulatori per
cercare risposte alle sue domande, parlando con medici, infermieri e
studenti, ci saremmo sentiti perfino onorati. Ha preferito invece il
social network Facebook”.
I problemi segnalati dai Medici e quello che i cittadini devono sapere
1300 i medici mancanti in Veneto. Questo numero va
aumentando velocemente in virtù della forbice progressivamente più ampia
tra entrate e uscite nel mondo lavorativo sanitario. Entro pochi anni,
ne mancheranno altri 1000, se non saranno introdotti i correttivi
necessari. Il taglio del personale sanitario (così come dei posti letto)
è stato fortemente voluto sia dalle Regioni (e di questo, il Veneto se
ne è sempre fatto un vanto) sia dallo Stato, come potente manovra di
risparmio. Oggi si è costretti a parlare di questo deficit essendo
fallito anche il tentativo di colmarlo con l’assunzione di medici
stranieri. Il nostro Paese non è in alcun modo appetibile: la
remunerazione è tra le più basse in Europa e godiamo di uno dei tassi
più elevati di cause civili, con i medici quotidianamente vessati
dall’abuso di querele, spesso presentate al solo scopo di sfruttare il
procedimento penale per scopi risarcitori.
Numero chiuso alle Università.
L’ingresso degli
studenti nelle varie Università, compresa quella di Medicina e
Chirurgia, non deve essere necessariamente chiuso o aperto, ma
unicamente commisurato alle reali necessità del Paese, con proiezioni di
media-lunga durata. Non ha alcun senso ridurre gli ingressi quando non
si ha bisogno di medici e aprirli completamente quando invece non vi è
alcuna possibilità di futuro impiego. In questo momento, comunque sia,
il numero di studenti in medicina è teoricamente adeguato.
Aumentare i posti nelle scuole di specializzazione.
Questo
è attualmente il vero imbuto: elevato numero di neolaureati, basso
tasso di specialisti. Problema noto evidenziato da anni, non è mai stato
volutamente affrontato. Vanno indiscutibilmente aumentate, sempre in
maniera commisurata, le borse di studio nelle varie specialità. Che lo
sviluppo dei corsi di specializzazione avvenga in strutture
universitarie o ospedaliere, poco importa. Ciò che realmente conta è che
la formazione sia effettiva e tesa ad una progressiva autonomia
dell’operatore sanitario. Finora la formazione degli specializzandi è
sempre stata invece considerata semplice forza lavoro sostitutiva e a
minor costo, a scapito di una adeguata formazione, da completare poi
quasi sempre con percorsi personali e quasi mai strutturati. Questa
formazione, per essere serena ed efficace, dovrebbe essere garantita da
forme di assicurazione speciali per tutor e discenti ovviamente a carico
della struttura sanitaria.
Inserimento nei Pronto Soccorso di giovani medici non specializzati,
perché diano una mano nella gestione delle urgenze. Assurdo. Chi
vorrebbe arrivare in Pronto Soccorso ed essere accolto da un giovane
medico che ha la responsabilità di decidere se un codice bianco è
davvero un caso di poca rilevanza clinica, escludendo che un problema
potenzialmente serio si celi dietro una finta banalità? L’ambiente delle
urgenze-emergenze è tra i più complessi in assoluto, in cui l’occhio
clinico, solo se favorito dal bagaglio di anni di esperienza sommati a
una formazione medica consolidata, è quello che salva la vita al
paziente. Non è quindi un caso se il maggior numero di concorsi con
assenza di candidati è proprio per assunzioni a tempo indeterminato in
Pronto Soccorso.
Pensionati.
È anacronistico che da una parte con la
quota 100 si spinga i professionisti ad anticipare il pensionamento e
che nel contempo ai medici si chieda subito dopo di rientrare per
colmare le gravi carenze strutturali. Sarebbe più opportuno incentivare i
medici a procrastinare il pensionamento, attraverso possibilità di
avanzamento di carriera attualmente congelate e attraverso percorsi
lavorativi che prevedano una riduzione dei carichi di lavoro clinici (ad
es guardie di 12 ore, notturne e festive) a netto favore di incarichi
di formazione e affiancamento per trasmissione delle varie competenze ai
colleghi più giovani.
Formazione.
Il sistema ideato di aggiornamento è
davvero assurdo e paradossale. Si viene obbligati a garantire ogni anno
un numero adeguato di crediti che certifichino l’aggiornamento, e
contemporaneamente si rende impossibile la partecipazione agli eventi
formativi per carenza di personale. Quanto si vuole andare avanti?
In conclusione
“Caro Governatore – scrivono i Medici a Zaia – nei suoi interventi,
non vi è un solo cenno ad incentivi per i sanitari attualmente in
servizio. Molti medici, formati, esperti, stanno pensando di cambiare
mestiere perché non gratificati e non si parla di una gratificazione
meramente economica, si parla di gratificazione sociale, mediatica,
sgravio da carichi di lavoro non condivisi, o eccessivi. Un medico deve
andare al lavoro sereno, nella consapevolezza che la sua unica missione è
curare l’ammalato.
La Sanità non è un’azienda di bulloni. Ci consideri
come una parte ancora possibile del suo elettorato. Ci aiuti ad ottenere
un rinnovo del contratto, congelato da ormai 10 anni. Ci difenda da
questo mare crescente di cause legali, quasi sempre senza risarcimento.
Ci aiuti a liberarci dal continuo ricorso a cause penali per scopi
risarcitori. Permetta gli avanzamenti di carriera per merito. Ci conceda
il tempo di aggiornarci senza obbligarci a seguire corsi on–line su
argomenti che nulla hanno a che fare con le nostre specialità. Lasci che
esami, diagnosi, terapie, sistemi di prevenzione, vaccini, vengano
guidati da studi scientifici e non imposti sulla base di correnti di
opinione.
Torni a separare le strategie politiche dalla gestione medica
del malato”.
Anna Bianchini-AVOL
Questo i veneti lo hanno capito?
RispondiEliminaGuardando i risultati di domenica sembra proprio di no...
Masochismo puro, caro mio. Catalogato dalla psicanalisi. Sindrome di Stoccolma...
EliminaPer quante ne combinino i nostri Supereroi, i poveretti, maltrattati, calpestati e tristemente traumatizzati, si affezionano in modo morboso ai Malfattori. È storicamente dimostrato che, noi Polentoni, abbiamo innata questa sindrome.
Eliminaparla per ti.
Eliminasei forse permaloso?
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