Un incontro, un racconto,
una finalità:
“Il Cantastorie 2012”
Io li chiamo “incontri d’anime”, sono quegli incontri non previsti, che ti fanno capire quanto bello è grande sia il “trovarsi” e sperimentare quel sentimento di sorpresa, gioia, stupore che si prova quando ci si sente in “sintonia”.
Io, quando incontro qualcuno, a pelle sento e comprendo ciò che mi trasmette, positivo o negativo che sia, cerco di cogliere ogni più piccola sfaccettatura del suo essere. In maggio dello scorso anno, sono andata al Mulino Santacatterina di Chiuppano, per vedere se trovavo un canarino da regalare a mia mamma per il suo compleanno. Alcide, Mariarosa, Cecilia, Maria, sono persone che conosco perché un tempo passavano con il loro camion e portavano a casa mia ciò che serviva per galline, conigli, anatre, mucche e per noi la loro farina è sempre stata una delle migliori. E’ stato proprio per merito di un canarino che ho potuto parlare con Cecilia, una giovane donna dolce e piena, traboccante di doni difficili da spiegare. Quando ci si ritrova e si condividono momenti di vita colmi di dolore, di malattie, di tragedie, di problemi, ci si sente come legati da un filo invisibile e ci si sorregge a vicenda. Tra una chiacchiera e l’altra, salta fuori il fatto che mi piace scrivere, che cerco di raccontare, che mi alzo da terra con le mie poesie e … Cecilia, che porta avanti il progetto della Fondazione Città della Speranza, mi chiede di mandare qualche mio racconto per il libro “Il Cantastorie” che uscirà verso Natale, i cui proventi saranno, come ogni anno, devoluti a questa Associazione. Così, dopo pochi giorni, invio tre racconti e aspetto: so che ci sarà una giuria che sceglierà quelli che riterrà adatti e io non penso proprio di essere tra questi. Un libro fatto di racconti di nomi celebri tra cui Giancarlo Ferron, Claudio Cappozzo e altri nomi conosciuti, sicuramente non avrà posto per una “piccola” Lucia…
Passano i mesi e il 7 di agosto, una telefonata di Cecilia mi avvisa che è stato scelto un racconto ed è quello a cui sono più legata: l’ho scritto nel 2008, per il mio nipotino appena nato! Sono contenta, qualcosa di mio, in un libro che andrà a beneficio di bambini malati, non può che rendermi felice! Ho sempre sognato di pubblicare qualcosa, ma questo primo passo è stato per me come un regalo prezioso, un’opportunità per dare qualcosa di mio per far del bene agli altri …Ma non posso essere pienamente felice: un’ombra scura si è posata sulla mia famiglia e non posso dire a chi vorrei, di questa mia piccola soddisfazione; soffro per questo, ma mi tengo dentro tante emozioni …
A novembre arriva l’invito per la presentazione del libro dove gli autori sono invitati e allora … ci devo essere anch’io!
Il 20 novembre alle 20.30 mi reco con mio marito, mia figlia e due amiche all’Auditorium Fonato, Città di Thiene e mi sento un pesce fuor d’acqua …. Non conosco nessuno! Vedo i libri che fanno da cornice sul palco e, dopo avere acquistato un paio di copie del Cantastorie n° 11, posso finalmente vedere stampata la mia presentazione, il racconto e il disegno di una studentessa universitaria che ha frequentato il liceo artistico a Schio. I racconti sono otto, tutti interpretati con disegni di artisti diversi che danno un tocco particolare al libro.
Mi vengono i brividi, sono agitata e felice, anche se sono solo una semplice e piccola donna, mi sento veramente parte di qualcosa di grande, che mi riempie il cuore! La serata inizia con un alternarsi di musica, canti e letture di pezzi dei testi pubblicati, alcuni letti dagli stessi autori, altri da attori o addirittura da bambini. A serata quasi finita, mio marito mi chiede se sono sicura che venga letto qualcosa di mio, non è stato ancora fatto il mio nome … io non so, non capisco, sono frastornata … la signora che presenta la serata inizia dicendo che ha tenuto per ultimo un racconto che ritiene “speciale” e inizia …. è il mio! Mia figlia mi stringe forte la mano mentre alcuni passaggi della storia, che ambedue conosciamo bene, vengono letti … Nessuno mi conosce, ma quando viene pronunciato il mio nome, tutti applaudono e nel finale, salgo sul palco assieme a tutti gli autori. Sono momenti di emozione intensa, di pensieri che vanno in cerca di chi vorrei vicino, ma che sento dentro di me, pensieri che come folate di vento , invadono tutto il mio essere e mi portano in altre dimensioni …, ma tornando con i piedi per terra, incontro occhi pieni di sentimenti importanti: amore, affetto, amicizia … e a quegli occhi, a quelle presenze mi aggrappo e sorrido felice per quello che ho intorno e per quello che sono riuscita a fare. E’ proprio vero, “c’è un tempo per ogni cosa”, un incontro fortuito, una persona speciale, un racconto particolare: tutte queste cose si sono incontrate al momento giusto e io ho ringraziato di cuore Cecilia per avermi fatto scoprire una nuova via perché il mio scrivere, avesse un senso diverso, un senso per cui mi sento orgogliosa! Ah, dimenticavo, il racconto pubblicato si intitola: UN LAVORO NUOVO DI ZECCA, se comprate il libro, lo potrete leggere e aiuterete La Fondazione della Città della Speranza! Credo non ci sia bisogno di spiegazioni, tutti conoscono questa fondazione che si occupa di bimbi malati e ogni piccolo mattoncino di solidarietà, può significare molto. Grazie!
Lucia Marangoni
Come farai Lucia ad esserci dapertutto? Non avrai mica il dono dell'ubiquità vero?
RispondiEliminaSei presente negli eventi culturali, di cronaca, di svago, di bàgolo e quelli più nobili della solidarietà. Brava Lucia. Sei proprio un portento... "l'eco della nostra Valle"!
Come le patate... che si nascondono sottoterra. Da una mezza di piccolina te ne ritrovi magari 6 di belle ciciottone.
RispondiEliminaPer un periodo sono stata praticamente"morta" a causa di tanti problemi che mi sono venuti addosso ...e una volta tornata alla vita, ho deciso che avrei cercato di vivere "pienamente" i miei giorni; a volte mi riesce, a volte no, ma intanto ci provo!!!grazie, Lucia
RispondiEliminaGrande Lucia... anch'io come Carla penso tu abbia il dono dell'ubiquità...
RispondiEliminaUn abbraccio Gino