lunedì 9 febbraio 2015

Cucco, Valeri e Baise: le sentinelle della Cingella




Cucco, Valeri, Baise. 
Così chiamiamo le contra' più settentrionali e in quota del paese.
Gli agglomerati di case sono identificati con il soprannome delle famiglie che li hanno fondati, oppure che ne costituirono l’elemento predominante.
È così che siamo abituati noi nell’uso dialettale: Chéca, Costa, Fodati, Pèrtele, Righele, Seràti, Baratieri, Basso, ecc., confermano la regola.
Quanto alle prime però, l’uso di questi nomi non pare così antico come magari si è portati a pensare.

La contra' dei Lucca (o Luca, all’uso dell’epoca), fu fondata dall’omonima famiglia già nel XVI° secolo. I Lucca infatti risultano originariamente proprietari di gran parte della parte alta del  costone  su cui si erge l’abitato.
Famiglie Lucca fondarono poi anche i Valeri (corrotto in Valergi nell'uso dialettale corrente) e il Cucco, probabilmente nel secolo successivo.
Infatti Valeri e Cucco sono appunto soprannomi di famiglie Lucca, come si evince dai documenti catastali allegati.

Contra' Baise invece, narra la tradizione che sia stata fondata dai Gianesini, sostituiti poi dai Bonifaci, soprannominati Baise. 

Se stiamo alla toponomastica dell’epoca, rileviamo però che la denominazione dell’area era diversa. 
Le due rive della Val dei Mori sopra i Lucca, erano chiamate Costa Corta quella meridionale (l’area del Cucco, per intenderci) e Costa Lunga quella opposta e più vasta (dei Valeri e Baise).
L’indicazione dei “Valeri” si ha solo per la strada consortile; nessuna menzione invece per i Baise. 
Entrambe le contrà sono riportate come Costa Lunga, senza ulteriori precisazioni. 
La denominazione della strada per la montagna, non è scritta Cingella, come ci si aspetterebbe, ma bensì Cinghiella, con la "g" gutturale; analogamente viene reso Menonchie per il soprannome MenònceNella mappa più antica troviamo però anche Strada delle Cengelle. Evidentemente la trascrizione in lingua del toponimo raccolto nella parlata locale sarà dipesa dall'interpretazione soggettiva del cartografo foresto.

Le tavole riportate di seguito sono databili intorno al 1830, ma i primi rilievi risalgono al periodo Napoleonico, quindi già dal 1812.  I registri catastali riportano evidenti i soprannomi di alcune famiglie Lucca (Menonchie, Cucco, Valerio, Toldòn, Menegòn), ma non ho trovato menzione dei Baise; forse perché il soprannome si consolidò in un periodo successivo*.


Vediamo un po' chi erano allora i proprietari delle case della contrà: Baise-Costa Lunga:
  • Mappale n. 4943 e 1378, stalla e fienile: Bonifaci Giovanni Matteo fu Pietro;
  • Mappale n. 4942 e 1377, casa colonica, stalla e fienile: Bonifaci Stefano fu Pietro;
  • Mappale n. 4240, portico: Bonifaci Teresa fu Antonio maritata Lucca, livellaria a Slaviero Margherita maritata Tondello.


Ora guardiamo chi erano i proprietari della contra':  Valeri-Costa Lunga:

  • Mappale n. 1348, casa colonica: Lucca Antonio fu Giacomo;
  • Mappale n. 4940, casa colonica: Lucca Giacomo fu Giacomo;
  • Mappale n. 4941, casa colonica: Lucca Maria fu Domenico, pupilla in tutela di Cerato Bernardo, suo avo;
  • Mappale n. 1349, casa colonica: Lucca Maria fu Giovanni, maritata Lorenzi.
  • Mappale n. 1350, casa colonica: Pierotto Michele fu Pietro;
  • Mappale n. 1351, casa colonica: Pierotto Giovanni Battista fu Pietro
  • Mappale n. 4939, casa colonica: Pierotto Giovanni fu Pietro, livellario a Mattielli Leonardo;


La famiglia Pierotto s'era probabilmente stabilita in contra' una generazione prima, con Pietro, proveniente dai Busatti di Lastebasse. Non è escluso che le ragioni di questa immigrazione dipendano dalle traversie che durante il 1700 investirono quel tratto di confine e dal travagliato trasferimento dei Lastarolli della costa del Cherle all'attuale posizione di fondovalle. 
Considerata la prossimità all'antico confine di stato con la Contea Principesca del Tirolola posizione isolata e dominante e l'esiguità dei coltivi, è lecito pensare che gli abitanti della Costa Lunga siano stati dediti prevalentemente al contrabbando con l'Impero. Anche l'insediamento dei Pierotto, provenienti dall'altro avamposto di confine, potrebbe risalire a questa attività, alla quale non erano certo estranei neanche gli abitanti dei Lucca.

E cosa dire del Cucco-Costa Corta
Di questa località apprendiamo che vi esisteva già una casa colonica, ma che all'epoca era diroccata e vi venne costruito al posto un fienile.  Si può quindi supporre che il Cucco fosse abitato stabilmente almeno da un secolo prima e che nei primi decenni del 1800 fosse praticato solo stagionalmente per i lavori agricoli e il ricovero del bestiame.
  • Mappale n. 4256, stalla con fienile (ex casa diroccata): Lucca Giovanni Battista fu Giovanni;
  • Mappale n. 4929, stalla con fienile: Lucca Giovanni Battista fu Pietro e figlio Giovanni;
  • Mappale n. 5353, stalla con fienile: F.lii Pretto Francesco e Giovanni Maria fu Giuseppe;
  • Mappale n. 4927, stalla con fienile: Pretto Giovanni fu Antonio.
* Quanto ai Bonifaci, si nota all'epoca una situazione singolare. Nonostante essi siano documentati in paese da secoli, dato che già nel 1500 ne esistevano diversi fuochi, in questa epoca risultano praticamente arroccati in contra' Baise (Costa Lunga) con un paio di famiglie riferibili al medesimo avo.  In seguito essi crebbero nuovamente di numero, scesero ai Lucca e poi in paese. Sarà per questa ragione che oggi portano tutti, eccetto i Marchi, il medesimo soprannome, diversamente da altri storici cognomi, oggi molto più articolati. 
Ciò induce a pensare che fu da questa famiglia che la contra' mutuò poi il nome e non viceversa. Analoghe vicissitudini demografiche, anche se in tempi e con esiti diversi, interessarono anche l'antica famiglia dei Gianesini, con i quali essi ebbero peraltro secolare contiguità e che, come abbiamo scritto sopra, sostituirono nella colonizzazione del sito.

Circa poi l'origine del soprannome Baise, di evidente derivazione cimbra nel significato di "Bianco" (da Weiss, Baiss/Baiz, Baisse, con la ricorrente corruzione locale della W in B, come per Wise che diventa Bise: prato),  vedremo di fare ulteriori approfondimenti in merito [Salvo che Lino non mi elimini prima ;-) ]. Aspettiamo quindi maggiori lumi da Lino Bonifaci Baise, che non mancherà certo di completare queste riflessioni con le memorie sulla sua famiglia di cui è fedele custode. 

Gianni Spagnolo



Annotazioni, avvertenze e diritti:
  • La foto di presentazione è di Gino Sartori Minai, che ringrazio. 
  • I documenti catastali qui riportati sono estratti dagli originali  conservati presso l'Archivio di Stato di Bassano del Grappa -  Catasto Napoleonico ed Austriaco del comune censuario di Rotzo - Mappa d'Avviso;  Mappa I; IV e Libri partite  e riportano in filigrana il marchio d'origine. Sono concessi ad uso esclusivo di questa pubblicazione con  prot. n. 01  del 04/02/2015 dal Mistero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo sez. d'Archivio di Stato Bassano del Grappa.
  • E fatto divieto di riproduzione e ulteriore divulgazione in qualsiasi forma e modalità.

6 commenti:

  1. Veramente interessante Gianni questa opera di recupero di informazioni dalle vecchie mappe, spero che continui anche con altre zone del paese.

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  2. Grazie, Gianni, per le mappe dei Baise .Come si vede dei Gianesini non c'è traccia.
    Confermano cio' che sempre mi é stato tramandato .I Bonifaci(o)( Marchi come scrivi tu ) non sono
    dai Checa ma originari della pianura.Venuti all'inizio de 1900. Lasciamo tranquillo come é senza
    cercare origini cimbre del nome "Baise",perchè il fruttivendolo che viene dal sud ma di origine
    corsa non sarebbe d'accordo,lui che ha scritto in grandi lettere "Baise" sul suo camion. Chiedero'
    anche agli abitanti che risiedono nell'estuario de fiume "Baise"la loro opinione!!!

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  3. Quella dei Marchi mi giunge nuova, ma approfondirò; anche se possono sciogliere l'enigma anche loro visto che esistono ancora. Per i Baise non demordo, guarda che ci sono vicino: non sai quante notizie inedite si ricavano dalle vecchie e polverose carte; tempo al tempo. Intanto puoi sicuramente dirci cosa contrabbandavano: sale, tabacco, bestiame, farina? Ma cosa ci faceva la Margherita da Rotzo in contra' a quel tempo?

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  4. Sssastàre Giani, scolteme mi. Ghetu mia altro gnente da pèrderte via che de nar ruscare intele raise dei Baise? A te ghe già capìo che stiani i li ga parà la in sima par cavàrseli dai dìdimi. Tarè che sei ghe ga fato montate el famòro anca ai sampieroti un motivo el ghe sarà ben, vero?

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  5. Ohhh!!Sponcio,vecchio rancore esiste nelle tue viscere dei tempi ancora in cui i popoli
    imperiali della DXT, vivevano solo grazie ai Baise! Chi vi provvedeva di carne ovina e suina e
    di ogni specie di cereali per dei Talleri,che per darci un po di valore la Maria Teresa sul dritto
    si presentava con una scollatura tettanica e dall'altra la spenacchiata aquila bicefala sembrava
    gridasse "fame". Sicuro che qualche "pessa" de zucchero ,qualche chilo de tabacco e specialmente
    dei bei chili de sale,ga traversa la Torra verso i Baise,ma sempre paga' e a caro prezzo anche!!!!!

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  6. E la graspa? Quanti fegati de lusernati ghìo sula cosiensa? La in sima, andòve che la spussa dei lambìchi la sentéa sol chei bìchi. Se lo saésse el Golo el vegnarìa dò col palo. Dopo a ghì bio la gran pensata de impiantare farmacia e casolìn in paese parchè a ve ghìvi fato i ossi con la farmacia alpina. Tarè che i sampieroti de pimpinela i ghinarà bevesto poco stiani.

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