Perchè "un Angelo" mi ha fatto pervenire nella cassetta della posta una busta con all'interno un documento "storico" e un biglietto: Tu Piero che sei un appassionato della Grande Guerra, proponi un post sul blog e allega questo documento. Appassionato qual ti sento, spero di farti cosa gradita e te lo meriti, perchè percepisco con quanta passione e cognizione di causa tratti l'argomento.
Detto, fatto.
Ringrazio tanto, attraverso il blog, (diversamente non saprei come) questa squisita Persona per questo gesto che ho apprezzato tantissimo.
Mi offre la possibilità, non solo di aggiungere "un pezzo raro" al mio archivio, ma anche di far conoscere così anche "la battaglia del Monte Nero" che magari non tutti conoscono.
Tanti gli anni trascorsi dalla Grande Guerra, ma NULLA deve cadere nel dimenticatoio! Rendiamo a tutti loro indistintamente, un po' omaggio: lo possiamo fare trovando il tempo di soffermarci a pensare alle sofferenze fisiche e morali inenarrabili a cui sono stati costretti! Lo possiamo fare anche leggendo qualche riga, guardando un breve video, ascoltando una canzone, tramandando il tutto ai nostri figli, nipoti, pronipoti... perchè NULLA venga dimenticato... NULLA! MAI! Piero Lorenzi
Un’impresa che destò l’ammirazione
anche del
nemico.
Con la conquista del Monte Nero nel giugno del 1915, le nostre truppe da montagna
diedero al Paese il primo importante successo di guerra, compiendo una mirabile
impresa, che destò profonda ammirazione anche nel nemico. Una nota cronista austriaca di guerra Alice Schalek
a tal proposito scrisse che quando al fronte si parlava della vittoria dei
nostri alpini sul Monte Nero, si soleva aggiungere:
“Giù il cappello davanti
agli alpini;
questo è stato un colpo da maestro”.
Il nome del Monte Nero (Krn) ebbe una singolare origine: esso non aveva
nessun riferimento nella toponomastica locale, ma fu creato dalla banale distrazione di un cartografo che tradusse erroneamente in italiano il nome sloveno “Krn” con “ Crn” che significa nero.
Nella prima metà del giugno 1915, la zona del Monte Nero era caratterizzata
da una viva attività dei nostri reparti alpini che comportò la cessazione dei tentativi
d’attacco da parte avversaria.
Questo indizio di una riconosciuta superiorità italiana in quel settore
indusse il generale Etna a pensare che fosse giunto il momento di attaccare il Monte Nero, la cui
espugnazione, già prevista nel progetto tattico iniziale, sarebbe servita ad aggirare la testa di ponte
di Tolmino e a raggiungere la linea dell’Isonzo.
Il piano prevedeva la conquista della cima mediante un attacco che sarebbe
stato sferrato da due lati: dalle creste del Vrata e dal Kozliak.
Nella notte, tra il 15 e il 16 giugno 1915, la 35° compagnia alpini (battaglione Susa), al comando del capitano Vittorio Varese, superate le difficoltà opposte dal ripido
pendio gelato, irruppe di sorpresa dalle nostre posizioni del Vrata nel trincerone avversario di
quota 2138 e, dopo un furioso combattimento, costrinse i difensori (circa 200 con 12 ufficiali) ad
arrendersi. Con pari slancio, nonostante il violento fuoco di reazione del nemico, continuò l’avanzata e riuscì,
dopo aspra lotta, ad espugnare la quota 2133.
Contemporaneamente gli uomini dell’84° compagnia (battaglione Exilles), al
comando del capitano Vincenzo Albarello – preceduto dagli esploratori al comando del valoroso
sottotenente Alberto Picco, che pagò con la vita la gloriosa conquista - con le
scarpe fasciate e ognuno sulle spalle un sacchetto di terra mossero dal Kozliak, verso la vetta del monte Nero
(m.2245). Appena giunti in Cima del Monte Nero vista delle prime linee
avversarie, gli alpini si lanciarono all’assalto travolgendo i difensori e dopo
un’aspra lotta corpo a corpo conquistano la posizione sulla vetta.
Le bandiere di guerra dei Battaglioni Alpini “Exillis” e “Susa” per
l’impresa furono decorate della medaglia d’argento con la seguente motivazione:
I BATTAGLIONI EXILLIS E SUSA CON MIRABILE ARDIMENTO,
CON ABNEGAZIONE E TENACIA,
SUPERANDO DIFFICOLTA’ RITENUTE INSORMONTABILI,
DOPO LOTTA ACCANITA E CRUENTA,
SLOGGIARONO, DI SORPRESA IL NEMICO DAL MONTE NERO,
CHE
ASSICURARONO ALLE ARMI
(15 – 16 GIUGNO 1915 – BOLL. UFF., ANNO 1916, DISP. 66 A)
Per questa magnifica azione il capitano Albarello fu insignito dell’Ordine
militare di Savoia ed il Capitano Varese della Medaglia d’oro al Valor militare. Entrambi, più
tardi, caddero per la Patria, ma purtroppo non nel modo che avevano sognato: il capitano Albarello perì
travolto da una valanga in Carnia, nell’aprile del 1917; il capitano Varese, invece morì di
malattia nel novembre dello stesso anno.
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Questa cartolina è stata scritta pochi giorni dopo la battaglia da uno dei protagonisti:
Cap. maggiore Toldo Antonio, che poi sarà promosso sergente e in seguito morirà sul Grappa, a suo zio, che pure lui si chiamava Antonio Toldo. Tra l’altro il suo nome è il primo della lista dei caduti sulla lapide di destra della chiesa di S. Pietro.
Spero
che tutti mi perdonerete se non ho scritto sino ad ora. Oggi però che
ho avuto la combinazione di avere penna, carta ed inchiostro, scrivo
anche a voi dopo aver scritto alla famiglia a Zogno. Dal 16 giugno u.s.
mi trovo sulla cresta estrema del Monte Nero che certamente avete
sentito parlarne sui giornali. E’ già parecchio tempo che si sentono
solamente che le solite fucilate e i rombi dei cannoni e a questo siamo
ormai abituati. Non è stato così il 16 Giugno, se aveste visto quei
gabanotti! Hanno pure fatto molta resistenza, ma contro gli Alpini,
anche in metà numero come eravamo noi, non hanno potuto resistere. Quel
giorno mi sono proprio preso una soddisfazione….. Però è anche in corso
una proposta , per conto mio, per una medaglia al valore.
Mandatemi l’indirizzo di Toni che gli voglio scrivere.
Io sono in perfetta salute, come spero sarà di voi.
Salutatemi
lo zio Attilio, la zia Caterina, e tutti i parenti e conoscenti, spero
che mi scriverete tutte le novità di costì e presto.
Gradite i più affettuosi saluti al vostro nipote Antonio.
Toldo Antonio
Caporal Maggiore
3° Regg.to Alpini
35ª Compagnia
Batt.ne Susa
8ª Divisione
Zona di Guerra
bravissima Carla, impaginato il post molto bene,e...poro Toni, ma semo fieri de lù!
RispondiEliminaSe devo essere sincera caro el me Piero, a scuola ero refrattaria alla storia in generale.
RispondiEliminaMerito tuo, è da un po' che la sto seguendo con vivo interesse.
Meglio tardi che mai vero?
si..e se hai la fortuna di camminare là dove la storia è passata la percepirai ancora meglio, leggere un diario di guerra e poi visitare il luogo dove si sono svolti i fatti, diventa emozione e quasi...partecipazione.
EliminaNon ho dubbi Piero. Come consigli tu, farsi una notte in tenda, ma NON dormire, bensì meditare... è anche questo un omaggio a quanti lì ci ha lasciato la pelle!
EliminaPiero, ad ogni pezzo migliori, come i buoni vini.
RispondiEliminaMi sa che nella tua cassetta della posta ci sono pacchi di spunti interessanti.
Ma i nomi di un po' di combattenti nostrani, li sai?. In che reparti e teatri bellici hanno militato i vari Catinòn, Checo Mistro, Menegosto, e altri noti vecioti della nostra giovinezza?
Come dice Gianni Piero dimostra di essere sempre più bravo. E leggo i tuoi racconti sempre più volentieri. Sono contenta perchè per il mio compleanno mi hanno regalato un portatile e ora con questo caldo vado nel mio piccolo giardino all'ombra e cerco i messaggi di uno e dell'altro e leggo anche perchè c'è sempre di più cose da leggere.
RispondiEliminaMi sembra con questi blog di essere sempre a San Piero. Ora poi che inizio ad avere qualche anno in più lo apprezo più di quando ero piccola e abitavo là.
ve mando un baso a tuti ciao