martedì 10 giugno 2014

I primi del '900 nella Bassa Padana 1

Floriana ha trovato tempo fa in soffitta il diario di sua Nonna paterna (Felicita Gina) che lo scrisse quando era in Casa di Riposo e ha chiesto di pubblicarlo a puntate perchè ritiene che siano spaccati di vita simili a quelli che han vissuto i nostri Avi nello stesso periodo pur in zone diverse. Ricordiamo anche durante la prima guerra quante Persone delle nostre zone sono stati costretti ad andare profughi nella Bassa Padana, uno per tutti: Stradella.
Sua Nonna non aveva frequentato le scuole, ma poi durante l'adolescenza, ha frequentato famiglie benestanti a servizio e ha imparato ad esprimersi in italiano, successivamente dovendo gestire un negozio a Milano, aiutata anche da suo nonno, ha imparato a scrivere e a fare di conto. Naturalmente la scrittura nel diario non è delle migliori e la grammatica nemmeno, ma riesce comunque a rendere la situazione con vocaboli anche di sostanza imparati lungo il percorso della sua vita.


Primavera 1965 - E' dal letto di dolore che scrivo queste righe rammentando la mia spensierata gioventù. Credevo di ritornare presto a casa, ma incominciano a passare i mesi, lenti, pesanti e tristi, pieni di sapore di lacrime e così sono scomparse tutte le speranze mie, ma trovo molto conforto nella rassegnazione e in Dio, occupo un po' la mia mente nei ricordi giovanili e quei dolci ricordi mi aiutano a rallegrare la mia triste vecchiaia. 
Di ricordi lieti e tristi scrivo durante tutta la giornata affinchè il passare del tempo sollevi la mia sacrificata e inutile esistenza, leggendo, troverete molti errori, ma passateci sopra perchè Felicita (Gina) poverina, per sua sfortuna, non ha frequentato le scuole.
Sono nata a Tavernasco il 10 giugno del 1895 e ho un fratello Attilio nato nel marzo del 1897. Mio padre faceva il sarto e parrucchiere e mia madre lo aiutava da sarto d'uomo. Io certi giorni dovevo accompagnare il  papà con i suoi pacchi di arnesi da lavoro perchè da qualche anno si ammalava di polmonite e soffriva di cuore; si andava a Mairano dai fittavoli, dal maestro, dal capomastro e dallo zio Giuseppe e tutti li dovevamo servire di barba e capelli e se occorreva anche prendere le misure per i vestiti. Poi via a pochi passi verso la Cascina Girola dove abitava la zia Angela con le figlie e il figlio impiegato alla Bianchi di Milano. Poi un
altro giorno si andava alla Cascina Mugna a Vernate, là c'erano tante famiglie e vi abitava zia Peppina che mi faceva sempre la frittata con le rane e un buon risotto alla paesana, certo che dopo tanto camminare si aveva molta fame e tutto si gustava con piacere. 
Un'altra volta si passava da Barate dove abitava il salumiere amico di papà detto "el cent mestè" poi alla Cascina Grande dal nonno Luigi fattore dei fittavoli. La nonna Marcella mi faceva una gran festa e mi preparava la polenta e pesciolini e mi faceva assaggiare il "salame dell'ula", la nonna era una donna molto fine e avveduta nella sua casa nulla mancava; da poveri, ma c'era tutto e lei conservava la carne di maiale per fare la "casseoula"
con le verze d'inverno e anche la frutta e la verdura sapeva mantenerla bene per tutto l'anno. 
Aveva un bellissimo orticello e vi cresceva ogni ben di Dio, bellissimi fiori assortiti (era sempre primavera) la verdura e la frutta e delle zucche così grosse da sfamare una famiglia intera. Melga, fagioli e riso non mancavano mai e noi si tornava a casa sempre carichi, così i nonni vivevano sereni e felici.
Il babbo man mano che passavano gli anni invece di guarire si esauriva sempre di più e certi suoi amici gli consigliarono di andare ad abitare a Zibido così non doveva fare più tanti chilometri a piedi e avrebbe avuto abbastanza lavoro per vivere, perchè gli abitanti erano molti di più e così  nel 1900 ci trasferimmo nei locali di proprietà del Parroco. 
C'erano due osterie: una del Leonino, molto vecchia e conosciutissima e l'altra della Letizia rimasta vedova con sette bambini; c'era il grosso podere del signor Rosti con tutte le famiglie dei suoi paesani, la Chiesa e a fianco altri fittavoli di terra per la coltivazione delle verdure che portavano al mercato di Milano. Poco distante il podere del signor Galimberti e appena più avanti una grande corte, un bellissimo giardino e un maestoso antico palazzo dove abitavano i signori Osnaghi, proprietari di terre e stalle con numerosi capi di bestiame. Dirimpetto alla Chiesa una bella palazzina con pergolato d'uva dove abitava il pollivendolo proprietario di un biroccino che usava per girare i paesi a raccogliere uova fresche e polli da vendere ai salumieri della zona. Con il loro tran-tran tutti vivevamo felici e contenti. Intanto mio padre acquistava simpatia e lavoro e una sera del marzo 1900 disse a me e mio fratello di andare a San Giacomo a prendere il sale, il tabacco e i fiammiferi e passando dal Cimitero di pregare Gesù Bambino.
 
Al ritorno abbiamo trovato una bellissima sorpresa: 
la nostra sorellina Luigia.
Floriana Ferrarini 1° parte

11 commenti:

  1. Carla deve esserci un virus che fa sparire i messaggi............Il mio c'era questa mattina : l'ho letto.
    Adesso non c'è più ! Comunque, grazie a Floriana che ci fa condividere documenti personali, molto commoventi.

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    1. La vita era un po' uguale dapertutto e assomiglia molto alla nostra è vero. Mi sorprende piacevolmente che a quei tempi la nonna avesse tenuto un diario. Chissà se avesse potuto vivere in tempi diversi, forse oggi sarebbe una grande scrittrice. Brava Floriana e grazie a condividerlo su queste pagine. Senza volerlo l'hai messa on line e sarà contenta.

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  2. Grazie Floriana per condividere il diario di tua nonna con noi. Anche la nonna di mio marito (Lino Baron) è stata profuga a Stradella ove è morta di appendicite (?)

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    1. Ciao Renata, ma se ci sono discendenti a Stradella potremmo provare a cercarli....Floriana

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    2. Ciao Floriana, non ci sono discendenti a Stradella poichè i tre figli che aveva non so come e con chi ma sono tornati in paese.

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  3. Ciao
    Floriana sono agos sto leggendo questa storia ai luconi e mi piace molto visto che parli dei posti in cui vivo e che visito quotidianamente visto che abito a buccinasco e conosco molte persone in quei paesini x esempio l oste di mairano era lo zio di mia moglie.dai vai avanti con questo racconto che mi piace un sacco.ciao agos

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    1. Ciao Agos vedi quanto è piccolo il mondo??? Io fino a quattordici anni fa ho abitato alla Barona e quando sono nata fino a nove mesi (momento in cui ho conosciuto il Maso Stefani a San Pietro) sono rimasta a balia alla Cascina Santa Marta vicino a Badile!!!!! Floriana

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  4. Ma quel picolo nudo sul letin, xelo sempre Sponcio ?

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  5. Complimenti,Floriana!!! Me ne avevi accennato...l'hai fatto....Sarebbe stato un vero peccato
    che una maniera di vivere del novecento non fosse stata conosciuta oggigiorno.
    Ma sopratutto brava la nonna che se pur anziana e malata ha avuto la forza e la volontà
    di scrivere i suoi ricordi. Bel'esempio da imitare......

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  6. grazie Floriana per questo racconto. sono storie chemi fa piacere leggere perchè mi ricordano quele che mi racontava mia nonna prima di dormire ne hai ancora?

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  7. Questa nonna si che sapeva scrivere !

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