La pastinaca o pastricciano (nome scientifico Pastinaca sativa), da non confondere con la carota bianca
o altri tipi di radici e rape bianche, è l’antica cugina della comune
carota arancione. In realtà la sua storia si è lungamente confusa con
quella della carota stessa. Durante tutta l’antichità e il medioevo
infatti pastinaca, carota e sisaro venivano trattate come un’unica
radice. È stato solo nel rinascimento, con l’apparire della carota
arancione, che l’ultima arrivata ha soppiantato praticamente del tutto
la sua antenata: la pastinaca per l’appunto.
La pastinaca era usatissima nell’antichità, al punto che gli antichi romani la chiamavano pastum,
ovvero la mangiavano così sovente da confonderla con il concetto stesso
di cibo. Durante tutto il medioevo la pastinaca continua ad essere molto
diffusa, certamente coltivata nei monasteri; viene anche citata nel Capitulare de villis vel curtis imperii,
un atto capitolare della fine dell’VIII secolo che fra l’altro enumera
in dettaglio le piante da coltivare nei giardini reali. La consumazione
della pastinaca inizia a calare con l’arrivo della patata dall’America per, come già detto, sparire quasi completamente nel XIX secolo in
favore dell’allora curiosità botanica: la carota arancione.
In Francia, dove la cultura delle verdure antiche e dimenticate è
molto più presente che in Italia, la pastinaca è relativamente diffusa e
si chiama panais. Negli ultimi anni moltissimi grandi
ristoranti gastronomici riscoprono e ripropongono antichi ortaggi, fra
questi la pastinaca è una dei più diffusi, tanto che si trova facilmente
nei mercati ortofrutticoli. La pastinaca è molto diffusa anche in
Spagna, dove entra a far parte del cocido e in Nord Africa nel couscous.
La pastinaca, rispetto alla sua cugina la carota arancione, ha un
gusto più intenso, più zuccherino (soprattutto se raccolta dopo le
gelate) e allo stesso tempo —come dire— più vegetale. Si cucina in tutti i modi in cui si possono cucinare le carote e le patate: per preparare zuppe o creme, oppure al forno, fritta o anche in purè… e si sposa bene con la maggior parte delle carni. La si può consumare anche cruda, per esempio grattugiata e condita con olio e sale proprio come la carota ordinaria.
Da un punto di vista nutrizionale, la pastinaca contiene molte più
vitamine e sali minerali della carota arancione. Inoltre, la pastinaca è
anche molto ricca in potassio (600 mg per 100g) e in acido folico. La
pastinaca è una fonte naturale di fibre e, una volta cotta, 100 g di
questa contengono 55 kilocalorie, 19,5g di glucidi, 1,3g di proteine,
0,3g di grassi et 4 g di fibre.
Infine, le piante della pastinaca offrono uno straordinario potere
seduttivo su numerose varietà di insetti entomafogi (ovvero gli insetti
che si cibano di altri insetti), favorendo la lotta biologica e permettendo di regolare il numero di insetti nocivi per l’agricoltura.
Insomma, visto tutto questo, la pastinaca non può certo mancare, cerchiamo infatti di averne sempre qualche pianta a disposizione!
(segnalata da Odette)
Queste per caso sono quelle che stiani chiamavano "le coe"? Perché..., quanto mal di pancia!
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