Monumento ai Caduti sul Monte Grappa |
Nel centenario della prima Guerra Mondiale, continuiamo a ricordare i nostri paesani che non sono più tornati, partendo dal quel Tenente Antonio Toldo, che apre la lista dei caduti sulla facciata della chiesa.
Monumento ai Caduti San Pietro Valdastico |
Di lui non si è saputo più nulla e i genitori non ebbero nemmeno la consolazione di una tomba su cui piangere.
Risultò disperso nei combattimenti sul Monte Grappa, come forse quei tanti, troppi soldati, devastati e sepolti dalle deflagrazione delle bombe.
Suo padre, alla fine della guerra, nella ricerca di notizie sulla fine del figlio e sulla possibilità di trovarne il corpo, aveva scritto al suo comandante di allora: Ten. Col. Bianco Arnaldo che gli risponde con la lettera che pubblichiamo e che ci da una testimonianza originale delle vicende e dei sentimenti di allora.
Ringraziamo Giorgio Toldo che con la consueta gentilezza e sensibilità ci permette di pubblicare questo interessante reperto storico.
Coazze 15 ottobre 1923
Gentilissimo sig. Toldo
Ricevo la sua pregiata lettera e coll’animo ancora angosciato pel ricordo sempre vivo, della bella figura di soldato, del suo valorosissimo Antonio, mi affretto a riscontrarla.
Pur troppo neanche io posso darle notizie precise sulla sepoltura del povero suo Antonio. Egli è caduto da eroe con tutti gli ufficiali e soldati della gloriosissima 6ª Compagnia sul col delle Berretta, dopo una difesa accanita per contendere al nemico durante un’intera giornata le ultime soglie del Grappa.
A suo figlio ed ai colleghi della 6ª compagnia è dovuto quindi il grande merito della difesa d’Italia, in un momento disperato, quando ogni titubanza, ogni debolezza avrebbe avuto le più dolorose e gravi conseguenze.
Nelle vicende di quella memoranda giornata di ferro, di fuoco e di sangue, non è stato possibile ricostruire tutti gli episodi singoli di valore e seguire le sorti dei singoli combattenti, né provvedere alla sepoltura dei caduti. Il povero Antonio, come Giuseppe Garrone, come Bornatici e gli altri ufficiali, è rimasto sul posto sentinella eterna d’Italia.
Il monumento per loro l’ha creato Iddio ed è tutto il Grappa.
Ho proposto suo figlio per una ricompensa al valore e sono certo l’avrà ricevuta, spiacente soltanto di non avere ottenuto per tutta la 6ª compagnia quella medaglia d’oro che è stata concessa al Comandante che impersonava in se tutte le virtù del reparto.
Io sono stato tratto prigioniero alla fine della giornata dopo diversi assalti, ripetutamente e personalmente condotti, leggermente ferito e colpito dai gas asfissianti , e mi è mancata perciò la possibilità di provvedere , come sarebbe stato mio dovere, ai caduti. Il succedersi poi di giornate di violenti combattimenti in tale località battuta e trasfigurata dalle artiglierie di ogni calibro, e cambiamenti continui di comandi e comandanti distrutti dal fuoco, nei due campi avversari, fa dubitare fortemente che la schiera luminosa dei nostri morti, non possa avere avuto riconoscimenti, e che una comune fossa abbia sul posto raccolte le loro gloriose spoglie.
Anch’io sono stato due anni orsono, a Col Berretta, nella località precisa dei nostri combattimenti, e non ostante le più accurate ricerche, non mi è stato possibile rintracciare un segno, una traccia dei nostri grandi caduti.
Faccia coraggio alla sua gentile e venerata signora, e sappia che tutta Italia, oggi più che mai e sempre più in avvenire circonda di amore profondo e santo la memoria di chi alla patria ha dato il fiore degli anni, e guarda con reverenza e con commosso orgoglio alle nobili famiglie dei nostri gloriosi scomparsi.
Suo devotissimo T. Colonnello Bianco
Il Ten. Col. Bianco comandava allora il Btg. Tolmezzo, dell'8° Rgt. Alpini, schierato nel dicembre del 1917 fra il Col Caprile e quello della Beretta.
Diamo qui di seguito un estratto di quelle giornate che videro combattere e morire Antonio, comandante di plotone della 6^ compagnia:
Il Ten. Col. Bianco comandava allora il Btg. Tolmezzo, dell'8° Rgt. Alpini, schierato nel dicembre del 1917 fra il Col Caprile e quello della Beretta.
Diamo qui di seguito un estratto di quelle giornate che videro combattere e morire Antonio, comandante di plotone della 6^ compagnia:
Gianni e Giorgio una fraterna stretta di mano grazie di questo bel momento di storia
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