giovedì 21 marzo 2013

L'acero farfalla




In un tranquillo giardino di periferia c’era un piccolo acero; la primavera l’aveva costretto ad aprire le sue gemme ed ora i suoi rami erano coperti di foglioline bianche e rosa.
Si sentiva un poco strano… c’era, sì, un altro acero al di là del pino marino, nel giardino confinante, ma era un acero “tradizionale” con foglie seghettate, nuove e verdi.
Il piccolo acero era anche un po’ triste perché non sapeva con chi parlare: il pino aveva il suo bel da fare a tenere quiete le violette e le genziane che crescevano alla sua ombra e le altre piante erano già più lontane e pure tanto più alte! Assorto nei suoi pensieri non prestò subito ascolto ad una voce d’uomo che parlava di lui, ma si riscosse subito… parlava di lui? E perché? Sentì che l’uomo raccontava ad una donna che lui era un acero-farfalla. Un acero-farfalla? Ma quando mai! La donna disse che era bellissimo e la sentì discorrere di fiabe mentre l’uomo usciva dal cancello.
Un acero-farfalla! Com’era possibile? Non ne aveva mai sentito parlare, ma quell’uomo sembrava sapere il fatto suo. Forse era per questo, allora, che si sentiva strano e diverso, ma come fare, come poteva fare per capire?
Pensò di muovere un ramo, dapprima piano, poi con un po’ più di forza, finchè una coppia di foglioline si staccò: la vide danzare nell’aria e la seguì fin che poté…, ma allora, allora era vero! Allora, per qualche strano incrocio, in lui c’era qualcosa delle farfalle, di quelle meravigliose, piccole creature che volano danzando.
Il piccolo acero decise subito quello che avrebbe fatto e, nell’attesa, iniziò a fremere; solo le eriche si accorsero della sua ansia e gli sussurrarono di stare tranquillo che tutto sarebbe andato come lui desiderava se solo lo avesse davvero voluto.

Il pomeriggio trascorse, il giorno cedette lentamente alla sera, i rumori a poco a poco sbiadirono; si accesero le prime luci nelle case e sui monti, poi scese la sera e quindi la notte avvolse ogni cosa con il suo manto; il piccolo acero era ben sveglio… finalmente anche la luce della casa dietro di lui si spense, poi anche quella dei lampioni… finalmente!

Il piccolo acero cominciò a fremere più forte ed a muovere con forza tutti i suoi rami finchè tutte le foglioline, poco a poco, si staccarono e, sollecitate dalla sua voce, si lasciarono sostenere e guidare dalla lieve brezza della notte; danzarono come falene al chiaro di luna e poi… poi conobbero l’erba dei monti, il respiro degli abeti, il canto dei torrenti,  il sussurro del vento... e proprio il vento, prima del chiarore dell’aurora, le radunò e le guidò in un giardino fiorito: capirono che poteva appartenere solo a quell’uomo che aveva permesso loro di divenire farfalle e decisero di danzare ancora per regalare al sonno di lui la magia dei sogni. Poi, silenziose e lievi, tornarono al piccolo acero che, tutto infreddolito, le aspettava: dolcemente, una ad una, si posarono sui rami e diventarono nuvola rosa e bianca che lo avvolse; il piccolo acero, finalmente felice, si addormentò ascoltando la storia vera di fiori farfalla in una notte di primavera.
Ada Agostini


5 commenti:

  1. Bene!!! Abbiamo anche Ada con noi, sicuramente arricchirà il Blog!!! Benvenuta!! Lucia

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  2. Gino de Giani Minai21 marzo 2013 alle ore 12:38

    Sicuramente Ada sarà di valore aggiunto alle Bronsescoverte, auguri alla nuova venuta... gino

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  3. Certamente benvenuta Ada, con questo leggiadro racconto il primo giorno di primavera. Ora ne aspettiamo molti altri.
    I pulcini pasqualini dello sfondo hanno già alzato il beccuccio birichino per cogliere le foglioline farfallose che fluttuano nell'aria.

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    1. grazie a ...tutti! confesso che sono un tantino (e pure un po' volutamente) imbranata con quest'aggeggio, ma davvero grazie a voi, e di cuore! a presto. Ada

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  4. Ecco ,sia benedetto il cielo, si è aggiunto a noi un fior di primavera.
    Portaci in dono amore,giovinezza e freschezza.

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