mercoledì 16 marzo 2016

Non siamo mica nel Medioevo!




“Non siamo mica nel Medioevo!”.

Quante volte abbiamo sentito questa frase quando qualcuno vuole indicare oscurantismo e arretratezza?
Ritorniamo un po’ a quello che ci hanno insegnato a scuola: l’Impero romano fu grandezza, ricchezza e splendore, poi improvvisamente, al suo crollo nel  476 d.C.,  iniziò quel periodo oscuro, di decadenza e d’imbarbarimento dei costumi chiamato “Medioevo” che durò circa mille anni  fino al Rinascimento. Solo con quest’ultimo periodo si ebbe poi finalmente una rifioritura improvvisa delle arti e dei mestieri e di tutto ciò su cui si fonda il nostro concetto di modernità.
Ma davvero i secoli che vanno dalla caduta dell’Impero al Cinquecento sono soltanto secoli bui?  
Il grande storico medievalista, Jacques Le Goff, recentemente  scomparso, diede una definizione famosa di quest’epoca che è molto di più di un’epoca di passaggio: Il Medioevo è sinonimo di progresso. Perché non c’è raccolta senza semina, non c’è sviluppo senza gradualità.
Esso fu in realtà un’epoca di luci ed ombre, in cui in certi settori la civiltà europea fece indubbiamente dei clamorosi passi indietro,  ma fu anche quando sotto altri punti di vista il nostro continente pose le basi imprescindibili del suo sviluppo successivo. Non ci sarebbe stato il Rinascimento se prima non ci fosse stato l’Umanesimo e prima ancora l’opera dei monaci amanuensi;  non ci sarebbe l’architettura attuale se prima non si fosse passati attraverso il Romanico e il Gotico; non sarebbero sorti gli stati moderni se l’Impero e il Papato non si fossero scontrati con le varie istanze locali.
I Medioevo è stato ingegnoso, per certi versi rivoluzionario; senz’altro è stato un’epoca che ha fondato il nostro modo di pensare moderno. In questi secoli nascono le università, gli ospedali, la città in senso nuovo e il turismo, la lotta di classe, le banche e le strutture amministrative.
Luci e ombre furono anche dal punto di vista scientifico e tecnologico: molte delle conoscenze che appartenevano agli antichi romani andarono perse per secoli, ma nel contempo si
misero in cantiere scoperte e innovazioni che cambiarono, lentamente ma inesorabilmente, il modo di vivere della gente e che in certi casi ci influenzano ancora oggi. Pensiamo all’invenzione dell’aratro pesante, del  collare a spalla, zoccolo ferrato e staffa per i cavalli, dell’orologio meccanico, del telaio a pedale, degli occhiali, della stampa a caratteri mobili e della ruota idraulica, tanto per fare alcuni esempi.

Natura non facit saltus, sosteneva Linneo.«La natura non fa salti» e nemmeno la storia li fa.  
Una cosa curiosa che è associata alle presunte tenebre medievali, è la cosiddetta: "caccia alle streghe"
Ebbene, questo fenomeno non va affatto ascritto al Medioevo ma bensì in toto al Rinascimento, dal momento che si sviluppò a partire dalla fine del XV° secolo e perdurò fino all’inizio del XVIII°; ma questa è un’altra storia e ne abbiamo già scritto.


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