Una festa diversa
quest’anno: credo non deve esserci la corsa al regalo… (sarebbe
inaudito), ma più che altro, serva fermarsi e pensare quale potrebbe
essere il miglior regalo per il papà in questo 19 marzo così
strano...
Penso a chi non lo ha più
e c’è il dono di una preghiera o di un lume, penso a tutti i papà
nelle case di riposo che non possono ricevere gli auguri; ai papà
che sono lontani per lavoro e a quei papà oggi in prima linea negli
ospedali, che per salvaguardare la famiglia, dormono fuori casa; ai
neo papà che sono gli unici della famiglia a poter stare accanto
alle mamme con i neonati, con tutti gli accorgimenti e le protezioni.
A quei papà che fanno fatica a tirare avanti e a quelli che questo
virus ha portato via inaspettatamente... Molti papà saranno a casa
dal lavoro in questi giorni e potranno avere un tempo più lungo
dedicato a loro, con doni unici e genuini, come sanno fare i bambini
con tutta la loro semplicità, ma con tanta profondità. Auguro a
tutti i papà di guardare a San Giuseppe, alla sua dedizione, al suo
grande amore, al suo essere nascosto, ma sempre punto di riferimento:
Giuseppe è stato un grande uomo, che ha saputo accogliere e
custodire il grande dono che gli era stato fatto, nonostante
l’impossibilità di comprendere il grande mistero che ha avvolto
la sua paternità.
Ci affidiamo in questo
giorno con un’accorata preghiera a San Giuseppe, perché protegga
le nostre famiglie, l’Italia, l’Europa e il mondo intero.
Per finire, vi lascio una
filastrocca di un tempo, quelle che eravamo soliti imparare e
recitare come fosse una preghiera.
Lucia Marangoni Damari
“San Giuseppe
vecchierello,
varda là in quel sestèllo
par infassàre Gesù
bello:
Gesù bello, Gesù
d’amore,
par infassàre nostro
Signore”
San Giuseppe
vecchierello,
cosa avete in quel
cestello?
“Erba fresca, fresche
viole,
nidi, uccelli e lieto
sole,
nel cantuccio più
piccino
ho di neve un
fiocchettino!”
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