venerdì 20 febbraio 2015

La Storia delle Contra' (Progetto)


Su questo Blog ho più volte trattato della storia della nostra Valle e della sua probabile evoluzione nei secoli, da diverse angolazioni. Ciò che più m’interessa è il rapporto dell’uomo con il territorio che abita e le sue modificazioni nel tempo. Origini, usi, costumi, lingua, occupazioni e vicissitudini della nostra gente; in poche parole: antropologia culturale.

Il problema principale nell’affrontare questi argomenti è dato dalla carenza delle fonti storiche documentali.


Se le limitrofe comunità parrocchiali di Forni e Brancafora possono contare sugli status animarum, ovvero i registri imposti dopo il Concilio di Trento (1545-63), non così a San Pietro. 
L’incendio settecentesco della canonica, la devastazione della guerra e l'incuria, hanno infatti causato la perdita di questa preziosa documentazione, rendendo improbo ricostruire il decorso delle generazioni. Né possono aiutare i registri civili, che sono comunque posteriori all’Unità d’Italia e inutili per ricerche anteriori alla seconda metà dell'ottocento.

Anche gli atti notatili sono assai scarsi; essi furono abbastanza praticati a Rotzo dove esercitarono notai locali fin oltre la caduta della Serenissima, ma a San Pietro operò soltanto il notaio Antonio Toldo dal 1725 al 1767. Non è difficile immaginare che all'epoca la povertà economica e culturale imponesse di stipulare i patti a voce anziché per iscritto.
Il periodo successivo è invece particolarmente oscuro. Qui aiutano solo i registri civili napoleonici, ma unicamente per il lustro che durò questa dominazione, pur essendo piuttosto raffazzonati ed incompleti, considerate le traversie politiche e sociali del tempo.

Riflettendo sul come ovviare questi limiti, mi sono così concentrato sull’analisi di materiale disponibile più indiretto, come le mappe e i registri catastali.

Presso l’Archivio di Stato sono conservati i documenti originali della prima seria ricognizione del nostro territorio, eseguita in modo capillare e con criteri direi moderni. 
Questi rilievi iniziarono già nel 1812 durante il breve periodo napoleonico per essere poi proseguiti, completati ed integrati fino al 1840 con il Catasto Austriaco.

Le mappe sono rappresentate in maniera sufficientemente chiara e riportano la situazione del nostro territorio in quel periodo. 
I Sommarioni e i Libri delle Partite correlati, costituiscono una sintetica ma preziosa fonte di informazioni anche sui suoi abitanti. Ciò nei limiti dei loro fini, ovviamente, ma ci possono offrire una interessante e affidabile istantanea del paese all'epoca.

Ho quindi pensato di utilizzare questo materiale per proporre dei Post che trattino dell’evoluzione urbanistica del nostro paese partendo dalle sue contrade e di corredarli con notazioni varie sulla tipologia del territorio, sulla sua evoluzione e sulle famiglie che lo hanno abitato e colonizzato; nonché su fatti, vicissitudini e curiosità che si sono tramandati fino a noi. 

Il Clan familiare, o per meglio capirci nella nostra parlata: la rassa, è infatti il fondamento su cui si è appoggiata la colonizzazione del nostro territorio fin dalle origini.  
Le contrade, in quanto corti familiari, sono state il nucleo aggregativo dei paesi e delle comunità della valle con varia intensità a seconda del periodo e del territorio a disposizione. Ritengo dunque che trattare delle contrade sia il giusto punto di partenza per parlare della nostra storia. 

Nei testi userò alcune forme dialettali che a mio avviso rendono il contesto meglio dell'italiano; come contra' (invalsa nel Vicentino, dove le vie del centro storico di Vicenza sono tuttora chiamate così). "Ai Lucca, ai Rìghele, in Belàsio, al Maso" invece di: a Lucca, a Righele,.. per mantenere il significato antico di recarsi presso delle corti familiari, di entrare in un preciso territorio.
Metto già in conto che trattando anche delle nostre rasse, tema piuttosto sensibile nella mentalità locale, possa incorrere in errori, imprecisioni ed omissioni; invito perciò i lettori a vigilare e segnalarmeli senza problemi. 


Questo in tutta semplicità e senza pretese di fare accademia. L'intento è di studiare i dati e ricavarne notizie e considerazioni utili a capire un pezzo della nostra storia che altrimenti rimarrebbe oscuro.  
Passata la nostra generazione infatti, temo che nessuno sarà in più grado di riannodare certi esili fili della memoria del paese. 

Discernere le informazioni affidabili tra quelle incerte e tramandate, non è sempre facile. Non è neanche possibile però affrontare questi argomenti senza appoggiarsi alla tradizione orale locale, consapevoli che essa tende ad essere imprecisa e sconfinare nel mito per i fatti più remoti. 

Allora torna utile il processo indiziario, al quale dovrò far spesso ricorso, che permette di ricavare conclusioni verosimili, anche se non inconfutabili, partendo da dati coerenti ma scarsi e interpretandoli nel contesto sociale e culturale dell'epoca. In questi casi userò quindi la forma sospensiva e condizionale. 


Vorrei estendere questa ricerca anche alle limitrofe parrocchie di Pedescala e Forni, così da includere tutto il territorio comunale.
Un sogno sarebbe riuscire a coinvolgere nell’iniziativa le comunità di Pedemonte e Lastebasse ed arrivare così a coprire tutte le contrade del comprensorio. 
Certamente questo non lo posso fare da solo; è indispensabile il lavoro collettivo di appassionati conoscitori della zona e di ciascuna località, che invito a farsi avanti.

Un primo Post di sondaggio, relativo alle contrade più settentrionali del paese e che rappresenta un po’ il prototipo del progetto, è già stato pubblicato il 9 febbraio.
  
   
 Cucco, Valeri e Baise: le sentinelle della Cingella




Intendo proseguire con i Post di tutte le altre contra’ della parrocchia di San Pietro e proporli con la periodicità che mi consentiranno gli impegni. 
Da ultimo seguirà una monografia sul centro del paese, che sarà ovviamente più estesa e complessa da redigere. 
Non ho certo la pretesa di fornire informazioni esaustive sui temi trattati e vorrei quindi considerare questo progetto un qualcosa di embrionale e INTERATTIVO, che possa crescere nel tempo con il contributo di tutti. 
Le caratteristiche del Blog, infatti, permettono a chiunque lo desideri di correggere e integrare le notizie semplicemente lasciando un commento; una specie di piccola Wikipedia della nostra storia, tanto per intenderci.

Sarò dunque ben lieto di integrare le informazioni pubblicate con le ulteriori che vorrete fornirmi attraverso i commenti sui Post; così pure correggere errori o imprecisioni in cui dovessi inevitabilmente incorrere.

Grazie per seguirci e collaborare al progetto.
Gianni Spagnolo


Avvertenze e riserva dei diritti di riproduzione:
Copia della documentazione catastale, mappe e i relativi registri, sono state concesse al Blog Bronsescoverte con prot. n. 01 del 04/02/2015 dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Archivio di Stato di Vicenza sez. di Bassano del Grappa ai soli fini di pubblicazione su questo Blog e con precisi limiti editoriali. Questo materiale non può essere riprodotto e/o divulgato con qualsiasi forma o mezzo. Si invita ad attenersi  a queste disposizioni di legge.

12 commenti:

  1. Bravo Gianni, bellissima iniziativa. Per quanto riguarda S. Pietro, anche nei giorni scorsi, ho visto delle persone che stavano facendo delle ricerche a tal proposito, quindi l' iniziativa credo avra' molto interesse fra i ns concittadini. forse perche' mi e' sempre interessato anch' io, ma purtroppo e' il maledetto tempo che manca, come per tante altre cose.

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  2. Progetto alquanto interessante, Gianni. Spero che trovi un ascolto favorevole.

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  3. Bravissimo Gianni, come dici tu questo è l'ultimo treno.... speriamo sia atteso da numerosi viaggiatori

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    1. Grazie Giorgio, speriamo di riuscire a suscitare un po' d'interesse e anche a stimolare qualche preziosa collaborazione.

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  4. Messà, belo, che co sta storia dele rasse te te tiri su na bela russa. Te si nà parfin a tempelàre el Baise col prototipo nel so Berghof. Tarè chel te garà a l’ocio par pulito. Purtutaviamente la sarìa anca na idea gnanca male, ma te te ghe dà obietivi mìa d’un scherso, caro, a no te si mia Benedetto Croce. Sàpi che se te rivarè al buso dela vecia pempa, a ghe pensi mi a contartela drita, la storia. Intanto vara ca ve tegno tuti de ocio.

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    1. Non sta preocuparte Don, che po' de Croce a San Piero ghin'è già uno e belo grande.
      Però, dato te te lo ghe tirà in balo, lasseme citarlo anca mi: La storia nostra è storia della nostra anima; e storia dell'anima umana è la storia del mondo. (B.C:)

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  5. Inanzitutto voglio farti i complimenti anch' io per questa bellissima iniziativa: Spero che i ns due storici del paese prendono spunto da questo per fare delle ulteriori ricerche. In questi giorni uno di questi mi ha mostrato alcuni riassunti di atti notarili del tempo che riguardano i paesi di Pedescala e S . Pietro. Credo che siano degli atti che il prof. Ivo Matteo Slaviero ha trovato durante la sua mastodontica ricerca per la stesura del libro " Toponomastica di Rotzo ". Da questi si possono capire molte cose, ma sopratutto due. La prima che, come dici tu Gianni, in questi atti sono specificate dettagliatamente le localita', riguardanti le compravendite, con il loro vero nome, o le contrade, visto che il nome attuale delle ns vie e' stato dato dopo la ricostruzione del paese dopo la prima guerra mondiale. Il secondo punto che mi affascina di piu' e' che da questi scritti possiamo capire come erano, come vivevano, in quanti erano in un perciso momento storico e che regole si davano nella loro piccola societa' i ns avi. Per es. da due atti ben distinti, di un "notaio" di Gallio e non dai soliti del paese (Mattielli, Giacomelli ) si puo capire la vita del paese. Nel primo e' stato redatto il verbale di una vicinia ( assemblea dei capi famiglia ) dove erano stati eletti sei membri che dovevano recarsi dal Vescovo per chiedere il permesso per la costruzione della nuova chiesa di Pedescala, e non due come scriveva l' abate Dal Pozzo. Nel secodo, datato dopo la costruzione della chiesa, dove la vicinia dicideva, per far fronte alle spese di abbellimento della nuova chiesa, di introdurre una tassa sulla produzione della seta, esentando quelle famiglie la cui produzione era limitata. Spero in futuro di leggerne degli altri per capirne ancor di piu' sulle ns radici.

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    1. Grazie Bepiti. Avendo molto tempo a disposizione e tanta determinazione ci sarebbero molte fonti documentali che si potrebbero analizzare e che riserverebbero magari delle sorprese. Se t'interessa su Pedescala ci sono più notizie che non su San Pietro e una maggior propensione degli abitanti a stipulare atti formali. Ma occorre investigare anche su notai attivi a Velo e Arsiero all'epoca. Credo che di Pedescala sia possibile, p.e. ricostruire la genealogia delle famiglie con maggiore facilità che non a San Pietro.

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  6. Gianni,coraggio. La genealogia della mia famiglia è già pronta.....Vedremo se Carla vorrà
    pubblicarla.....

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    1. Siamo tutti qua in trepida attesa, mio caro, con viva e vibrante soddisfazione. Sperén che no salte fora chei Baise discende dai Merovingi, sonò ai sampieroti ghe tocarà insegnarse coi li ve vede passàre.

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    2. Sponcy, vediamo il tuo albero genealogico. Mi sembra molto misterioso. Scommeto che sei della famiglia del Mino Thor, già evocato, tempo fà nel blog Casotto ! Non era il tuo sosa del settimo cerchio ?

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  7. Guarda reverendo che oggi mi è arrivata una mail con foto della tua "bady", domenica la pubblicherò.

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