La caccia alle
streghe è un fenomeno storico che viene registrato solo a partire dalla fine
del Medioevo e anzi si concentra soprattutto tra ‘600 e ‘700. Inoltre esso fu
una manifestazione più legata alle istituzioni laiche (governi, tribunali, ecc.)
che religiose e venne assai praticata anche nei paesi protestanti e del nord
Europa, considerati nell’immaginario collettivo attuale maestri di civiltà e
pragmatismo.
La vulgata corrente rappresenta però questo fenomeno
legato all’oscurantismo religioso, particolarmente cattolico, con numeri di vittime da capogiro.
Effettivamente i processi per stregoneria furono circa 3
milioni, ma solo circa 40 mila dei quali si conclusero con una condanna: in
pratica neppure il 2% del totale. Ciò è prova evidente di giudici più motivati
ad assolvere che a condannare e questo è un dato che abbatte lo stereotipo
degli inquisitori come accaniti cacciatori di streghe.
In realtà essi venivano di norma chiamati dalla
popolazione e dalle autorità civili a giudicare gli accusati.
Gli inquisitori furono peraltro degli implacabili
ricercatori di eretici, questo sì, dato che proprio questa è sempre stata la loro specifica missione.
Tanto per fare un paragone illuminante, visto che
parliamo proprio del Secolo dei Lumi: nel corso dell’anno 1793, durante il
periodo del Terrore, solo in Francia furono mandate al patibolo circa 40 mila
persone; un numero pari a quante ne furono giustiziate in tutta Europa durante
i tre secoli della caccia alle streghe.
Cerchiamo dunque di distinguere lo stereotipo pregiudiziale dalla
verità storica.
Portiamo intanto qualche esempio: durante la piccola era
glaciale, all’incirca tra il XV° e XVIII° secolo, l'avanzata inarrestabile dei ghiacciai mise in
crisi le popolazioni alpine che cercarono di fermarne l'avanzata con
processioni e preghiere. Nella valle di Rofen in Austria, visti gli scarsi
risultati delle invocazioni al Cielo, si arrivò alla conclusione che la causa
di tutto fosse un povero sventurato senza fissa dimora che venne messo al rogo
dopo un sommario processo per stregoneria.
In questo caso la vittima è un uomo che viveva ai margini della società,
le autorità religiose non c'entrano e anzi il rogo è la conseguenza della
incapacità della chiesa di fermare i ghiacciai, cosa che le fece perdere
credito presso il popolo.
La fattucchiera Catherine Deshayes (al rogo nel 1680) officiava messe nere, (è la prima prova attendibile della celebrazione di messe nere), con rituali a base di sangue e ostie consacrate sul corpo nudo della marchesa di Montespan allo scopo di realizzare filtri magici e pozioni abortive. Va detto che la marchesa fu graziata dal re e questo mostra che avere dei santi in paradiso aiutava anche le streghe.
Ovviamente oggi nessuno verrebbe condannato per il reato
di stregoneria (salvo nei paesi in cui vige la Sa’haria), tuttavia, se si è complice
di omicidi o si producono intrugli abortivi, qualche problema legale lo si
avrebbe pure ai giorni nostri. A
portarci fuori strada è la nostra incapacità di comprendere la mentalità del
tempo che vedeva gli esseri umani come strumenti di entità superiori, sia del
bene che del male. Il merito delle opere buone compiute da un Santo non era di
quella persona ma di Dio, come per poter operare il male bisognava richiedere
l'aiuto del diavolo. In pratica il reato era la prova del patto con il demonio
che diveniva il vero crimine. Sotto
certi aspetti era anche un modo per salvare la faccia: pensiamo ad una persona
truffata: accusare qualcuno di averlo
"fregato" costringeva ad ammettere di essere stato ingenuo, accusare
qualcuno di stregoneria perché per truffarti aveva chiesto l'aiuto del diavolo,
permetteva di evitare questo fastidioso effetto collaterale in quanto il
maligno trascende le capacità umane.
Tornando ai giorni nostri, è interessante soffermarci sul
processo a Wanna Marchi, accusata di aver venduto numeri vincenti per il lotto,
talismani, amuleti e kit contro le influenze maligne. In pratica in un processo
di cinquecento anni fa si sarebbe presentata con l'accusa di essere una strega
fattucchiera davanti a giudici pienamente convinti dell'efficacia dei suoi
intrugli e sarebbe stata condannata per stregoneria. Invece la
"fattucchiera" Wanna Marchi si è trovata davanti ad una corte che non
credeva affatto all'efficacia dei suoi intrugli ma la ha condannata ugualmente
per truffa aggravata. Anticamente tutti
infatti, dal dottore al servo della gleba, dal mercante al mendicante,
credevano nell'esistenza della stregoneria. Le conoscenze scientifiche
dell'epoca erano assai rudimentali e l'esistenza di forze maligne che agivano
tramite gli esseri umani a loro fedeli permetteva di spiegare fenomeni
altrimenti inspiegabili, quali ad esempio gli improvvisi e distruttivi
temporali, (ritenuti causati dai tempestiari) o le epidemie, (ritenute causate
dagli untori), che inaspettatamente
falcidiavano la popolazione.
Meraviglia molto di più che al giorno d’oggi ci sia gente
che crede nella magia nera e che spenda cifre consistenti per chiaroveggenze,
oroscopi, fatture ai rivali o filtri d'amore.
Il già citato processo alla famosa imbonitrice televisiva dei giorni
nostri ha mostrato persone che avevano perso tutti i loro averi, pur di farsi
togliere il malocchio. Stiamo parlando del 2000 d.C. non del medioevo,
figuriamoci che cosa avrebbe potuto fare la stessa persona nel 1550 d.C
La Chiesa , contrariamente a quanto si pensa, non ha sempre
perseguitato la stregoneria. Fino all'editto di Rotari (634 d.C) era vietato
accusare qualcuno di stregoneria. In seguito e fino al 1430 circa, la stregoneria è stata considerata una
superstizione da evitare ma non da perseguire.
Particolarmente interessante è il caso dei tempestiari,
una particolare categoria di stregoni, ritenuti in grado di scatenare tempeste
per rovinare i raccolti dei contadini, i quali, per evitare di andare in rovina
pagavano il "pizzo". Non è
improbabile che qualche soggetto con delle rudimentali conoscenze empiriche di
metereologia andasse in giro a millantare i suoi "poteri" dando nuovo
credito a questa leggenda la cui esistenza
risaliva addirittura nelle
credenze del mondo pagano. Sant'Agobardo
di Lione nel IX secolo fu chiamato a
giudicare 4 tempestiari (3 uomini e una donna, tutti senza fissa dimora) che la popolazione voleva
lapidare. Non solo li fece liberare, ma
scrisse addirittura un' opera polemica verso questa superstizione.
Le cose cominciarono a cambiare già nel 1300, ma solo dopo
il 1430 iniziarono le condanne vere e proprie per stregoneria, in pieno Rinascimento dunque e non nell'alto
medioevo come comunemente ritenuto. È appunto
tra il 1500 e il 1600 che la caccia alle streghe raggiunse il suo apice.
Una data importante è il 1487 quando fu pubblicato il Malleus Maleficarum: un tentativo di
fornire delle descrizioni oggettive di
una pratica, qual’era la stregoneria, dai confini assai labili.
Anche in questo caso un atteggiamento sostanzialmente
molto tollerante della maggioranza dei giudici può benissimo nascondere al suo
interno qualche elemento fortemente ideologizzato che sacrifica il dovuto
equilibrio, dote essenziale di ogni giudice, alla realizzazione di una missione
ritenuta superiore. Anche oggi giudici simili potrebbero esistere e sarebbero
una disgrazia per chi ci capita sotto e per la giustizia in generale. In assoluto però i dati sulle assoluzioni ci
mostrano senza possibilità di errore che nell'insieme gli inquisitori chiamati a giudicare i reati di stregoneria
cercarono di essere equilibrati altrimenti avremmo avuto il 98% di condanne a
morte e non il 2%
La conclusione del fenomeno in esame cominciò all'inizio
del '700 quando sempre più paesi smisero di considerare la stregoneria un
reato, (anche grazie ai progressi della psichiatria, che permise di guardare
con occhio diverso alla malattia mentale e la fece uscire dal cono d'ombra
della possessione diabolica), fino alle ultime condanne a morte in Baviera nel 1756 o in Svizzera nel
1782, a nord delleAlpi, dunque, e non nelle segrete vaticane.
Altro esempio, che riprendiamo da Wikipedia, è il famoso: “Processo alle streghe di Salem,
che si svolse nel 1692 nel villaggio di Salem (contea di Essex, Massachusetts,
New England) e fu l'ultimo del suo genere nelle colonie inglesi del Nordamerica.
In precedenza, 13 persone erano già state giustiziate nel New England per lo
stesso reato, nel corso di una caccia alle streghe durata dal 1647 al 1688.
Tuttavia la nuova caccia alle streghe a Salem e il processo del 1692
inaugurarono la maggiore serie di accuse, incriminazioni, processi ed
esecuzioni capitali mai inflitte nelle colonie inglesi nordamericane per il
reato di stregoneria.
Al termine del processo furono giustiziate 19 persone; 55
fra uomini e donne furono torturati per aver reso falsa testimonianza; 150
sospettati furono imprigionati e altre 200 persone furono accusate di
stregoneria.
Le incriminazioni per stregoneria dilagarono in pochi
mesi nelle città circostanti: Andover, Amesbury, Salisbury, Haverhill,
Topsfield, Ipswich, Rowley, Gloucester, Manchester, Malden, Charlestown,
Billerica, Beverly, Reading, Woburn, Lynn, Marblehead e Boston.
I processi ebbero inizio ad aprile e terminarono in
novembre, quando la protesta di alcuni dei religiosi più influenti del
Massachusetts spinse il governatore a sospendere i lavori del tribunale. L'anno
successivo, un'apposita corte speciale esaminò i casi rimasti pendenti, ponendo
fine alla questione.”
Anche qui, com'è evidente, non siamo in un ambiente dell’oscurantismo cattolico, ma nel pieno del Nuovo Mondo cosiddetto
WASP (White, Anglo-Saxon, Protestant); proprio quello che non cessa mai di dirci come dobbiamo vivere e pensare e farci vergognare della nostra storia.
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