martedì 29 marzo 2016

L'Avéz del Prinzep




Dopo il Cedro dell'Himalaya di Piovene, gran bell'albero, ma un po' foresto, risaliamo la Valle dell'Astico e poi quella del Rio Torto,  per trovare un'altra pianta di ancor più maestose dimensioni e antico radicamento, ma ben più autoctono: L'Avéz del Prizep, che si trova a Monterovere, nei pressi del biotopo di Malga Laghetto. 

Si tratta di un autentico monumento naturale e dicono sia l'Abete Bianco (Abies alba) più alto d'Europa, in stretta concorrenza con l'Aveδòn della Val Noana, sempre in Trentino. È alto oltre 50 m, ha un diametro di 1,50 m, una circonferenza di 4 m e un'età stimata attorno ai 230 anni. 
Nel nostro dialetto è chiamato  Avesso; Avéz per i Lavaroni, ma una volta era per tutti la Tanna.  
Avez del PrinzepPare che Il nome Avéz del Prìnzep (abete del principe) origini da una tradizione popolare locale secondo cui l'albero apparteneva un tempo ad un maggiorente di Luserna, soprannominato Prìnzipe

Di questa storia aspettiamo maggiori e più fulgidi lumi dal nostro luserno amico Andrea, che un po' l'avrà vista anche crescere, questa Tanna, che come lui è un testimone in piedi d'un prezioso e antico retaggio. Dicono che la tanna sviluppi in gioventù una radice a fittone, che penetra profonda nella sua terra, fissandola, e che produca solo in un secondo momento un apparato radicale più esteso e superficiale. Un po' com'è avvenuto per la nostra generazione. 
Di maestosi abeti bianchi, prima delle devastazione della Grande Guerra,  erano ricchi anche i nostri boschi, spesso associati al faggio (Fagàro) con il quale condivide le esigenze climatiche e pedologiche, ma anche al larice. Non era certo dai nodosi fusti degli abeti rossi (Pesso) che ora hanno pressoché completamente colonizzato gli altopiani, che la Serenissima ricavava un tempo le poderose antenne delle sue navi.  Ho un lontano riporto di mio Padre, che tramandava la memoria di suo nonno che ricordava con nostalgia di quegli alti tronchi, grigi e dritti, della sua giovinezza, che ".. no bastava tri cristiani a torghe volta".
L'abete bianco è il tipico albero di Natale, grazie al suo bel portamento giovanile, che è piramidale con rami cascanti e aghi bicolori; l'abete rosso ha invece le propaggini protese verso l'alto, venendo spesso usati allo stesso scopo i cimali di piante adulte.
Dopo la guerra, in diverse riprese, l'Amministrane Forestale provvide al rimboschimento degli Altopiani con il più redditizio abete rosso (Picea abies), proveniente principalmente dai vivai della Valle di Fiemme. Questa forzata antropizzazione dei boschi, privilegiando reddito e velocità d'accrescimento all'originaria composizione della selva, uniformò e ridusse notevolmente la biodiversità del nostro patrimonio boschivo, creando anche le premesse a diffuse morìe e incursioni parassitarie.
Esempi di rimboschimento condotti negli anni settanta dello scorso secolo sui terrazzamenti abbandonati della Valle, testimoniano anch'essi la natura approssimativa di questi interventi e la scarsa lungimiranza di una tal gestione del territorio. Chissà cos'avrebbero pensato i nostri vecchi boscaioli a vedere tradita la loro tradizionale sapienza, che con tanta pazienza cercarono di trasmettere ai posteri.  
Gianni Spagnolo
XV-III-MMXVI

3 commenti:

  1. Restando in tema, se qualcuno quest'estate volesse farsi una bellissima gita, gli consiglierei di recarsi in val d'ultimo. Una valle che si trova prima di Merano. Nell'ultimo paese, San Gertrude, si possono visitare i tre larici più vecchi d'europa. con una circonferenza superiore ai otto metri e un'età superiore ai duemila anni, un spettacolo della natura circondato da un posto, e da un paesino, meraviglioso. Io ci torno spesso per le mie camminate, e con tristezza ho notato che due credo siano morti, ma fermi e gicanteschi nel loro ruolo.

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  2. Est in hac valle tenebrarun, gratias Don.

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