I
mesi di gennaio e febbraio sono stati per me sofferti negli ultimi
anni, in quanto in questo periodo cade la sessione di esami
universitari ed io mi vedo spesso costretto a rinunciare allo sci di
fondo ed alle uscite sulla neve per concentrarmi sui libri.
Nelle
ultime settimane ci sono state abbondanti nevicate su tutto l'arco
alpino ed in me cresceva l'invidia ogni volta che qualche amico mi
mostrava le fotografie scattate in paesaggi innevati a dismisura.
Meta privilegiata da molti paesani, per ovvi motivi, è stato il
Centro Fondo di Campolongo: chi
c'è andato per sciare, chi per ciaspolare fino al Forte, alcuni solo
per fare quattro sgommate con l'auto
nel grande piazzale; e allora tutti a immortalare la chiesetta
semisepolta dalla neve, i muri di
neve alla Bocchetta di Campolongo o i boschi di sempreverdi spolverati
di bianco intorno alla malga...
Questa
settimana, non dovendo andare a Padova, avevo il desiderio
irrefrenabile di concedermi un po' di
neve per ricaricare le batterie e
distrarmi dai libri...
Una canzone che mi rappresenta bene è "Ma
noi no!"
dei Nomadi, perchè non mi piace seguire le masse, ma preferisco
andare controcorrente, lungo la mia strada;
dunque, scartata l'ipotesi
Campolongo, dovevo pensare a qualcos'altro! L'ispirazione mi è
venuta lunedì
pomeriggio in occasione dell'ultima nevicata in valle: percorrere la
Singéla e raggiungere Camporosà,
che troppo spesso è punto di passaggio anzichè meta, nonostante la
sua bellezza e la sua storia...
Così
stamattina mi sono alzato di buonora, ho preparato lo zaino con il
minimo indispensabile per un'escursione invernale, ramponcini e
ciaspole incluse; alle 8 sono partito dai Baise, non prima di aver
ammirato l'eleganza del vestito immacolato dello Spitz.
Imboccando
la Singéla sono stato accolto da una gelida brezza, ma la stagione
inconsueta non è fredda abbastanza
da ghiacciare la parete rocciosa del "Fontanélo del Salto"
(e, come vedrò più avanti, nemmeno
quelle del "Buso" e del Sojo Alto) che anzi gocciola dando
vita ad un piccolo ruscelletto. Dopo
aver superato le bandiere tibetane, scopro con amarezza che una
valanga ostruisce il passaggio:
per oltrepassarla devo fare attenzione, il rischio di una caduta nel
vuoto non è trascurabile; man mano che procedo incontro altre
valanghe e cumuli di detriti in Val de Dujan, al "Buso",
presso S. Antonio
"de Bastòn", prima dei "Fundi". La salita
procede bene nonostante questi inconvenienti, c'è un leggero strato
di neve
(3-5 cm) leggermente ghiacciata che crepita sotto i miei scarponi;
all'ennesima valanga, più imponente
delle precedenti, sono costretto a calzare i ramponcini per andare
oltre in sicurezza e in quell'istante
avverto in lontananza l'abbaiare di
un capriolo nel bosco.
Ad ogni modo, in un'ora riesco a raggiungere il Capitello, ma lo sforzo è notevole e quindi sono costretto a fermarmi per mangiare qualche quadretto di cioccolata e recuperare energie;
decido di ripartire ancora con i ramponcini, nel caso dovessi superare altre valanghe, ma avvicinandomi alla Val Longa sono costretto a passare alle ciaspole quando mi trovo a sprofondare in circa 50 cm di neve soffice... alle 9.40 arrivo stremato al Sojo Alto: giusto il tempo per guardare con occhi di bambino meravigliose creazioni di ghiaccio, modellate dalle gocce filtranti dalla roccia, che già devo ripartire, ora accompagnato da un caldo sole!
All'incirca alla "Carbonara" il livello della neve aumenta, ce n'è quasi un metro: dopo la foto di rito alla tabella ed una breve visita al baito dei Bonati, mi incammino verso Camporosà, sono le 10 in punto e la strada da percorrere è ancora lunga...
In Val Trugole ho un calo di zuccheri, dunque faccio una sosta obbligata con banana e cioccolata; continuo a sprofondare nella neve lasciando quelle che sembrano impronte di elefante, ogni passo è più faticoso del precedente perchè devo portare il ginocchio a livello dello stomaco, per questo motivo iniziano a sorgere i primi dubbi sul voler proseguire... tuttavia insisto con testardaggine: nella neve sono scomparse anche le orme di cervi e camosci che ben si distinguevano a quote più basse mentre permane il vento freddo all'ombra degli abeti; sono veramente stanco e solo in un mare bianco! Adotto una strategia per combattere la fatica: compio passi brevi e ravvicinati in modo che i solchi lasciati dalle ciaspole rendano meno arduo il ritorno, inoltre vado avanti per tratti di 50-60 passi a testa bassa e poi mi fermo un istante a prendere fiato.
Con
questo stratagemma mi porto fino a Val Vaccaretto, dando di tanto in
tanto un'occhiata in mezzo al bosco
in cerca di animali; mangio al volo un mandarino che mi carica per
affrontare l'ultima salita prima
di Camporosà... in venti minuti, che però durano un'eternità, entro
finalmente nella soleggiata
distesa ricoperta da un manto di neve cristallina: ormai è fatta,
quando arrivo alla malga sono
le 12.10! Mi siedo all'ingresso della colonia, baciata dal sole, e
cercando cibo nello zaino mi accorgo
che rimangono ancora un solo mandarino e qualche quadretto di
cioccolata; sono stato troppo scarso
coi rifornimenti, con la fame che mi
ritrovo sarei disposto a pagare anche 20 euro per un piatto di
pasta al pomodoro o un minestrone
fumante se solo la malga fosse aperta... invece l'unica possibilità è
saziarmi del meraviglioso panorama
che mi si presenta agli occhi, godendomi questa splendida giornata
nella natura!
Verso le 13 decido di rimettermi in cammino, so che la discesa sarà lunga e faticosa, almeno fino alla Val Longa; il fatto di percorrere una traccia già calpestata mi consente di camminare più veloce e sicuro dell'andata ed infatti quasi senza accorgermene, tranne per qualche brontolio di stomaco, in quasi due ore sono di nuovo al Capitello... sono ormai rassegnato per non aver visto anima viva quando all'improvviso, passando al "Salto", sento dei rumori sotto strada e scorgo tra le piante due camosci: un adulto ed un cucciolo, inizialmente tentano la fuga, ma poi desistono e si lasciano scattare qualche fotografia, pur restando guardinghi.
Una
volta arrivato all'auto, provo un misto di sgomento e gioia (oltre
alla stanchezza, chiaramente!): nel giro di poche ore sono passato
dal triste scenario delle frane e valanghe nella parte bassa della
Singèla al panorama incantato della piana di Camporosà... penso che
in primavera ci sarà bisogno di buona volontà, di mezzi e di molta
partecipazione per provvedere ai danni arrecati al sentiero, ma
d'altra parte sono positivo per la costante presenza di animali che
arricchiscono la nostra valle e rendono piacevoli le escursioni.
E'
stata una gran scarpinata, di certo nessuno mi ha obbligato a farla, ma sono soddisfatto per essermi posto un obiettivo ed aver raggiunto
il traguardo prefissato; i panorami incontaminati e le emozioni
provate sono stati un'ottima ricompensa per il sudore versato!!!
12/2/2014
Nicolò Lorenzi
Ben ben bravo NICOLO'!!!! Meno male che ogni tanto c'è qualche baldo giovane che per mezzo dell'obbiettivo si carica sulla schiena i vecioti e li porta in giro per le nostre montagne.Belle foto riescono a trasmettere sensazioni e far sognare ad occhi aperti . Un sincero "IN BOCCA AL LUPO" per i tuoi studi speriamo che finisci presto cosi' avrai piu' tempo da dedicare alla tua sana passione .CIAO
RispondiEliminaTi ringrazio Agostino...la passione ha radici ben salde, in futuro sicuramente ne nascerà qualcosa di buono (ho già qualche progetto sulla carta...) da poter condividere!!
EliminaBrao Nicolà, ca teghè la passion par la nostra Valle... metete in lista, cha te votemo, ostrega!
RispondiEliminaEh, la passion ghe xe, la voja de fare anca, xe el tempo che spesso manca! Per quanto riguarda el meterse in lista xe presto, go ancora da capire come che gira el mondo e far esperiensa...
EliminaChe bello, leggendo ho singelato anch'io !!!!!!!! Floriana
RispondiEliminaGrazie Floriana..sono contento, il mio scopo era proprio quello di trasmettere le sensazioni e far rivivere passo dopo passo la giornata! Buona parte del merito va a Carla, che ha scelto le foto e le ha impaginate in modo eccellente...
EliminaBravo Nicolò, complimenti! Mi hai fatto venire in mente tutte le volte che andavo su per la Singela con mio marito Lino, che fadiga!! Quando Lino era poco più di un ragazzo 13-14 anni faceva manutenzione alla strada per conto del Comune, altri tempi.... Anch'io come altri sono contenta che un giovane è appassionato alla nostra valle, al nostro paese. In bocca al lupo per i tuoi studi.
EliminaAltri tempi, però penso che con una organizzazione mirata dei lavori e la cooperazione di più parti (Comune, CAI, associazioni locali, volontari) si potrebbe mantenere meglio di come è stato fatto negli ultimi anni...per fortuna qualcosa si sta muovendo! Grazie per le tue parole Renata...
EliminaBella giornata nella natura, a ballàre con i caprioli !
RispondiEliminaAnche a mio marito piace queste gite solitarie, a sci, in montagna. Ma io le dico sempre di non partire solo. Tante volte il telefonino non passa in montagna, ed in caso di problema, quando e come possono intervenire i soccórsi ?
Per Bacco dagli dietro una badante come quella del DON vedi che lui viaggia sempre sul sicuro.Scherzi a parte la tua è una considerazione molto saggia infatti è sempre meglio andare in compagnia non si sa mai cosa ci puo' capitare.Comunque anche quando non c'è campo per il telefonino di solito le chiamate di emergenza si possono effettuare.ciao
EliminaDi solito cammino in compagnia, però in questo caso sarebbe stato difficile: di fronte ad una grande fatica, in due, è più facile convincersi l'un l'altro a desistere piuttosto che a proseguire...ad ogni modo i miei genitori sapevano esattamente dove mi stavo recando, il percorso era largo e conoscendo la zona molto bene sapevo dove manca il segnale del telefono!
EliminaQuel che dice Agos è vero, un'alternativa potrebbe essere un walkie-talkie per l'escursionismo: ultimamente si stanno diffondendo per la loro efficacia...
fantastico, proprio un ottimo reportage, alla fine della lettura avevo i piedi... bagnati... ciao
RispondiEliminaE tanta fame!!! Spero con la bella stagione potremo fare qualche camminata insieme, anche con Jino, sui luoghi della guerra: ho molto da imparare e vedere e so che tu Piero sei un grande esperto...
EliminaMi associo al plauso di tutti Nicolò, finalmente qualche voce ancora nella parabola ascendente. Auguri per i tuoi studi ossigenati dalle camminate in montagna.
RispondiEliminaTi ringrazio Philo...
EliminaBravo Nicolò forse hai un pò esagerato però sono tutte esperienze che ti aiutano a crescere.
RispondiEliminaTi faccio tanti auguri per i tuoi studi ma sono sicuro che ci berremo una bottiglia sotto el soio alto per festeggiare la tua laurea. Ciao
A quando l'appuntamento sotto el sojo alto per la bottiglia ?? Ricordatevi che in montagna bisogna salire sempre in allegra compagnia ah ah.
EliminaCol senno di poi Adriano devo darti ragione, sapevo che avrei trovato neve ma non così tenera; diciamo che è stato un ottimo alenamento per la prossima salita al Forte Campolongo!
EliminaPer la bottiglia certamente, anche due, ma non prima di un anno...grazie e un saluto!
Grande Nicolò, madonna ma quanta neve c'era, sono rimasto impressionato dalla foto della tua posizione con l'altezza della tabella sopra il sojo alto, a presto con le camminate... quando ci sarà meno neve ciao gino minai
EliminaTranquillo Gino, con queste temperature la neve cala in fretta...a marzo, finiti gli esami, si riparte con lo zaino!!
Eliminagrazie Nicolo' per avermi permesso di andar su per la Singela...anche se virtualmente.
EliminaComplimenti e buon tutto ....ti si proprio un bravo toseto!
Ogni pan ga la so grosta, ma grazie...
EliminaCerchiamo di incoraggiare e sostenere questa "gioventù"!!! Sono loro il futuro. Bravo Nicolò e complimenti per l'amore per la tua Valle e le tue montagne. Cerca di essere contagioso come un virus... l'unione fa la forza.
RispondiEliminaSe il "reportage" è piaciuto è anche merito tuo per l'ottima impaginazione! Si fa quel che si può, con la speranza di riuscire; grazie Carla e alla prossima...
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