I fatti tragici di Francia sono l'ennesima conferma che esiste un abisso tra la cultura occidentale e quella di stampo islamico, che è sostanzialmente rimasta al Medioevo e non accenna a evolversi, anzi sta assumendo sempre di più i caratteri del fondamentalismo.
Non è il caso di dire che la nostra civiltà è superiore, ma non vi è dubbio che sia assai diversa e non si concili con quella improntata agli insegnamenti coranici, spesso interpretati arbitrariamente e/o pedestremente allo scopo di piegarli a scopi politici o bellici. La Bibbia contiene numerosi versi che incitano alla violenza simili a quelli del Corano, ma è indubbio che i cristiani ne abbiano offuscato il significato letterale: ora si attengono al Vangelo, considerando l'antico Testamento una sorta di libro mitologico.
È altresì vero che nel secolo scorso, quindi abbastanza recentemente, la cultura occidentale ha espresso mostruosità attraverso regimi totalitari e sanguinari, il nazifascismo e il comunismo, ma è un dato che essi sono stati abbattuti o sono implosi sotto la spinta di movimenti democratici maggioritari. Non si può infine negare che dalle nostre parti abbia avuto il sopravvento l'Illuminismo, cui si deve la prevalenza dell'intelligenza personale sui dogmi religiosi, e ciò ha favorito una distinzione netta fra etica sacra e etica civile, la cui convivenza è realizzabile a condizione che non si sovrappongano, a rischio che una di esse sia annullata.
Per noi occidentali sono inconcepibili sia lo Stato etico sia la teocrazia, che, invece, dominano nei Paesi dove gli islamici hanno trasformato in leggi i propri principi. Va da sé che teocrazia e democrazia sono antitetiche e, pertanto, incompatibili. I musulmani del resto, quelli immigrati nelle nazioni politicamente evolute, difficilmente riconoscono il primato dei codici democratici e obbediscono piuttosto ai precetti coranici, tramandati di padre in figlio, che stridono con il laicismo, accettato di buon grado perfino dagli italiani, per secoli succubi di un cattolicesimo oscurantista.
I contrasti fra le due civiltà sono insanabili, e sembrano addirittura destinati ad accentuarsi: mentre l'Occidente progredisce anche sul piano dei diritti umani e civili, il Medio Oriente rimane fermo, ingessato nei pregiudizi. Tutto questo non significa che i cristiani europei e americani abbiano tutte le ragioni e nessun torto. Il terrorismo è un fenomeno relativamente nuovo e cominciato per ritorsione contro di noi, autori di autentiche invasioni militari in Irak, Kuwait e Afghanistan (per citarne alcune) che hanno inasprito i rapporti, esasperato gli animi e provocato centinaia di migliaia di vittime che hanno acceso lo spirito di vendetta nelle popolazioni aggredite.
Sappiamo che certe iniziative belliche sono state assunte dagli Stati Uniti e alleati non con finalità umanitarie, bensì economiche: per vari lustri l'obiettivo non era liberare popoli oppressi da satrapie ed esportare la democrazia tra gente che non sa nemmeno cosa essa sia, bensì per succhiare petrolio e controllare (male) il mondo. Anche di questo bisogna tenere conto se intendiamo capire: ciò che accade oggi è la conseguenza anche di quanto accaduto in passato. Dopo di che è buona cosa persuadersi che andare d'accordo si può, ma con metodi diversi da quelli adottati sino ad ora. Il terrorismo si vince concedendo a tutti piena libertà, ma ciascuno a casa propria e non in quella di altri. E gli ospiti si comportino da ospiti e non da contestatori: si adattino allo stile di chi li ha invitati o tornino in patria.
La base del rispetto è non intromettersi nelle vicende che non ci riguardano. A ogni Paese va data la facoltà di trovare al proprio interno il modo di risolvere i propri problemi, anche mediante la guerra civile. E gli Stati Uniti si mobilitino soltanto su gentile richiesta e non per ristabilire l'ordine a essi caro, ma sgradito a chi lo subisce. Viceversa saremo sempre in guerra.
(Vittorio Feltri)
Aggiungo soltanto che il numero degli ospiti non può superare una certa soglia rispetto agli autoctoni altrimenti si tratta di invasione bella e buona considerando anche che la prolificità di queste popolazioni, nel breve/medio periodo porterà altri problemi che questi inetti di politici manco sanno da che parte prendere.
RispondiEliminaRimango comunque del parere che non potrà mai esserci una effettiva integrazione, in particolare tra culture così profondamente diverse e che la soluzione, alla fine, sarà quella di rimandare a casa loro tutti costoro.
concordo , dovrebbero questi politici ( incompetenti ) imporre il nr. chiuso di immigrazione e i clandestini e coloro che commettono reati fatti rimpatriare. Quanto ci vuole fare una legge seria, obbiettiva e giusta anche negli interessi degli stranieri onesti.
RispondiEliminaBeata ingenuità: ma quando mai, belo, i politici si sono opposti alle braccia a basso prezzo? Ammira la bontà dei francesi con la Bissorte: si sono messi la mano sul cuore e hanno aperto le braccia a tutti gli scorlaforeté d'europe e gli hanno pure insegnato a squadrare i sassi. Loro ci hanno guadagnato e pure (un po' meno) gli scorlaforeté riconoscenti. Il vantaggio era che questi ultimi erano educati ad adorare l'onestà, la rassegnazione e il medesimo Signore e quindi non hanno creato troppi problemi ai macchinisti, si sono baciati le manone screpolate dal gelo e fatto di necessità virtù. In verità, anche a casa loro qualcuno aveva cercato di fargli credere di essere la razza eletta e destinati a comandare il mondo coi fasti dell'Impero. Ma secoli di esperienza e conflitti, unita ad una millenaria sapienza, li aveva sufficientemente vaccinati. A Berlino e al Cairo si vede che non era così.
EliminaE le fabbriche dovrebbero pure darsi un numero chiuso di dipendenti, per non andare a sovraccaricare il
RispondiEliminaterritorio di gente foresta, rompendo l'equilibrio dei benpensanti... che usano gli extra per arricchirsi ed
inondare di inquinamenti i residenti... ed alimentare le ecomafie eccetera... ci stiamo distruggendo, ed
incolpiamo gli altri, buona anche questa!