Perché la stupidità ci domina con tanta ostinazione?
Punto primo:
non la respingiamo con forza e non tendiamo con slancio
alla salvezza;
punto secondo: non abbiamo sufficiente fiducia nelle
verità scoperte dai saggi, non le accogliamo nel profondo del cuore e ci
dedichiamo con scarso impegno a una questione tanto importante.
Come
può imparare quanto serve per combattere i vizi chi si applica nei
ritagli di tempo che i vizi gli lasciano?
Nessuno di noi va a fondo; cogliamo solo quanto è in superficie e i
pochi minuti spesi per la filosofia bastano e avanzano per gente tanto
affaccendata. L'ostacolo maggiore è che siamo subito soddisfatti di noi
stessi; se c'è qualcuno che ci definisce valenti, saggi, virtuosi, gli
diamo immediatamente credito. Non ci accontentiamo di lodi misurate:
accogliamo come dovuto il cumulo di spudorate adulazioni che ci vengono
rivolte.
Concordiamo con chi afferma che siamo gli uomini più virtuosi e
saggi, pur sapendo che quelle persone mentono spesso e volentieri; siamo
così indulgenti con noi stessi perché vogliamo essere lodati per virtù
esattamente opposte al nostro modo di agire.
Il carnefice (proprio
mentre tortura) si sente definire l'uomo più mite, chi vive di ruberie
l'uomo più generoso, il libertino ubriacone l'uomo più temperante;
di
conseguenza non vogliamo correggerci perché ci crediamo perfetti.
Caro Seneca, son passati tanti anni, ma questi che ti angustiano esistono ancora.
RispondiEliminaLucilio