Spesso i numeri scattano fotografie più nitide
delle parole. E’ quanto accade con il report annuale sulle attività dei
Pronto Soccorso del Veneto, dati raccolti e diffusi proprio in occasione
della settimana nazionale del Pronto Soccorso, che si è appena
conclusa. Numeri che danno modo non solo di comprendere l’ampiezza del
bacino di utenza, ma anche di leggere gli andamenti e le tendenze, così
da capire meglio dove intervenire. E, possibilmente, anche come.
Spazio ai numeri dunque. Nell’ultimo anno, vale a dire nel 2013, i
Pronto Soccorso del Veneto (sono in tutto 46, ai quali vanno sommati 10
punti di primo intervento) hanno accolto e curato 1.765.213 persone,
erogando loro 13.672.487 prestazioni sanitarie, pari a 7,7 prestazioni
per paziente, con una spesa complessiva di 178.546.137 euro. Per fare
tutto ciò sono stati impiegati 500 medici, 1.200 infermieri
professionali, 300 operatori sociosanitari e 250 autisti di mezzi,
perlopiù ambulanze. Nel 75% dei casi l’attesa media dei codici bianchi e
verdi per ricevere le cure si è attestata al di sotto di un’ora. Il
100% dei codici rossi è stato assistito immediatamente. Nel 2013,
rispetto al 2012, sono diminuiti complessivamente gli accessi (erano
oltre il milione e ottocentomila, mentre nel 2011 c’è stato il picco,
appena inferiore ai 2 milioni di utenti), ma sono aumentate le
prestazioni erogate, che passano da 7,3 a 7,7 per paziente.
“Questi numeri parlano forte e chiaro – commenta il Presidente della
Regione, Luca Zaia – e testimoniano di un sistema efficiente, a livelli
di record europeo, e capace di erogare prestazioni di alto livello a
costi ragionevoli. E soprattutto in forma praticamente gratuita per chi
ne ha davvero bisogno, a differenza di altri Paesi nel mondo (sempre di
più) dove, oltre al triage sanitario, ti viene fatto anche quello alla
carta di credito. Ciò nonostante si può ancora migliorare, e lo faremo
con l’applicazione delle recenti linee guida per la gestione delle
attese nei Pronto Soccorso che dovranno entrare in vigore ovunque a
partire dal primo settembre con nuove regole e nuove figure come gli
steward di sala, tutte rivolte a velocizzare l’assistenza e rendere più
confortevole e informata l’attesa. Gli interventi operati dagli uomini
del pronto soccorso in un anno sono stati oltre 300.000 – conclude Zaia
–, il che significa poco meno di 1.000 al giorno. Un grazie a questi
angeli è perlomeno doveroso”.
Spulciando tra i numeri, si scopre la classifica stilata per numero
di accessi in ospedale. Quello di Santorso è nel gruppo arancione, vale a
dire con un volume di utenza annuale compreso tra 50mila e 75mila
pazienti (che tradotto vuol dire all’incirca 200 persone al giorno). Le
strutture al top, il gruppo rosso, vale a dire oltre i 75mila accessi
l’anno, sono i Pronto Soccorso di Vicenza, Treviso, Mestre, Padova e
Verona Borgo Trento.
“Il nostro sistema – aggiunge l’Assessore alla Sanità, Luca Coletto
–viene studiato in mezza Europa, per i numeri e per la tipologia
organizzativa, grazie ai quali il Veneto è anche capofila di uno studio
dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sociosanitari Regionali (Agenas). I
successi fanno piacere, ma ciò che conta davvero è lavorare giorno dopo
giorno ad affinare tutta la filiera dell’attività, con un occhio di
riguardo agli anziani e ai bambini. Un Pronto Soccorso efficiente,
supportato dal prezioso filtro professionale dei medici di medicina
generale salva vite, velocizza le cure nei casi acuti e, con
l’osservazione breve intensiva, consente alla gente di non stare in
ospedale un minuto più del necessario e alla struttura di ridurre la
durata dei ricoveri e quelli impropri”. I pazienti assistiti in
Osservazione Breve Intensiva, sempre nel 2013, sono stati 164.759, pari
al 9,3% del totale, con una forte accelerazione dei tempi di diagnosi e
della dimissione o del ricovero con diagnosi certa.
Altre curiosità: più uomini che donne tra i pazienti (50,87% contro
49,13%). Il 30% ha lamentato all’arrivo problemi di natura traumatica.
Di nazionalità straniera il 12,3% degli utenti, superiore al 10,6% dei
residenti, il che si spiega con gli elevati flussi turistici che
riguardano il Veneto. Il calo degli accessi complessivi, con riduzione
dei codici bianchi e verdi, ha visto però un aumento dei codici gialli e
rossi, assai più impegnativi da trattare. E per quanto riguarda le
fasce di età, il calo ha riguardato soprattutto i più giovani, con un
leggero aumento dai 45 anni in su, mentre il picco di presenze è sempre
nella fascia d’età 25-44 anni. Infine un accenno alle prestazioni
erogate, come detto in aumento nonostante il calo degli accessi, il che
si spiega con un incremento dell’approfondimento diagnostico. E si
tratta di un aumento costante negli ultimi anni: 6,3 per paziente nel
2009, 6,7 nel 2010, 6,8 nel 2011, 7,3 nel 2012, e infine 7,7 nel 2013.
“Tutte le Ulss – è scritto nel report dei dati relativo alla Regione
Veneto - hanno già trasmesso i loro progetti aziendali per la gestione
delle attese nei Pronto soccorso, che saranno accompagnati da una nuova
organizzazione. Tra le novità principali, gli accertamenti specialistici
urgenti che saranno inviati direttamente al reparto o ambulatorio
specifico senza passare per il Pronto Soccorso. I pazienti clinici
monospecialistici (come le donne in gravidanza) verranno indirizzati
direttamente allo specialista con il sistema denominato ‘Fast Track’; il
ricovero di un paziente dovrà avvenire immediatamente dopo l’intervento
in urgenza, senza attendere nemmeno un minuto”.
(fonte Thiene on line)
Beh, se fossero vere queste baggianate, ieri sarei tornato a casa dal PS verso le nove di sera, invece
RispondiEliminason rimasto fino alle due di stanotte, codice rosso, con ricovero della paziente deciso alle 1,30.
Alle due di notte in codice bianco c'erano ancora quindici-venti persone.
Statisticamente le altre volte, codice giallo, mai meno di sei ore,
Zaia, chi fa le statistiche per te, sa fare una divisione? Una somma?
Io penso che i conteggi li facciano così: ogni accesso al PS viene moltiplicato per il numeri di esami
che ti fanno, media 7,7 leggo. quindi tu sei 7,7 volte te stesso nel conteggio. Sei rimasto 6 ore?
fanno 6 diviso sette, e salta fuori meno di un'ora.
Diversamente dovrebbero dimetterti dal PS qualche ora prima del tuo arrivo, per avere una media
inferiore all'ora, per il codice bianco.
FACCIAMO NOI UNA MEDIA? CIASCUNO DICA IL TEMPO DEL CASI CHE SA
Sono numeri falsi certo, la verità è che rispetto a qualche anno fa l'attesa è molto ma molto molto più snervante e pure la qualità del servizio non è più la stessa. Quelli che operano all'interno della struttura ospedaliera sono grossomodo gli stessi che trovavamo a Schio e Thiene, dunque è cambiato qualcosa di organizzativo. Intanto un drastico calo del personale causa i tagli alla spesa. E poi? Quasi tutti si lamentano, i primi quelli che ci lavorano dentro. C'è qualche eccezione che dovrebbe essere però la regola. E poi: quanto orrendo è come struttura? Complicata, un labirinto, grigia, triste, fredda. Insomma ORRENDA. Ah quando c'erano loro cari voi... i mitici ospedali di Schio e Thiene!!! Quanto li rimpiango!!!
RispondiEliminaA me personalmente l'ospedale di Schio non è mai piaciuto, preferivo quello di Thiene. Comunque, tutto sommato della nostra Sanità non è che possiamo poi tanto lamentarci. E' vero, che spesso il PS è intasato ma è anche colpa dell'utenza tante volte. C'è gente che per ogni stupidata va al PS e poi si lamenta perché deve aspettare ore
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