martedì 14 novembre 2017

Lastebasse e Ponteposta; l'abbraccio a Don Sergio Stefani




Domenica 1 ottobre 2017, nel tripudio solenne della santa messa, il neo-parroco don Sergio Stefani ha preso ufficialmente possesso della curazia di San Prosdocimo e della parrocchia di San Marco in Lastebasse. 
In entrambe le occasioni, dopo le parole di saluto da parte di Marisa in curazia e di Gioconda in parrocchia, in un clima accorato di gioia, è avvenuto l’abbraccio caloroso dei fedeli col novello pastore. 
Le chiese, bardate ad hoc, si erano nel frattempo affollate di fedeli spinti dal desiderio di interpretare il pensiero di colui che ha scelto la guida pastorale di una delle più lontane propaggini della Diocesi di Padova.

Don Stefani, originario di Rotzo, non ha tardato a dare prova di conoscere profondamente la storia e le alternate vicende che hanno reso salda nei secoli la fede delle due comunità, citando, ad esempio, come la curazia di Ponteposta appartenesse un tempo alla parrocchia di Brancafora, nonchè il fatto per cui la stessa porti il titolo di colui che fu il primo vescovo di Padova, San Prosdocimo, il quale agli albori della fede locale presenziò personalmente alla demarcazione dei confini fra le diocesi di Padova, Vicenza e Trento, che da allora erano attivamente presenti tra i monti della vallata. 
Una testimonianza in proposito è data dalla pietra rinvenuta nella zona dei Torrioni di Pedescala, sulla quale, secondo lo storico Esule Sella, i rispettivi prelati statuirono le demarcazioni delle competenze diocesane dell’epoca. 
Per questo che essa viene denominata Tavola dei tre Vescovi
Dalle parole del giovane parroco è scaturita altresì l’importanza che egli attribuisce alla fedeltà adamantina dei montanari, conoscendone a fondo usi e costumi, ed è quindi facile immaginare che, da bravo montanaro, egli preferisca trovarsi tra paesi di montagna piuttosto che fra quelli super affollati della pianura, ancorché ciò fosse tutto da provare. Ma l’omelia, dopo essersi dimostrata un cordiale e sincero grazie per la tributata e speciale accoglienza, non si è conclusa senza un protocollo di fede con riguardo alla vita, la quale è perennemente costellata di cadute da cui è necessario rialzarsi con coraggio e speranza, e nemmeno senza un monito circa i facili pregiudizi che possono sorgere guardando solo al sacco che ci sta davanti pieno di colpe altrui e non anche a quello che portiamo di dietro, carico delle nostre colpe. Inoltre, dopo aver ricordato che in simili circostanze sarà facile riprendersi solo l’aiuto di Colui che si rende continuamente disponibile, all’omelia non è mancato un cenno alle letture della domenica che hanno permesso di condividere i sentimenti fondamentali della circostanza. Ma il dulcis in fundo che ha creato grande gioia nel cuore dei fedeli è stato il momento conclusivo dell’omelia, allorquando don Sergio non è riuscito a trattenere una promessa, quella cioè di voler rimanere in questa terra per lunghi anni, operando con l’aiuto di tutti nella carità e nell’amore verso il prossimo, il bisognoso, il malato. 
Finita la messa in parrocchia, un accorato battimano e un cin cin hanno chiuso la cerimonia d’ingresso del nuovo pastore. 
Domenico Giacon

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