Già durante il periodo napoleonico, ovvero nel 1812, s’iniziò
a porre mano ad una organica e moderna mappatura del nostro territorio. Si era
da poco dissolta la secolare dominazione della Serenissima e con essa gli statuti
speciali e singolari di quella antica Piccola Patria rappresentata dalla Spettabile Reggenza
dei Sette Comuni.
Quindi succedette la giurisdizione austriaca con il Regno Lombardo Veneto; fino al 1861, quando il Veneto entrò a far parte del Regno d’Italia.
Quindi succedette la giurisdizione austriaca con il Regno Lombardo Veneto; fino al 1861, quando il Veneto entrò a far parte del Regno d’Italia.
La prima metà del 1800 fu un periodo assai turbolento, caratterizzato da instabilità politica e
trasformazioni sociali, ma soprattutto da gravi carestie e ricorrenti epidemie di tifo e vaiolo
che prostrarono la popolazione.
A quel tempo, con tutta probabilità, i nostri paesi mantenevano
ancora caratteristiche non molto dissimili da quelle dei secoli precedenti; non
erano neppure immaginabili infatti le trasformazioni che sarebbero intervenute
alla fine del secolo, poi in seguito alla ricostruzione post-bellica, per finire
a quelle moderne che conosciamo bene.
Ritengo istruttivo quindi, poter confrontare le
antiche mappe con la topografia attuale delle Frazioni e delle Contra' della
nostra Valle.
Cominciamo con la Frazione di PEDESCALA.
La tavola che viene proposta qui di seguito data del 1832, anche se i
rilievi furono precedenti.
Le case (abitazioni,
stalle, fienili e pertinenze coperte) sono evidenziate in rosso; in grigio le aree pubbliche (strade e piazze), in bianco i frazionamenti agricoli (orti,
campi, prati e vigneti) e in verde i boschi e gli incolti.
La qualità e la precisione dei rilievi sono rimarchevoli per
l’epoca e generalmente anche la fedeltà alla toponomastica locale.
Volendo, sarebbe anche possibile risalire ai proprietari storici delle singole particelle, così da farsi un'idea degli
insediamenti dei clan famigliari di allora in rapporto con la situazione attuale, ma
lasciamo la ricerca a chi ne ha vero interesse.
A qualcuno magari verranno anche i lucciconi a veder Pedescala far parte del Tirolo, ma questa è un'altra storia ;-) .
Gianni Spagnolo
Pedescala non ha mai fatto parte del Tirolo, a differenza di Casotto e di Pedemonte che ne hanno fatto parte per qualche secolo, dipendendo politicamente dalla giurisdizione di Caldonazzo.
RispondiEliminaCasotto e Pedemonte, però, sono sempre appartenute alla diocesi di Padova, e solo nel 1785 passarono alla diocesi di Trento, allorché la Congregazione Concistoriale Romana decretava un sincrono avvicendamento nelle antiche zone di competenza dei vescovadi di Trento, Feltre, Padova e Verona, nell’intento di far coincidere i confini diocesani con quelli politici.
Sulla mappa è scritto così in originale, non sono incollature posteriori; e poi, dai, stai un po' alla battuta. :- (
EliminaLo sappiamo bene che fra Casotto, secolare propaggine dell'Impero e i confinanti paesi veneti inclusi nel Regno Lombardo Veneto, correva la stessa differenza di rango che c'era fra Don Chisciotte e il suo scudiero, ancorché accomunati dalla comune vita grama.
Ricordiamoci però che la gloriosa casa d'Austria fu sempre assai riottosa a liberarsi delle sue pertinenze dell'Italia del Nord per un motivo tanto banale quanto efficace: il Regno Lombardo Veneto concorreva al sostentamento dell'Impero per il 30% delle sue entrate fiscali pur contando solo l'8% della popolazione. Meditate!
La ricchezza del Regno Lombardo Veneto era dovuto alla fertile pianura Padana e non già dalla ricchezza dell'Alta Valdastico la cui popolazione, come dici tu, conduceva una vita grama.
EliminaPian col varsoro, … che no tachemo a semenàr zizania. Cossa centrelo el me ilustre ispiratore manchego col Casotto e l’imperatore? Epò, chi sarisselo uno e l’altro? Epò, a la xe sempre stà chei Lombardoveneti tribola pai altri, andéla la novità? Da quando chel Leon el ga sarà el libro e el se ga inabissà in laguna, i ga sempre contà come el fante de cope co la briscola gera spade.
RispondiEliminaCaro Catone la mappa che vedi e' un allegato, una porzione di un foglio mappale in scala 1:1000, non vuol dire che ha destra di Pedescala sia stato Tirolo, anche perche' c'e' la Val d' Assa . Sicuramente sul foglio originale in scala 1:2000 a dx ci sara' la mappa del territorio piu' vasto che a sx confinava con il tuo benedetto Tirolo
RispondiEliminaPorta pazienza Bau, Cato è della gens Porcia, ma invecchiando mi pare diventato più petenèla che censore. Tutti puntualini, tutti precisini, tutti a sottolineare le sfumature, le nuances fuori tema. Parché invesse a no comentè la pianta e qualcheduni finalmente me dixe de preciso andove che ghe gera el priòn originario? La famosa Stona dei Giona?
RispondiEliminaVala',vala', Sponcio,xe inutile che la Lucia perde la messa par scrivere
RispondiEliminasul blog,se dopo ti,invese de leggere te parti a s-ciare con la Bady su par le montagne dei Toi.La Lucia la ga spiega tutto.La casa con el toco de rocia
sul muro e la gripia della vaca fata sul sasso.Aggiornete dai......
vecchio emigrato, il Don giustamente chiede la localizzazione nella suesposta mappa!
RispondiEliminaDai, indica tu...
Giustoponto! Voio che me dixì el numero del mapale, invesse de paràrla tòrno. Messà chei stoner i xe gelusi anca de quela chei fa par dedrio.
EliminaDovrebbe essere e uso il condizionale perche ci sono varie ipotesi ma il posto di sicuro e' al centro della mappa a dx della scritta Piazza il mappale n. 3361, se ho letto giusto, proprio sotto la critta strada dei giardini
RispondiEliminaEsattamente, angolo 3361, come compare in una delle foto postate qualche mese fa, mi pare da Alago.
Elimina(chissà dove l'è nà torla)
http://bronsescoverte.blogspot.it/2014/08/kammestoan.html?q=pedescala
EliminaEccola, è di Delmo, non di Alago. E corrisponde all'angolo fra 3369 e 3375, 1 centimetro sotto alla scritta Piazza
Muy obligado!
EliminaHai confrontato la foto (la seconda) con la mappa? mi pare chiaro così, anche se un dubbio
Eliminami era venuto, perchè spunta (ora) da una casa che pare corrispondere al 3361...
Ma saen che i stoner i sa farle.. i podaria anca aver spostà el sassòn.
Ebbene si, Bau ha capito subito l'arcano tirolico di Pedescala. In realtà, la mappa del paese è disegnata sulla stessa tavola che riporta i rilievi del posto di dogana del Termine (vedi post del 30 gennaio). Il Termine confinava appunto con la "PRINCIPESCA CONTEA DEL TIROLO", ed è così che la fatidica parolina TIROLO è finita per invadere le pertinenze di Pedescala senza averne peraltro nulla a che fare. Se volete è una piccola testimonianza di oculata parsimonia dei tempi in cui la carta costava.
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