giovedì 26 marzo 2020

Burka

 
Gianni Spagnolo © 200320
Dall’inizio di questa forzata clausura siamo stati inondati sui social di meme goliardici che cercavano di sdrammatizzare l’inedita situazione. L’acuirsi della gravità della pandemia li sta riducendo sempre più, anche perché cresce l’ansia sulla sua durata e diffusione e se ne avverte pericolosamente il fiato sul collo. È bene tuttavia tenere sempre in serbo un po’ d’ironia; se non in serbo almeno in croato.
Siamo ora un po’ tutti alla spasmodica ricerca dell’agognata mascherina omologata e, in sua assenza, c'inventiamo delle alternative artigianali per limitare le possibilità di contagio; almeno quando siamo costretti ad uscire per le famose “necessità inderogabili”.
Ci sono tuttavia dei rischi che la mascherina da sola non è grado di evitare e che in questa prima fase di segregazione in casa non sono ancora del tutto evidenti. Lo saranno certamente più avanti. Non si tratta, è vero, di rischi vitali come il contatto col virus, ma alla lunga possono diventare parecchio lesivi dell’autostima, specie, ma non solo, per la metà del mondo più sensibile alla materia. Infatti il prolungato mancato ricorso a:  parrucchiere, estetiste, solarium, centri fitness e altri professionisti dell’apparenza, è destinato a creare gradualmente delle figure umane un po’ diverse da quelle che eravamo abituati a vedere in giro. Tanto più se aumenteranno le restrizioni ai beni veramente necessari e si prolungheranno questi arresti domiciliari. Il rischio più grosso che corriamo  è la scomparsa delle bionde! Non solo le sigarette però, anche della miriade di dame dagli improbabili geni vikinghi. Neanche quelle di più mediterranee sembianze possono tuttavia dormire sonni tranquilli. Prossimamente, per uscire furtivamente a fare la spesa alimentare, la sola mascherina potrà giovare al massimo a coprire un sorriso meno smagliante e l’eventuale incipiente peluria sulle labbra, ma non le forme sempre più tondeggianti, le unghie da formichiere, la pelle smunta, le setole da cinghiale e le arruffate chiome pepe & sale.
Ma non disperiamo, c’è una soluzione per tutto!
Conosciamo infatti un dispositivo di protezione già ampiamente sperimentato in varie parti del mondo e che si presta meravigliosamente alla bisogna: il burka.
Il burka può essere facilmente confezionato in casa riciclando i più svariati tessuti. Qualche vecchia tenda, quel brutto copriletto regalato dalla suocera, uno scampolo di stoffa gabardine dimenticato in fondo all'armadio o, in extremis, la coperta del cane. Poi basta scaricare i cartamodelli online da qualche sito internet saudita et voilà... il gioco è fatto! Tanto si può confezionare in taglia unica oversize per tutti i componenti della famiglia ed eventualmente anche graffettarlo con la cucitrice qualora difetti l’arte sartoriale. Il burka copre tutto e perdona tutto, inoltre protegge efficacemente la privacy da sguardi indiscreti. Una volta finita l’emergenza potrà essere ancora usato per recarsi nei centri estetici a riprendere le perdute sembianze. Poi è assai pratico e confortevole: si può stare stravaccati sul divano in pigiama tutto il giorno e poi uscire semplicemente indossandoci sopra il burka. Se è di tessuto pesante si può omettere anche il passaggio in doccia. Sotto il burka possono essere nascosti eventualmente anche beni di borsa nera, da barattare con i vicini, qualora la segregazione andasse per le lunghe. Da non sottovalutare anche il fatto che l’aspetto da pipistrello che conferisce dovrebbe fare da deterrente a sto Covid-19, dato che se il virus ha voluto fare il salto di specie dai pipistrelli all’uomo, qualche ragione l’avrà pur avuta e se ne terrà alla larga. Il problema è che questo specifico DPI difficilmente verrà sovvenzionato dalla Regione Veneto, per cui dovremo arrangiarci alla bell'è meglio.
Geniale, no? 

3 commenti:

  1. Questa è una ottima idea ...mi avete propio fatto ridere . Bravissimo

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  2. Letta proprio di gusto...adesso guardo se da qualche parte trovo qualche (strason)x farlo...

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  3. Proprio una bella idea… ma se già con la mascherina quando vado in bottega da Gastone non vengo riconosciuta e mi tocca presentarmi… col burka la vedo dura che mi lascino entrare… comunque è una possibilità! Lucia

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