Non penso serva essere un luminare per capire come i talk
show nazionali organizzino i loro palinsesti quasi all’unisono con
tematiche che vengono affrontate praticamente in parallelo da tutti usufruendo anche dello stesso parco ospiti nauseante
che gira di trasmissione in trasmissione al pari di una caraffa di vino
scadente tra i tavoli di qualche bettola di periferia. Abbiamo avuto in
questo modo negli ultimi trimestri una programmazione televisiva su
scala nazionale che si è concentrata sui rom, sui clandestini, sul patto
del Nazareno, sulla eliminazione (fittizia) delle province, sulle
occupazioni abusive di case a edilizia popolare, sul
bail-in, sui recenti scandali bancari, sulle unioni civili e infine
sulla importantissima e vitale questione per l’intera nazione (senza la
quale la nostra economia non potrebbe sostenersi) della stepchild
adoption. Ora se vi fermate a pensare è arrivato il turno in termini
tematici dei pensionati italiani che si trasferiscono all’estero
e fanno canalizzare il proprio vitalizio nel paese prescelto in quanto
vivere in Italia non consente una vita decorosa a causa del costi
quotidiani e della oppressione fiscale. Sta andando per la maggiore nei
vari servizi dedicati a questo argomento prendere di mira il Portogallo o le isole Canarie,
considerate le due location più gettonate dai nostri pensionati, i
quali dopo averci pensato parecchio prendono e se ne vanno per sempre,
alla ricerca speranzosa di quella che dovrebbe essere il sereno tramonto
della propria esistenza. Questo fenomeno non è recente, si sta intensificando da anni,
soprattutto a partire dal 2011 quando la fiscalità diffusa italiana ha
conosciuto prima le grandi gesta di Monti seguite dai fasti ridondanti
di Letta e Renzi. Oggettivamente sono veramente un numero tanto copioso
quanto preoccupante i pensionati che se ne sono andati, tuttavia
avrebbero potuto essere molti di più se non avessimo potuto contare sul penoso e morente mercato immobiliare italiano che ha fatto desistere tutti gli altri.
Già perchè milioni di italiani vorrebbero andarsene da tempo, tuttavia non possono farlo a causa di una sconsiderata esposizione del loro patrimonio
nei confronti del nostro mercato immobiliare. Nell’incapacità di
smobilizzare i propri asset immobiliari causa stagnazione e declino
oggettivo dell’appeal di questa tipologia di investimento, si è obbligati a rimanere in Italia
nella speranza che arrivi un messia salvatore che faccia risorgere il
valore di queste proprietà farlocco. Quelli più lungimiranti invece non
si permettono il lusso di abbandonare i propri immobili sapendo i rischi
che si corrono nel momento in cui inizia a circolare la voce che il proprietario non abita o presidia più l’immobile
visto che si è trasferito all’estero. La sorpresa infatti al ritorno è
quella di trovarsi l’immobile occupato abusivamente e sappiamo che cosa
questo significhi e che oneri successivi produca. Italiani che pensano
oggi di essere ancora benestanti per il solo fatto di avere patrimonio
immobiliare nel loro paese ce ne sono a decine di milioni. Purtroppo per loro non hanno minimamente idea che cosa li aspetta. In precedenza ho parlato di scenario alla Detroit,
richiamando per analogia il declino che ha avuto la storica capitale
dell’industria automobilistica americana. Recentemente abbiamo avuto un timido segnale di inversione
di tendenza riguardo al mercato immobiliare relativamente alla chiusura
a consuntivo del quarto trimestre 2015 che ha evidenziato una modesta
crescita del numero delle compravendite (abitazioni residenziali) sul
2014, favorita da una maggior facilità di accesso ai mutui
grazie tanto alla stabilizzazione contrattuale conseguente l’entrata in
vigore del Jobs Act quanto al pressing della BCE per favorire le
operazioni di lending al mercato retail (soprattutto acquisti prima
casa).
Il prezzo al metro quadrato in misura generica invece non ha beneficiato di tale fenomeno, anzi. In talune aree del paese si è ulteriormente contratto. Non serve assere economisti o esperti del settore per comprendere quello che sta accadendo e che cosa accadrà nel prossimo futuro.
Una consistente porzione delle persone che richiedono la mia assistenza
e consulenza finanziaria sono tutti accomunati da un assetto
patrimoniale in cui l’immobile risulta avere un peso strategico
superiore anche al 75%. I valori di tali proprietà inoltre vengono
ancora ad oggi quantificati ad un presumibile valore di realizzo
che si distanzia anni luce dalla prima offerta concreta ”over the
counter”. Sostanzialmente si crede di avere un appartamento che vale
cento, quando invece magari il primo prezzo a cui si trova un acquirente credibile con capacità di funding
è anche settanta o sessanta. Al momento attuale lo scenario è di
continuo sconforto e continuo deterioramento proprio come a Detroit, a
meno che non arrivi un nuovo governo capace di creare nuovamente
interesse per questa tipologia di asset, andando a defiscalizzare e
tutelare la proprietà da ogni punto di vista. Tuttavia gli ultimi tre governi hanno fatto esattamente l’opposto, senza dimenticare come quello attuale si sta preparando per dare il colpo di grazia. Mi riferisco alla nuova tassazione delle successioni e donazioni
che abbasseranno abbondantemente i livelli di franchigia in linea retta
(si parla di euro 500.000 o anche meno contro gli attuali euro
1.000.000) oltre al raddoppio (minimo) delle aliquote oggi applicate.
Significa che ci saranno italiani in teoria benestanti sulla carta
grazie al patrimonio immobiliare in capo ai genitori, i quali non saranno in grado di subentrare nell’asse ereditario
per incapacità di liquidare le relative imposte a carico dell’asse
ereditario post nuova riforma del Governo Renzi. Oppure si dovranno
indebitare per sostenere tali oneri fiscali. Il tutto comunque per avere
il titolo di proprietà di asset che non avranno mercato o che si
trasformeranno nel tempo in limoni (nota teoria
economica battezzata The Markets of Lemons ideata da George Akerlof). A
riguardo vi è un intero capitolo dedicato all’argomento sul pamphlet Eurocracy. Non vi sono soluzioni facilmente praticabili ed accessibili, nel
rispetto della legalità, per evitare questa nuova imposizione. Qualcuno
potrebbe pianificare la successione mediante un trust familiare,
sempre che vi siano le condizioni ed esigenze per istituirlo e non solo
finalità elusive. Il mio consiglio è quello di liberarsi di quello che è
in cancrena o che lo diventerà presto nei prossimi anni, capitalizzando
se serve anche minusvalenze consistenti. Non prima però di aver effettuato un check-up preventivo con l’Agenzia delle Entrate
sul prezzo convenuto con l’acquirente, visto che quest’ultima potrebbe
successivamente contestarvi per presunzione oggettiva come non congruo
il prezzo di vendita, abbondantemente (secondo loro) sotto i valori di
presumibile realizzo e pertanto imputando al venditore la sottrazione a
quota imponibile della differenza tra le due poste oggetto di
contestazione. Capite ora perchè sempre più italiani si avvalgono del
dispositivo dell’articolo 827 del Codice Civile ossia
la rinuncia alla proprietà ed ai diritti reali di godimento trasferendo
il tutto allo Stato e facendo tabula rasa con quello che pensavano un
tempo rappresentasse una forma di ricchezza.
Questo sedicente esperto pare non sapere che il valore della transazione, per non essere contestato dalla agenzia delle entrate, deve essere allineato al valore catastale. Andare in agenzia a chiedere, quella sarebbe la risposta che si ottiene. Ma basta andare dal notaio, lo sa bene anche lui.
RispondiEliminaChe gli immobili stiano diventando un peso, è altrettanto sul naso di tutti....
Çaro il mio an.12.36 questo,per te, sedicente esperto negli ultimi anni le ha indovinate proprio tutte anche la storiaccia della banca popolare di Vicenza e con notevole anticipo, analizzando i bilanci della stessa e pubblicando le proprie acute analisi sul suo blog.
RispondiEliminaCio' ha consentito ai suoi lettori piu' accorti di prendere le opportune misure e di uscire in anticipo dall'azionariato della banca popolare di Vicenza senza subire alcuna perdita, cosi' anche l'anonimo che qui posta.
Bene fa il blog Bronsescoverte a pubblicare con regolarita' gli articoli di questo esperto di economia che, ripeto, negli ultimi tempi e ha sbagliate poche.