Era il 1991,
la parrocchia di Pedescala era rimasta senza parroco: don Angelo Baldan si era
ritirato a Chiuppano dove dava il suo aiuto senza però aver responsabilità
alcuna. Gli anni passati a Pedescala non erano stati prolifici, era lui che
gestiva tutto e nessuno poteva dire la sua: a catechismo usava la “vis-cia” ,
spegneva le candele e le riciclava, in
chiesa solo fiori di plastica e tanto
altro che faceva emergere il suo carattere molto tirchio e autoritario. Ma la cosa
peggiore che ha fatto è stato acquistare un apparecchio con le audiocassette per
i canti durante la Messa: una cosa infernale! Spesso sbagliava bottone e invece
dell’Alleluia, partiva il Santo, ecc… In questo modo, nessuno più cantava, né nelle
messe normali, né in quelle solenni: con quell’aggeggio era riuscito ad avere
il dominio sulle voci, ma non si era reso conto che così facendo, aveva
allontanato i fedeli dal canto comunitario.
E’ stato in quel periodo che don Romeo Martello ha ricevuto il compito, oltre che San Pietro, di guidare anche la parrocchia di Pedescala, fino a nuovo ordine. Così appena capita la situazione, una sera ha radunato un po’ di persone che volevano imparare a cantare e ha presentato il maestro che insegnava a San Pietro: Fabio Comparin di Piovene. Da lì abbiamo iniziato, con fatica a cantare, a imparare e abbiamo capito che non sarebbe stato facile, ma eravamo un bel gruppo, pieno di entusiasmo! Abbiamo capito subito che il maestro era un po’ “orso”, ma abbiamo imparto a conoscerlo e ad apprezzarne i lati positivi. Insieme alla moglie Rosanna, ha cercato di insegnarci, a modo suo, le basi per cantare insieme, partendo dalle cose semplici per arrivare a una messa completa a quattro voci. Inutile negarlo, il suo carattere duro e scostante a volte faceva paura, ma sotto quella dura scorza, si nascondeva un animo buono oltre che una persona colta e interessata sempre a cose nuove. Grazie a lui, nel 1993, ho sostenuto a Venezia gli esami SIAE per diventare “autore della parte letteraria”; mentre lui li ha svolti per “autore della parte musicale”. Che giornata Venezia! Chiusi in una stanza (separati), quattro ore di tempo per svolgere i temi che ci sono stati assegnati (non facile). Dopo mesi, ricevuto l’attestato e quindi iscritti SIAE, abbiamo iniziato a lavorare insieme: scrivevamo canzoni, che poi venivano depositate e Fabio con il suo complesso, le suonava nelle serate di liscio. Ho provato a proporle ad altri gruppi musicali, ma niente da fare; lui ha cercato di fare lo stesso, ma ognuno suona i suoi pezzi per ricevere i diritti d’autore. Gli anni passavano, ho scritto e lui ha musicato alcuni pezzi per la Liturgia (quelli non hanno diritti Siae) che il Coro di Pedescala ha spesso cantato durante le celebrazioni. Anche la storia del Coro è finita dopo sette anni ma Fabio ed io ci sentivamo spesso per un saluto tanto per tenerci in contatto. Sei anni fa mi ha chiesto se volevo far parte di uno spettacolo che da qualche tempo stava preparando: il suo gruppo di musica Popolare Vicentina sarebbe stato completo con una persona che teneva le fila, raccontando la storia per far capire la nostra tradizione. Ho accettato con gioia; ho dovuto studiare, preparare, scrivere, pensare … proprio quando ho avuto gravi problemi di salute e sono stata ricoverata all’ospedale. Una volta ritornata a casa, mi sono rimessa all’opera e abbiamo fatto insieme alla “GROLA” (il nome del gruppo) due serate che sono state meravigliose e molto apprezzate. Poi Fabio ha avuto un infarto ed è stato male per tanto tempo, ma ha sempre continuato a suonare per se stesso; sapeva suonare tanti strumenti, la musica era veramente una passione! Ha fatto ancora spettacoli o serate, è venuto anche al “Ritorno dal Bosco” a suonare e cantare nelle vie di quel paese che aveva tanto amato, al punto da volersi sposare nella sua chiesa… Il 13 gennaio 2014 Fabio Comparin è passato dall'altra parte: dopo una settimana di coma, è prematuramente scomparso… Lui con la sua musica, con i canti, gli spartiti, gli strumenti, le note, i righi, le sue tante composizioni…
E’ stato in quel periodo che don Romeo Martello ha ricevuto il compito, oltre che San Pietro, di guidare anche la parrocchia di Pedescala, fino a nuovo ordine. Così appena capita la situazione, una sera ha radunato un po’ di persone che volevano imparare a cantare e ha presentato il maestro che insegnava a San Pietro: Fabio Comparin di Piovene. Da lì abbiamo iniziato, con fatica a cantare, a imparare e abbiamo capito che non sarebbe stato facile, ma eravamo un bel gruppo, pieno di entusiasmo! Abbiamo capito subito che il maestro era un po’ “orso”, ma abbiamo imparto a conoscerlo e ad apprezzarne i lati positivi. Insieme alla moglie Rosanna, ha cercato di insegnarci, a modo suo, le basi per cantare insieme, partendo dalle cose semplici per arrivare a una messa completa a quattro voci. Inutile negarlo, il suo carattere duro e scostante a volte faceva paura, ma sotto quella dura scorza, si nascondeva un animo buono oltre che una persona colta e interessata sempre a cose nuove. Grazie a lui, nel 1993, ho sostenuto a Venezia gli esami SIAE per diventare “autore della parte letteraria”; mentre lui li ha svolti per “autore della parte musicale”. Che giornata Venezia! Chiusi in una stanza (separati), quattro ore di tempo per svolgere i temi che ci sono stati assegnati (non facile). Dopo mesi, ricevuto l’attestato e quindi iscritti SIAE, abbiamo iniziato a lavorare insieme: scrivevamo canzoni, che poi venivano depositate e Fabio con il suo complesso, le suonava nelle serate di liscio. Ho provato a proporle ad altri gruppi musicali, ma niente da fare; lui ha cercato di fare lo stesso, ma ognuno suona i suoi pezzi per ricevere i diritti d’autore. Gli anni passavano, ho scritto e lui ha musicato alcuni pezzi per la Liturgia (quelli non hanno diritti Siae) che il Coro di Pedescala ha spesso cantato durante le celebrazioni. Anche la storia del Coro è finita dopo sette anni ma Fabio ed io ci sentivamo spesso per un saluto tanto per tenerci in contatto. Sei anni fa mi ha chiesto se volevo far parte di uno spettacolo che da qualche tempo stava preparando: il suo gruppo di musica Popolare Vicentina sarebbe stato completo con una persona che teneva le fila, raccontando la storia per far capire la nostra tradizione. Ho accettato con gioia; ho dovuto studiare, preparare, scrivere, pensare … proprio quando ho avuto gravi problemi di salute e sono stata ricoverata all’ospedale. Una volta ritornata a casa, mi sono rimessa all’opera e abbiamo fatto insieme alla “GROLA” (il nome del gruppo) due serate che sono state meravigliose e molto apprezzate. Poi Fabio ha avuto un infarto ed è stato male per tanto tempo, ma ha sempre continuato a suonare per se stesso; sapeva suonare tanti strumenti, la musica era veramente una passione! Ha fatto ancora spettacoli o serate, è venuto anche al “Ritorno dal Bosco” a suonare e cantare nelle vie di quel paese che aveva tanto amato, al punto da volersi sposare nella sua chiesa… Il 13 gennaio 2014 Fabio Comparin è passato dall'altra parte: dopo una settimana di coma, è prematuramente scomparso… Lui con la sua musica, con i canti, gli spartiti, gli strumenti, le note, i righi, le sue tante composizioni…
Posso dire
che qualcosa di lui ho conosciuto; nonostante la sua dura apparenza stava
volentieri in compagnia ed era una persona speciale che se avesse potuto
studiare, sarebbe stato certamente più conosciuto
per le sue capacità.
Oggi, a un
anno dalla sua scomparsa, voglio pensarlo ancora immerso dalla musica ,
attorniato da spartiti e da strumenti musicali di ogni genere, avvolto in una
gioia infinita; alla moglie Rosanna e al figlio Matteo, il mio speciale
pensiero .
Per ricordarlo,
oggi gli mando un pensiero e il mio grazie per la sua amicizia.
Ciao Fabio, Lucia
Allego gli
spartiti dei canti scritti e musicati per il Coro di Pedescala; l’Inno a San
Antonio è stato inviato in Basilica a Padova ed è stato eseguito più volte.
Qualcosa di lui continua a vivere…
Brava Lucia, agita il lumicino in codesta tenebrosa e accidiosa Valle, da troppo lungi avezza all'oblio.
RispondiEliminaQui sembra tutto immerso nell'oblio.... ma dovremo guardare a quel poco che c'è e farlo diventare risorsa per la nostra valle. Dalle mie esperienze noto con dispiacere che tutti tendono a guardare al proprio orticello invece di aprire la mente e quindi provare a modificare un pò la mentalità. Se ci mettiamo di impegno, qualcosa può cambiare, lentamente, ma può cambiare... grazie Don, Lucia
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