sabato 21 marzo 2020

Il tempo dell'ozio


Gianni Spagnolo © 200318
L’inattività forzata cui ci costringe questa inaspettata segregazione in casa porta alcuni di noi a sperimentare qualche dimenticata sensazione, come l’ozio e la noia. Non saranno così nuove invece per le tante persone anziane, sole, o inabili, di cui possono essere quotidiani e pedanti compagni di vita.
Ozio deriva dal termine latino “otium” che non aveva in origine la connotazione negativa  che oggi noi gli attribuiamo. Era una condizione che rimandava alla solitudine, concepita come dedizione alla contemplazione, alla riflessione, agli studi, ed è contrapposto al termine “negotium”, cioè non-ozio, inteso come attività lavorativa (da cui il moderno “negozio”). Perciò non sempre l’ozio è stato condannato come vizio sociale o ritenuto  addirittura il padre dei vizi.
La vita moderna ci porta all’attivismo sfrenato del lavoro obbligato e al produrre per il produrre unito ad un consumo altrettanto obbligato e senza gioia. Produrre è un dovere e l’obbligo di produrre prevale sul libero agire: lo vediamo anche in frangenti come l’attuale emergenza sanitaria. 
Lo sappiamo tutti che concetti come crescita e sviluppo si riferiscono a condizioni temporanee e non eterne: ce lo mostra la natura in ogni sua piega. Non si può crescere indefinitamente, così come ogni sviluppo ha un inizio ed una fine; anche nell’uomo, con tutta evidenza. Una società che monetizza il tempo è ovvio però che abbia in avversione l'ozio e infatti per noi tra ozio e miseria c’è un nesso di causa ed effetto, s'instaura una circolarità viziosa.  Il bene però aborre gli estremi per cui una vita equilibrata e ben ordinata deve sapere bilanciare le opposte necessità. Condannando dunque l’ozio come spreco e dissipazione non possiamo tuttavia dimenticare quella sua componente vivificante che intendevano gli antichi. Quell'otium opposto al negotium, sottratto al giro degli affari, al circuito immediato della produzione e del consumo. L'ozio non inteso come fuga dal lavoro, ma, al contrario, coincidente con l'agire libero e più esattamente con il modo d'agire proprio degli uomini liberi. Un ozio che dunque non è svago, come oggi per lo più lo si intende, ovvero come una necessaria momentanea sospensione dalla fatica in vista di una migliore ripresa, ma riappropriazione di una nostra dimensione spirituale o creativa. 
Nell'ozio l'uomo si libera da sé, dal suo immediato interesse, non per negarsi, ma per meglio ritrovarsi, per pervenire alla più compiuta consapevolezza della sua vera condizione. Non a caso l'ozio degli antichi era caratterizzato dallo studio disinteressato: non quello funzionale ai risultati immediati, ma quello necessario solo per capire, per contemplare. Fatto per scoprire davvero quello che siamo: un frammento minimo in una storia infinita, un breve respiro nella vita della terra, un'increspatura d'onda nel grande mare dell'essere. Il tempo dell'ozio è infine il tempo delle giuste relazioni con gli uomini. Negli affari le relazioni umane sono spesso strumentali. L'ozio, al modo in cui favorisce un sapere disinteressato, libera spazio per l'intimità. "Il lavoro non cessa mai d'essere fatica. Tuttavia la fatica la si sopporta e perfino la si cerca se essa si riscatta nell'opera. Se poi l'opera da realizzare e da portare a compimento siamo "noi stessi", allora dobbiamo regalarci tempo. È doveroso sottrarsi all'alienazione del produrre senza destinazione. Dobbiamo destinare a noi stessi la nostra fatica, spartirla con gli amici, dedicare il nostro tempo a quelli che amiamo." (cit. S. Natoli).
Bene, questa edificante pappardella non è altro che la premessa tendenziosa per una domanda che il Blog rivolge ai suoi follower:

  • Come stai usando il tuo tempo di ozio?


Un modo di usarlo è anche di commentare questo Post: forza allora, fatevi avanti!

6 commenti:

  1. Ciao Gianni, non so come fai, ma sei sempre interessante. in questo periodo di Coronavirus, ti confesso che, finora, non ho avuto mai la sensazione di provare ozio o noia. Trovo invece che sia un momento di riflessione seria sul nostro modo di vivere e sulle variabili che dovremo personalmente apportare nel dopo-virus.
    Per quanto riguarda il come trascorro questo tempo, posso dire che apprezzo molto il riposino pomeridiano a cui non ero abituato, e ancora di più gli hobby di sempre. Le giornate passano serene e tranquille, indubbiamente ho ricevuto in regalo una grande dose di fortuna.

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  2. Giulio Lucca Parigi22 marzo 2020 alle ore 17:13

    L'ozio non è uno svago come lo scrive bene Gianni nel  suo  articolo. Con  questo mio scritto cercherò di fare un  parallelo  tra  i modi di comunicazione possibili oggi e quelli che c'erano una volta, dunque scrivete!
    Anche se l'ozio può essere  interpretato  in maniera  diversa,   se siamo ricchi oppure poveri,  se siamo giovani  oppure  di una certa  età!
    Nel post scritto da Carla il 19 avevo già fatto un tentativo, un richiamo ai lettori del blog per scrivere la loro esperienza di come viviamo questo periodo  (cauchemardesque) drammatico che ci fa stare cosi tanto  male.
    Qualche anno fa stavo passeggiando nel  giardino  delle Tuileries  a Parigi, questo giardino parte dalla piazza della  Concorde e va fino al Louvre, è assai grande, farà 1 km x 300 mt. In quel periodo  stavano  ristrutturando una strana  fontanella con dei gradini attorno. Ho chiesto di cosa di trattava, una persona disponibile, vedendo la mia curiosità mi ha fatto una bella lezione di storia sul lavoro in corso. Questa specie di teatro fontana con dei posti a sedere attorno  e con un piccolo palco si chiama un Exedre in francese, penso  che in Italiano si chiama forse uguale o assomiglia. Questo signore mi raccontava che nella Grecia antica, considerata come la culla della democrazia... questi Exedres servivano di ritrovo, al fresco, al riposante e dolce rumore dell'acqua. Lì si parlava di tutto, della vita sociale, culturale, economica del passe, come pure le decisioni che si prendevano. In quel momento mi sono ricordato che quando ero ragazzino  sù ai Lucca (penso che anche nelle altre contra' era uguale) c'era un signore  che si chiamava Nane Suchiti? che durante le calde serate estive (lo faceva anche in inverno) ci radunava 10/15 ragazzini davanti casa per raccontarci le sue avventure vissute in America... Ci insegnava l'educazione e il rispetto.
    Ieri avevo scritto  qualche cosa su questa bruttissima attualità, ho fatto un errore d'invio, però oggi ricomincio! Il momento è troppo grave, siamo tutti in pericolo, tutti in situazione  di CONFINAMENTO, abbiamo questo blog... utilizzatelo per incoraggiarci, dicendoci che ce la faremo, che ci saranno  dei giorni migliori, più belli, pieni di sole e di felicità. E' difficile  per tutti, per alcuni è insopportabile cerchiamo di essere positivi, pensando  che quando  tutto sarà finito ci ritroveremo per fare la festa a San Piero. Le mie occupazioni oggi sono quelle di molti altri di noi in questo periodo: lettura, enigmistica varia e poi ascolto musica anche grazie al mio amico Gallo che mi ha fatto riscoprire certi  pezzi dimenticati. Dunque, come invita a fare Gianni scrivete!!! Tutti siamo in grado di farlo, invio un grande saluto a tutti i lettori, buona salute e abbiate cura di voi RIMANENDO IN CASA!

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  3. Grazie a Giorgio e Giulio per i loro interventi e le loro osservazioni. Volevo dire che i commenti non sono riservati a chi ha il nome che comincia per G, sono aperti a tutti. Forza, dai!

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  4. Provo a partire mi con la C...
    To sorèla la xè dala scrivania sul PC... al divano col celulare... Voja de far ben sàlteme dosso... sempre in pigiama, cavà quando ca vao a fare la spesa (do volte la setimana gà dito Conte)... pulissìe de primavera zero... fuochista gò delegà la Mama... lavo i piati na volta al dì la sera... i poci no se i conta... a fine quarantena, se sarà solo na quarantena... i farà prima a saltarme via che a girarme intorno... :-((( e pensare che el primo dì de primavera ghevo da scuminsiàre a fare la dieta... :-(((
    Da domàn me son proposta de tajàrme i poci (come fioreto de quaresima) e provo scominsiàre a cusìre mascherine...

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    1. Eco, brava! Da doman Quaresima streta e fioreti a manego!

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  5. Complimenti Carla hai reso l'idea di come si passano le giornate.
    Questo poltrire stanca più che lavorare. Un po' ho fatto pulizie
    Un po' letto qualche libro, mi sto dilettano a lavorare con Lana e ferri ma tutto questo non lo vivi come una tua scelta e perciò non lo apprezzi come si dovrebbe. Speriamo passi presto.

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