martedì 7 novembre 2017

Il Sacello di Santa Barbara a Giaconi di Lastebasse


Il vecchio Sacello di Santa Barbara a Giaconi di Lastebasse, prima della guerra 1915-’18, si trovava pressochè di fronte l'attuale chiesetta, vale a dire lungo l’attuale stradina lievemente rialzata. 
La sua è una storia di luci e ombre. Venne eretto in onore ad una martire ovunque onorata come protettrice di minatori, vigili del fuoco, marina militare, artificieri e genieri. Barbara, vissuta ai primi secoli d.C., era di una bellezza rara tanto che il padre, per tenerla lontana dallo sguardo degli uomini, l’aveva segregata in una torre di pietra dove la futura martire, studiando appassionatamente filosofi e poeti, capì che il paganesimo era una farsa. 
Convertitasi dunque al Cristianesimo, fece aprire nella torre una terza finestra in onore alla ss. Trinità ed immergendosi per ben tre volte nella piscina accanto, si battezzò. 
Venuto a conoscenza del fatto, il padre, di religione pagana, la volle uccidere, ma lei riuscì miracolosamente a fuggire. 
Catturata, venne seviziata e subì il martirio, mentre il padre moriva incendiato da un fulmine. Per questo le varie icone la ritraggono con la torre al piede e la palma in mano. 
Ma, venendo alla storia di quel Sacello, presso il quale i capifamiglia rientrati dalle miniere la festeggiavano nei mesi invernali con le loro famiglie, dopo varie ricerche si poté appurare che, al di là di qualche frammentaria descrizione, utile appena a dettarne le forme, pare purtroppo che nessuno sia mai riuscito a tracciarne la vera storia, ancorché il luogo rappresentasse un polo di eccezione per la borgata che a quei tempi contava 162 persone. Questo perché le uniche notizie in grado di dare un’idea sommaria, sono a tutt’oggi soltanto quelle pervenute verbalmente di padre in figlio e che hanno comunque permesso di stilare le forme del Sacello eretto verso il 1750 in onore alla martire. La base era di cm 180 x 150 e l’altezza cm 260. I muri erano intonacati con spigoli in pietra viva e il manto del tetto in legno era di rara natura. 
All’interno, un altarino a muro recava l’immagine della santa. Il pavimento era di lastroni in pietra levigata, mentre l’accesso avveniva dal selciato (a San Pietro l’avrebbero chiamato “salìso”) che portava al paese. L’unica finestra guardava l’osteria che si trovava a pochi passi e quindi l’abitato di cui tante case esistono ancor oggi. 
Il racconto non ha nessuna pretesa di esaurire la storia dell’antico Sacello di Santa Barbara, bensì quella di avere riunito le anòdine e frammentarie notizie che sono giunte fino a noi, attraverso il secolo segnato nientemeno che da due terribili guerre. 
Domenico Giacon 

3 commenti:

  1. Ben fatto Domenico! Finalmente il discorso si allunga su per la valle. Speriamo che la goccia d'olio si allarghi ancora.

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  2. Quante volte siamo tutti passati di là. Ora quando ripasseremo, l'attenzione sarà diversa. Anche questa è storia della nostra valle. Complimenti al signor Domenico che se non sbaglio è il geometra vero?

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  3. Presto festa di Santa Barbara a Valpegara...Cos'è previsto ?

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