mercoledì 11 giugno 2014

Baco da seta

Io mi ricordo che anche a San Piero 
c'erano degli allevatori dei bachi da seta e anche dei cincillà. 
Mi pare di ricordare l'Argenta per esempio. 
Forse Lino posterà un messaggio che ce la racconta più lunga.

4 commenti:

  1. Anche Nicola Maule ha allevato cincillà

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  2. Nella casa dei nonni Menara le Madame avevano anche questa occupazione. I gèlsi erano dietro casa. Mia mamma mi raccontava che un uomo passava per prendere la produzione dei bachi. Non so dove andava, poi. Forse a Schio(Rossi?), Malo (filande corielli ?) Una ricerca su questa vecchia industria sarebbe molto interessante per la memoria della valle.

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  3. che crudeltà innecessaria,bolliti vivi per stappargli la casetta.Spero che la seta passi di moda come la pelliccia.

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  4. Credo che le donne della mia famiglia siano state le ultime a coltivare "i cavaliere"('il baco da seta)
    qualche anno dopo la guerra. Facevano questo lavoro in piu' del normale.Si diceva che erano soldi
    loro;non nella mia famiglia.Si cominciava i primi di maggio per 30-35 giorni. Si andava a raccogliere
    la foglia dove c'era ancora qualche vecchio moraro. El poro GHITI aveva quattro bei morari en te la
    so piantà in campagna. Negli ultimi giorni siamo andati a cercare foglia fino al Casotto.
    All'inizio sono poca cosa, ma crescono velocemente,mangiano giorno e notte.Si fermano solo
    quattro volte(la dormita)per fare la Muta( cambiare la pelle).Si deve costruire castelli e porre le arele
    (letti) in continuazione.Alla quinta muta diventano gialli trasparenti e fuggono da tutte le parti per
    trovare un appiglio per attaccarsi e chiudersi dentro il Bozzolo (la galeta).

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Potenza del nome

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