Ritorniamo ora al paesaggio: nessun insediamento pare ci fosse in antico sui prati dell’Astico a monte delle Forme; tutte le contra' ed i masi erano rialzati rispetto al corso del torrente. A guardare a volo d’uccello lo slargo della valle tra Valpegara e San Pietro sembra il bacino d’un lago, ma si sarà piuttosto trattato, dopo gli alluvioni del 1268 e del 1378, di un alveo allargato, sassoso e infido perché soggetto a frequenti esondazioni.
Si tramanda che nei prati della Stradella, nei pressi di Setteca' fossero un tempo visibili elle vestigia di fondazioni, basamenti di colonne scolpite, di una chiesa (?) e di canalizzazioni (dalle quali si vorrebbe derivare il nome di Forme: dal latino forme, intese come condotti irrigui) , tali da far supporre che lì sia esistito qualcosa di cui si son perse le memorie. Con l'Astico che scorreva approssimativamente sul tracciato dell'attuale stradone Forme-Pedescala, Forni avrebbe avuto infatti a disposizione una piana più vasta e omogenea sulla quale svilupparsi con maggiori dimensioni e potenzialità di quante non se ne possano accreditare ora. Allora non stupirebbe neanche l'appartenenza delle frazioni di Forme e Settecà alla parrocchia e comunità di Forni e alla diocesi di Vicenza, stante il fiume a garante dei naturali confini sanciti dall'editto di Berengario.
Sono ipotesi storicamente non verificabili, certo, che già il Dal Pozzo cassò, ma non prive di una loro plausibilità.
E se la distruzione ad opera del fiume dell’allora fiorente abitato antico di Forni avesse costretto parte delle famiglie, private del sostentamento della terra e delle attività artigianali sconvolte dall'alluvione a disperdersi nella valle e ricollocarsi in altri luoghi contermini?
Oltre
alla devastazione materiale dell’insediamento, sarebbe stata sconvolta anche l'agricoltura e la proprietà fondiaria, col corso del torrente deviato e i prati e i campi sommersi dai detriti.
Sarebbero venute con ciò a mancare anche la sussistenza agricola e le condizioni per ripristinare l'abitato, se non in misura ridotta. Non sarebbe affatto inverosimile dunque che qualche famiglia si fosse accasata nei pressi del vicino
all'Ospizio di San Pietro, in posizione più rialzata e protetta, dando così origine a quella comunità. Parimenti potrebbe essersi verificato che altri sfollati si siano insediati sull’altopiano di
Tonezza, dove forse prima c’erano soltanto ricoveri estivi di minatori e/o
pastori.
Ma com'era strutturato anticamente l'abitato di San Pietro?
Sono ipotesi storicamente non verificabili, certo, che già il Dal Pozzo cassò, ma non prive di una loro plausibilità.
E se la distruzione ad opera del fiume dell’allora fiorente abitato antico di Forni avesse costretto parte delle famiglie, private del sostentamento della terra e delle attività artigianali sconvolte dall'alluvione a disperdersi nella valle e ricollocarsi in altri luoghi contermini?
Consideriamo
che la
prostrazione della popolazione dovette essere grande, anche se è lecito
aspettarsi che gli abitanti si siano salvati dalla furia della piena, dato che
questo tipo di eventi non giunge
inaspettato come un terremoto, ma consente in genere di mettersi al riparo.
Sono persuaso che fosse una sorta di consorzio di masi (ovvero corti familiari chiuse), costituite da abitazioni addossate fra di loro attorno ad una “ARA”, uno slargo adibito alle battitura dei cereali e alle attività agricole rurali, nonché ritrovo di quegli abitanti organizzati in una mezza dozzina di famiglie.
Le corti erano abitate da nuclei familiari omogenei ed erano spesso chiuse da porticati.
Possiamo fare un esercizio mentale a ritroso, togliendo l’edificato dell’ultimo secolo e mezzo e osservando cosa resta. Un più preciso riscontro si può avere con le topografie del Catasto Napoleonico di Bassano.
Il paese è edificato lungo il crinale della collina ed è costituito da 7 Corti originarie, distinte fra loro, nelle quali possiamo ancora pensare di collocare le più antiche famiglie del luogo.
1) Corte dei Toldo attorno all’Areta (Via Santa Barbara);
2) Corte dei Lorenzi attorno all’Ara, (Largo 7 Comuni);
3) Corte dei Rezara/Fontana, (Piazzetta Ortigara e limitrofi);
4) Corte dei Bonifaci/Gianesini (Checa/Fontanelle);
5) Corte della Campagna (Faccin?) (Cima della Pontara);
6) Corte della Rotonda (Merli?)
6) Corte della Rotonda (Merli?)
7) Corte della Rocchetta (?) (Contrà Pertile).
Sulla sommità del colle, ancorata al poderoso basamento roccioso c'era la chiesa, collocata molto più avanti di adesso, le pertinenze canoniche dell'ospizio ed il cimitero. Probabilmente non c'era ancora un vera piazza e questo ufficio era piuttosto svolto dall’Aretta, che offriva fra l’altro un ambiente molto protetto e un eccezionale controllo sulla valle.
Sulla sommità del colle, ancorata al poderoso basamento roccioso c'era la chiesa, collocata molto più avanti di adesso, le pertinenze canoniche dell'ospizio ed il cimitero. Probabilmente non c'era ancora un vera piazza e questo ufficio era piuttosto svolto dall’Aretta, che offriva fra l’altro un ambiente molto protetto e un eccezionale controllo sulla valle.
Gianni Spagnolo
Mi piace molto immaginare un lago al centro della Valdastico e quando potrò passare qualche giorno a San Piero cercherò di visitare con attenzione le varie Corti perchè purtroppo ci sono sempre passata velocemente ed in età adolescenziale pensando ad altro. La Storia del Poro Nono è molto interessante. Grazie Gianni Floriana
RispondiEliminaFloriana si potrebbe visitare in gruppo queste corti, d'estate, quando ci sono. (io non so neanche dove si trovano esattamente). Qualcuno potrebbe farci da guida ? Per il lago, però,........in un altra vita, forse !
RispondiEliminaOdette vi faccio io da "guida turistica". Il lago c'è, oddio definirlo lago è forse troppo ma con la nostra fantasia il gorgo si trasforma in lago :-)
EliminaTtuvisto el biathlon che inFourcade? Te sarè contenta, no? Pal lago basta ver pasiensa, ..con tuta sta aqua tarè che fra poco ve tocarà fare el Lido Marzari in Valpegara. Pecà par l'Odete Mansion che farà da ricovero ai marsuni.
EliminaGrazie Renata, con molto piacere !
EliminaDS : sono contentissima dei risultati di Martin F. Peccato che ha preso l'influenza e non potrà (forse) partecipare alla corsa con la squadra maschile.Christian Favre, il suo tecnico per gli sci, è un Italiano del Val d'Aosta.
Per il lago, tant pis ! Come dicevi, non posso andare contro il "progresso" Organizzeremo la Mostra al Lido di Valpegara...ecco una bella attività artistica per la Valle. What else ?
AVVISO: se qualcuno volesse rivedere il filmato riguardante PEDESCALA lo danno questa notte su HISTORY channel alle 2' 20 sul canale 407 e alle 3'20 sul 408 di SKY. Ho pensato di fare cosa utile nel caso qualcuno volesse registrarlo tutto insieme.
RispondiEliminaGrazie A.V.
Eliminavedrai che chi interessato ti ringrazierà