venerdì 4 marzo 2016

La Santa Inquisizione


Di quale inquisizione stiamo, vogliamo intanto parlare?

In effetti c'è un equivoco di fondo in quasi tutti quelli che parlano di caccia alle streghe e inquisizione ovvero ma di chi stiamo parlando?  Il primo errore comune è confondere la giustizia civile e quella religiosa a cui appartiene l'inquisizione.  Non sono affatto la stessa cosa.  Altro errore è confondere l'inquisizione con i tribunali protestanti, non solo non sono la stessa cosa, anche se ognuno avrebbe mandato volentieri al rogo l'altro .  Altro errore è confondere la cosiddetta giustizia popolare (alias linciaggio) dopo sommario processo, con la giustizia civile; anche se in effetti non sempre la differenza era così evidente, ma almeno formalmente non sono la stessa cosa.

Non di rado in passato, una famiglia che subiva un lutto o un grave danno ritenendolo causa di un maleficio, provvedeva a farsi giustizia da sola senza passare  per tribunali, civili o religiosi che fossero.

Anche l'inquisizione presenta  alcune differenze di cui tener conto.
L'inquisizione spagnola dipendeva nei fatti dal re e non dal papa.  Il re Ferdinando II d'Aragona ottenne da papa Sisto IV (nel 1478)  il diritto di scegliere lui stesso gli inquisitori (tra gli esponenti del clero) il celebre Torquemada era uno di questi .   Lo scopo ovviamente era quello di usare l'inquisizione per colpire l'opposizione interna e scacciare, incamerando i loro beni, gli arabi e gli ebrei, anche quelli convertiti.
Si crea quindi una differenza notevole tra l'inquisizione dipendente dal papa che operava in sintonia con le comunità locali e quella dipendente dal re di Spagna che invece operava sotto l'egida del re che amministrava i processi, pagava le spese e soprattutto incamerava i beni dei condannati.  Papa Paolo III concede lo stesso privilegio al re del Portogallo Giovanni III (1536).
Abbiamo quindi  una inquisizione unica e dipendente dal papa per un certo periodo di tempo che con la crescita del potere geopolitico di Spagna e Portogallo si spezza in tre tronconi di fatto indipendenti. Una inquisizione valida nei territori sotto la Spagna, una per i territori sotto il Portogallo, (praticamente insieme fanno  mezzo mondo considerando le colonie) e una per i restanti paesi cattolici.

Ma gli imputati, presunti eretici, streghe, originali e oppositori vari: confessavano sotto tortura?

Mica solo loro, la tortura era applicata massicciamente sia dai tribunali civili che da quelli religiosi e persino i testimoni potevano essere torturati qualora il giudice li avesse considerati  reticenti o semplicemente per poter avere la certezza che non mentissero.  Al contrario le autorità ecclesiastiche si posero il problema della tortura e  Innocenzo III nel 1215 vietò la consuetudine di rendere più efficace la tortura quale strumento della volontà divina grazie alla benedizione, per chi conosce il valore dei simboli nel medioevo si tratta di una presa di posizione fortissima. Purtroppo  papa Innocenzo IV nel 1252 con la bolla ad extirpanda la autorizza di nuovo nei processi agli eretici, anche in questo caso l'inquisizione si diede dei limiti sconosciuti alla giustizia civile: non si potevano spezzare arti nè si doveva spargere sangue e  qualsiasi confessione sotto supplizio non aveva valore e quindi il notaio presente non poteva neppure verbalizzarla.   Ogni confessione doveva essere confermata in assenza di tortura per essere considerata valida, cosa che davanti ad un giudice corretto rappresentava una importante garanzia ma davanti a giudici molto "infervorati"  non bastava come dimostra il caso del borgomastro di Bamberga, Johannes Junius accusato di stregoneria , probabilmente una accusa politica, che dopo una settimana dai supplizi scelse di confessare pur di evitare nuove sessioni.

Per quanto riguarda una presa di posizione generalizzata  contro la tortura bisogna attendere l'opera di Cesare Beccaria (1764) e ancora oggi si sospetta che i gruppi che si occupano di spionaggio e controspionaggio la usino e si sospetta che persino gli USA a Guantanamo la abbiano praticata. Insomma ci sono stati dei notevoli progressi ma il problema non è stato cancellato ancora del tutto neppure oggi.     In Italia, Filippo Pappalardo (il padre dei fratellini di Gravina), ha ricevuto un indennizzo di 65 mila euro per 1 anno e 5 mesi di ingiusta detenzione preventiva. Dopo quattro mesi di carcerazione preventiva Gabriele Cagliari, indagato nel corso dell'indagine mani pulite, si suicida e accusa i giudici di averlo incarcerato solo per estorcergli una confessione.

In molti immaginano la tortura di una strega come una specie di orgia sadomaso; è una idea che ha avuto molto successo sull’onda dell'opera del marchese De Sade (1740-1814), tra l'altro processato per satanismo a causa di quanto scritto.  Il processo ad opera degli inquisitori è la prima forma di processo moderno, (prima si usavano improbabili metodi tipo il giudizio di Dio), tutto viene documentato e verbalizzato. Non fa eccezione l'interrogatorio dove è presente anche il notaio che verbalizza.  Difficile pensare che degli inquisitori, ritenuti uomini integerrimi, si sputtanassero in questo modo davanti a persone che avrebbero sicuramente potuto chiacchierare troppo.
Il mezzo di tortura usato dall'inquisizione romana  era il tratto di corda che fa veramente molto male ma non ha niente di paragonabile alle ambientazioni descritte da De Sade.

Tra l'altro dobbiamo pensare che  nell'immaginario collettivo la strega è una anziana, spesso vedova, quindi con scarso sex appeal.  Scriveva nel 1518 Giuseppe da Orzinuovi, funzionario veneto di Terraferma:

"alcune femene  gozute che altri che il demonio non le lavoraria, per farsi ben ficar"

Immagino non occorra conoscere il veneto per capire il senso del messaggio, in pratica sosteneva che l'unico motivo per cui queste donne, per niente piacenti, andassero al sabba era per rimediare un rapporto sessuale con il diavolo ovvero  l'unico disposto ad accontentarle.

C'è una tendenza a proiettare nel medioevo molte fantasie sessuali di epoche successive e le torture sadomaso alla De Sade durante gli interrogatori molto probabilmente rientrano nelle bufale tipo la cintura di castità, (gioco erotico dell'ottocento che i medioevali non conoscevano affatto), o lo ius primae noctis che da tassa in denaro per dare il consenso alle nozze con uno straniero si è trasformata nell'immaginario collettivo nel diritto a passare la prima notte di nozze con la sposa).


Bisogna infine ricordare che all'epoca gli inquisitori avevano un approccio verso la tortura molto diverso da quello che abbiamo noi oggi. Mentre i regimi totalitari usano la tortura per creare il terrore presso i sudditi mostrando quanto potesse essere pericoloso opporsi, gli inquisitori al contrario credevano realmente di salvare l'anima del soggetto accusato perché gli permettevano di rendere pubblico il patto con il diavolo e quindi di pentirsi guadagnando così la vita eterna. Si tratta di un approccio assurdo ai nostri occhi ma se vogliamo capire gli eventi storici dobbiamo guardarli con gli occhi di chi li viveva.  

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