lunedì 10 febbraio 2014

La foiba di Basovizza


Cosa sono le Foibe?

Le foibe sono delle cavità naturali, dei pozzi, presenti sul Carso (altipiano alle spalle di Trieste e dell'Istria). Alla fine della Seconda guerra mondiale i partigiani comunisti di Tito vi gettarono (infoibarono) migliaia di persone, alcune dopo averle fucilate, alcune ancora vive, colpevoli di essere italiane o contrarie al regime comunista. 

Quanti furono gli infoibati?

Purtroppo è impossibile dire quanti furono gettati nelle foibe: circa 1.000 sono state le salme esumate, ma molte cavità sono irraggiungibili, altre se ne scoprono solo adesso, rendendo impossibile un calcolo esatto dei morti. 
Approssimativamente si può parlare di 6.000 - 7.000 persone uccise nelle Foibe, alla quali vanno aggiunte più di 3.000 persone scomparse nei gulag (campi di concentramento) di Tito.

Chi erano gli infoibati?

Gli infoibati erano prevalentemente italiani. In generale tutti coloro che si opponevano al regime comunista titino: vi erano quindi anche sloveni e croati. Tra gli italiani vi erano ex fascisti, ma sopratutto gente comune colpevole solo di essere italiana e contro il regime comunista.
Cosa vuol dire "infoibare"
Le vittime dei titini venivano condotte, dopo atroci sevizie, nei pressi della foiba; qui gli aguzzini, non paghi dei maltrattamenti già inflitti, bloccavano i polsi e i piedi tramite filo di ferro ad ogni singola persona con l’ausilio di pinze e, successivamente, legavano gli uni agli altri sempre tramite il di ferro. I massacratori si divertivano, nella maggior parte dei casi, a sparare al primo malcapitato del gruppo che ruzzolava rovinosamente nella foiba spingendo con sé gli altri. (Il disegno è tratto da un opuscolo inglese).

Perchè ricordare?
 
Nel corso degli anni questi martiri sono stati vilipesi e dimenticati. La storiografia, lo Stato italiano, la politica nazionale, la scuola hanno completamente cancellato il ricordo ed ogni riferimento a chi è stato trucidato per il solo motivo di essere italiano o contro il regime comunista di Tito.

La Foiba di Basovizza

La cosiddetta "Foiba di Basovizza" è in origine un pozzo minerario: esso divenne però nel maggio del 1945 un luogo di esecuzioni sommarie per prigionieri, militari, poliziotti e civili, da parte dei partigiani comunisti di Tito, dapprima destinati ai campi d'internamento allestiti in Slovenia e successivamente giustiziati a Basovizza.


Le vittime destinate ad essere precipitate nella voragine di Basovizza, venivano prelevate nelle case di Trieste, durante i 40 giorni di occupazione jugoslava della città (dal 1 maggio 1945). A Basovizza arrivavano gli autocarri della morte con il loro carico di disgraziati. Questi, con le mani straziate dal filo di ferro e spesso avvinti fra loro a catena, venivano sospinti a gruppi verso l'orlo dell'abisso. Una scarica di mitra ai primi faceva precipitare tutti nel baratro. Sul fondo chi non trovava morte istantanea dopo un volo di 200 metri, continuava ad agonizzare tra gli spasmi delle ferite e le lacerazioni riportate nella caduta tra gli spuntoni di roccia. Molte vittime erano prima spogliate e seviziate.
Ma quante furono le persone gettate nella Foiba di Basovizza? Per quanto riguarda specificamente le persone fatte precipitare nella foiba di Basovizza, è stato fatto un calcolo inusuale e impressionante. Tenendo presente la profondità del pozzo prima e dopo la strage, fu rilevata la differenza di una trentina di metri. Lo spazio volumetrico conterrebbe le salme degli infoibati: oltre duemila vittime. Una cifra agghiacciante. Ma anche se fossero la metà, questa rappresenterebbe pur sempre una strage immane... e a guerra finita!

Il monumento della Foiba di Basovizza

Nel 1980, in seguito all'intervento delle associazioni combattentistiche, patriottiche e dei profughi istriani-fiumani-dalmati, il pozzo di Basovizza e la Foiba n.149 vennero riconosciute quali monumenti d'interesse nazionale. Il sito di Basovizza, sistemato dal comune di Trieste, divenne il memoriale per tutte le vittime degli eccidi del 1943 e 1945, ma anche il fulcro di polemiche per il prolungato silenzio e il mancato omaggio delle più alte cariche dello stato. Tale omaggio giunse nel 1991, anno cruciale per la dissoluzione jugoslava e dell'Unione Sovietica, quando a Basovizza si recò l'allora presidente della repubblica Francesco Cossiga, seguito due anni più tardi dal successore Oscar Luigi Scalfaro, che nel 1992 aveva dichiarato la Foiba di Basovizza "monumento nazionale".

9 commenti:

  1. CARSO!!!!!!!!!! Dighe gnente a sti numari par difeto ; lassando stare tute le altre spandeste in giro par de live.El dibatito xe verto.Vedemo un po come che la pensa la gente!!!!!!!!

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  2. Dimenticate per decenni e riconsiderate quando ormai dall'altra parte non c'era più nessuno a far paura. In seguito a questo furono circa 350.000 i profughi istriani e dalmati costretti a lasciare la propria terra e a disseminarsi per l'Italia. Va tuttavia riconosciuto che neanche gli italiani furono immuni da colpe durante l'occupazione della Jugoslavia e così per realpolitik e nazionale pusillanimità la coperta dell'ipocrisia e della convenienza coprì tutto. Un film già visto anche da noi.

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    1. OK GIANNI !!!!!!Giusto cosi' per essere sinceri con sé stessi.

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    2. Caspita, due post e 24 punti esclamativi.

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    3. tuta gente che vive de passion qua ! Chi no ga peca bute el primo sasso !!!!

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    4. No ghè e no deve esarghe scondarole sule nefandesse, vulìo capirla? Le porcade le va denuncià, che le vegne da dx o da sin... quanti ghe nètu butà zo ti, ca te parli dele piere e dei pecati?
      Te saressi sta contento anca ti de fare no de quei voli, scomèto...

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  3. Per farvi un quadro più consapevole di quel periodo andate a leggervi i libri di Gianpaolo Pansa su cosa successe nel triangolo della morte dopo il 25 aprile 1945 e già che ci siete leggete anche l'ultimo, pubblicato in questi giorni, "Bella ciao. Controstoria della resistenza" e poi ................se volete ................dopo settant'anni .......... ne parliamo.

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  4. Le nefandezze ci sono state da ambo le parti, checché se ne dica; è ora di accettare le verità scomode, o si resta eternamente al palo a fare campanilismo fra dx e sn Astico, dx e sin Tora, partigiani e fascisti, Letta e Renzi, Berlusca e Mortadella, Stato e Chiesa, mafia e Giustizia eccetera... ed anche la Valle va in ... capìo?

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