martedì 17 giugno 2014

I primi del '900 nella Bassa Padana 2

Ma intanto il papà non si metteva in salute e dovette lasciare il lavoro da sarte e continuare quel poco che poteva da parrucchiere. A Moirago c'era il sarte suo amico e dava il lavoro alla mamma, che poverina cuciva  giorno e notte per aiutare la famiglia. 
Io mi adattavo alla cura delle ortaglie pur di portare a casa qualche soldo e anche le verdure non mancavano mai. 
La perpetua del Parroco era di Besate e Don Luigi Poggio di 86 anni era ammalato e non voleva restare solo, per questo mi chiamava a farle compagnia, le lavoravo un po' il giardino e lui mi forniva di frutta. 
Il viale del giardino era fiancheggiato da tutte  e due le parti da piante di pere e maturavano alla sua stagione fino a 400/500 grammi ciascuna, c'erano delle belle prugne di color rosso dette Regina Vittoria e l'uva dai grappoloni dorati faceva venire l'acquolina in bocca. 
Io ci tenevo molto all'altare della Vergine, le portavo sempre fiori freschi e pregavo per la salute del babbo.
Un giorno il Parroco si ammalò gravemente e di lì a poco morì di vecchiaia. Nella Parrocchia di Zibido subentrò subito Don Enrico Mauri con le sorelle Giovannina e Delfina. Quando ci siamo trasferiti a Zibido la nonna ha voluto rimanere a Tavernasco, lavorava come cuoca in casa del Generale Tessera; dopo qualche anno dalla morte del nonno la prendemmo in casa con noi, intanto i bambini aumentavano e mio padre pensò di comperare un negozio con il retrobottega e due locali sopra pagandolo poco a poco, così abbiamo traslocato a San Giacomo. Con il negozio le cose sembravano andare meglio anche per la buona compagnia delle persone che si comportavano come fratelli, e papà si sentiva più sereno. Qualche  sera si fermavano tutti fino a mezzanotte e si preparavano insalata di verze e saracche e dopo qualche bicchiere di vino stavano allegri. 
Il primo ottobre del 1902 è nata Cecilia, la nonna in quel tempo si trovò costretta a letto e io ero sempre quella che doveva correre, il babbo un po' malaticcio e la mamma sempre stanca per il troppo lavoro bambini da curare e Cecilia da allattare. Per fortuna che io e lei si godeva una salute di ferro, mi adattavo a tutto e non ero mai stanca, sù e giù dalle scale per servire la nonna, preparare la minestra per tutti, lavare sempre secchi di panni, lavare i piatti e aggiustare calze e mutande. Il 26 agosto del 1906 è nata Speranza, aveva solo 20 mesi quando il papà morì a soli 40 anni. 
Non parliamo più di quegli anni così angosciosi: la mamma dovette vendere il negozio e andammo ad abitare in un grande stanzone. Durante la notte la mamma cuciva e di giorno, io e lei si andava a fare il bucato dalle famiglie benestanti; nel  tardo pomeriggio si andava a zappare la melga e si rimaneva fino alle folte ombre della sera. 
La sorellina Luigia era molto sveglia e con l'aiuto di qualche buona vicina preparava da mangiare, poi imboccava le piccoline e le metteva a dormire, noi arrivavamo sul tardi e dopo un pasto frugale si recitava la Corona del Rosario perchè il Signore ci aiutasse sempre lasciandoci almeno in buona salute.
Venne un momento che anche la mamma dovette lasciare un po' il lavoro perchè non si sentiva troppo bene e allora la nonna materna Marcella, che abitava a Milano alle Colonne di San Lorenzo, prese con sè mio fratello Attilio e gli trovò lavoro in fabbrica, io iniziai a servire alla Privativa Sali e Tabacchi e aiutavo in Osteria così guadagnavo qualcosa e ogni sera mi facevano un bel pacco e con quello si mangiava tutti. Poi a 12 anni mi misero a servire dalla famiglia Brusati e un'altra famiglia che si trasferì a Milano volle con sè la Luigia. 
A poco a poco la mamma rimase sola con le due piccoline e allora lo zio Giuseppe le disse di andare a Milano, le trovarono un locale vicino a loro e la mamma fu molto contenta perchè tutti erano vicini di mente e di cuore. 
Trovò subito lavoro per la cucitura dei pantaloni dei soldati.
Floriana Ferrarini

7 commenti:

  1. Ciao FLORIANA seguo con interesse il tuo racconto perche' come ti ho detto sono sempre in quei posti. Hai detto che sei stata alla cascina S.MARTA se la vedi non la riconosci più l'hanno ristrutturata, c'e' il maneggio, coltivano ortaggi che poi rivendono in uno spaccio . Se hai vissuto li' ti ricorderai senz'altro della piccola chiesa della MADONNA DEL DOSSO vicino a GAGGIANO dove i contadini "FITAUL" si radunavano per ringraziarla della riuscita dei raccolti . Certi luoghi sono rimasti ancora come li ricordi TU.CIAO

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  2. Cara Floriana belli questi raconti mi piacciono tanto perchè assomigliano alle storie che mi raccontava mia nonna. ho visto che sei andata in ferie buone ferie allora e spero che troverari bel tempo ciao qui non è bello ieri sera aceso il termo una oretta.

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  3. E brava la Floriana con i suoi racconti dalle padane nebbie. Ma io non ti ho mai sponciato, vero? In verità faccio un po' di fatica a sponciare una signora così sensibile e a modo, ma purtroppamente la mia indole mi sprona e allora dovrà trovare qualche modalità di pungolatura acconcia alla bisogna. Bar segan sich.

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  4. Sono contenta che vi sono piaciuti i ricordi della mia nonna lombarda, io ho avuto due nonne molto diverse tra loro ma entrambe donne di spessore, le amavo moltissimo e le consideravo molto più avanti della generazione successiva. Floriana

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    1. BENTORNATA FLORIANA ieri sono andato in bici a MAIRANO e ho mangiato "AL PURTEGHET" mentre si mangiava ho raccontato la tua storia agli amici e ai gestori del locale; tutti sono rimasti ad ascoltare molto curiosi di sapere come si "VIVEVA" felicemente nei tempi che furono.

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    2. Ma poverini quelli di Mairano o sono oriundi o non si sono fatti raccontare nulla dai loro nonni!!!! Scherzi a parte sono felice di apprendere che la Cascina Santa Marta è stata ristrutturata perchè era un posto meraviglioso e pieno di vita che valeva la pena salvaguardare Floriana

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