domenica 25 dicembre 2022

“Solo per una notte….”



Nel grande parco, un leggero vociare, parole appena sussurrate, pace, serenità e armonia, tanta armonia. Chi stava seduto tranquillamente fra l’erba verde, chi su una panchina, chi sotto un albero; chi ascoltava musica, chi leggeva, chi chiacchierava amabilmente. A un tratto… un tonfo e poi un lamento che mise fine a quel momento gioioso. Tutti si precipitarono preoccupati in direzione del rumore e lo videro: era a terra, pieno di graffi, dolorante e un po’ stordito. Provarono a fargli alcune domande per vedere se rispondeva correttamente: era tutto a posto per fortuna, anche stavolta, la botta in testa non aveva fatto danni e le escoriazioni e i lividi, sarebbero guariti in fretta. Chi lo conosceva, sapeva benissimo quanto fosse “strambo”, con la testa sulle nuvole, sapeva sempre mettersi nei guai. Lo avevano soprannominato “Imprevisto”  proprio per il suo modo vivace di affrontare ogni cosa e perché da lui ci si poteva aspettare di tutto.

A un tratto, ecco il suono di una  grande campana che chiamava tutti a raccolta; si ritrovarono insieme nella grande e luminosa sala e, mentre l’assemblea stava in un silenzio totale, l’Arcangelo Gabriel cominciò a parlare. Era arrivato il momento che tutti aspettavano: prima della Grande Notte gli Angeli andavano in missione sulla terra e questa volta dovevano capire cosa  fosse veramente importante per gli uomini.

Prima che la scia alata partisse, Gabriel fece le solite raccomandazioni, soffermandosi in particolar modo con l’Angelo Imprevisto, cercando di far capire  bene l’importanza di quel viaggio e sperando di non vederlo ritornare con qualche ammaccatura in più… Ogni Angelo in un luogo diverso, doveva essere sempre vigile e pronto a  osservare per poi riferire, una volta tornato alla base. Rimasero per un po’ di tempo con gli uomini, analizzando ogni loro gesto, ogni abitudine, ogni più piccola azione che facesse capire cos’era per loro veramente di grande interesse.

Trovarono persone che pensavano alla carriera lavorativa, altre volevano far tanti soldi, molti andavano fieri dell’ultimo modello di auto, altri  possedevano un bella casa, anzi, due o tre…, chi era abituato a trascorrere delle vacanze in posti di lusso, altri ancora si vantavano di indossare gioielli e abiti costosi. Qualcuno desiderava una famiglia con dei figli, altri erano così avidi di soldi che tenevano tutto per loro stessi e non riuscivano a dare qualcosa del loro “tanto” a chi aveva tanto “poco”….

Gli Angeli sorvolarono città, campagne, colline, montagne e pianure; videro gradi vetrine illuminate, colme di oggetti preziosi, di abiti firmati, pronti a essere acquistati per far felice qualcuno. Videro grandi tavole apparecchiate a festa, con ogni ben di Dio, tanto, troppo di tutto per qualcuno e insufficiente per tanti altri. Videro anche guerre, distruzioni, calamità, fame, freddo, dolore, tanto dolore …

Non riuscivano a capire cosa fosse veramente fondamentale per gli uomini: quello che avevano visto li aveva talmente confusi, che non sapevano cosa riferire. Sì, c’era bisogno di tante cose, ma cos'era veramente la più importante di tutte? Anche Imprevisto volò di qua e di là e… si ingarbugliò nelle luci dei grandi alberi, fece cadere le capanne dei presepi, rovesciò l’incenso nelle chiese, scivolò sul ghiaccio, si scottò le mani davanti al fuoco, si bagnò le ali, andò a sbattere vigorosamente la testa su un grande palazzo di vetro… e perse conoscenza… quando si risvegliò, non ricordava nulla, non sapeva il motivo per cui si trovava in quel luogo. Si guardò intorno… era davanti a un grande ospedale, provò a volare più alto e allora scorse file di uomini, donne e bambini che aspettavano, infreddoliti, ma … cosa attendevano? Poi grandi sale con tante sedie e piccoli ambulatori, tanti medici e infermieri e una moltitudine di gente; davanti alle farmacie code composte di persone che aspettavano il loro turno. Nei grandi ospedali tante persone che avevano bisogno di aiuto per respirare, tanti ammalati di ogni genere; nelle case di riposo, gli anziani erano rimasti privi degli affetti, della presenza dei loro famigliari. Anche in molte abitazioni si assisteva a persone ammalate, cercando in tutti i modi di portare un poco di sollievo. La cosa che lo turbò di più era vedere che tutti indossavano una mascherina, che si disinfettavano in continuazione le mani, che non si abbracciavano e stavano a distanza l’uno dall’altro. Incuriosito, cercò di ascoltare i loro discorsi, le loro preoccupazioni e capì che avevano tanta paura di un nuovo virus che stava flagellando l’umanità.  Tutto il mondo da quasi due anni, combatteva con questo nuovo male e in tutti c’era preoccupazione, angoscia, dolore, tristezza, perché oltre a tutte le malattie già presenti nel mondo, questo virus, stava mettendo in ginocchio interi paesi, provincie, regioni, stati…  Imprevisto, con il cuore gonfio di amarezza, al vedere tanta sofferenza, si mise a piangere e così mentre gli occhi erano pieni di lacrime, proprio in quel momento tutto gli tornò alla mente, tutto divenne chiaro, limpido… Aveva visto abbastanza per ritornare dall’Arcangelo, non aveva dubbi, la cosa più importante per l’essere umano era sicuramente la salute e qualcosa bisognava fare, era necessario intervenire in qualche modo…

Ritornarono gli Angeli, una lunga fila di ali che lentamente andavano su, sempre più su, fino ad arrivare davanti a Gabriel che ascoltò con attenzione ogni racconto. Quando venne il turno di Imprevisto, un vociare sommesso riempì la grande sala: tutti lo prendevano in giro dicendo che il  tempo sulla terra, lo avesse passato cadendo, rompendo, facendo danni a se stesso e agli uomini. Un campanello dal rumore squillante riportò il silenzio e con voce grave, l’Arcangelo chiese all’Angelo strambo, di riferire la sua esperienza. Lui cominciò a  parlare e non smetteva di raccontare, parlava a ruota libera e mentre esprimeva le sue sensazioni, le lacrime scendevano sul suo viso, segnato dalle avventure sulla terra. Tutti lo ascoltarono con attenzione e furono d’accordo nell’affermare che la cosa più importante per l’uomo era proprio la SALUTE. Lo star bene di salute equivaleva ad essere benestanti, felici, gioiosi: anche chi possedeva poco, con la salute diventava ricco e chi aveva soldi non poteva comperarla perché era un bene prezioso e straordinario: molti erano fortunati ma non lo capivano… Ora bisognava trovare il modo per portare SALUTE, per far sì che nel mondo non ci fossero più le malattie, il dolore e la disperazione, ma era di sicuro un miracolo impossibile da realizzare.

Intanto la Notte di Luce si avvicinava e tutti gli Angeli erano in trepidante attesa dell’arrivo del piccolo Gesù, mentre Imprevisto chiedeva con insistenza a Gabriel di tornare sulla terra e togliere il dolore e tutte  le malattie, per dare  agli uomini quello che era veramente importante. Con dispiacere l’Arcangelo spiegò che quel desiderio non si poteva attuare, nessuno avrebbe potuto togliere la sofferenza dal mondo perché l’umanità tutta, aveva in sé il bene e il male. Eppure l’Angelo continuava a insistere … ci doveva essere un modo, una soluzione ! Lui sapeva che gli Angeli potevano far accadere tante cose, ne era certo. Ad un tratto ebbe un’illuminazione e la sua richiesta fu diversa: chiese di poter togliere  tutto il male, solo per una notte, solo per quella Santa Notte. Quasi pregando, implorava e continuava a ripetere:- Solo per una notte, solo per questa notte…- Dopo qualche esitazione Gabriel acconsentì e chiamato vicino l’Angelo gli chiese di appoggiare i palmi delle mani contro le sue e di chiudere gli occhi … Mentre erano così uniti, una grande luce li avvolse, una calda luce che risanò Imprevisto dai suoi lividi, dagli ematomi e così, pieno di energia, volò leggero verso la terra. In ogni luogo dove lui si posava, inviava la Luce della Guarigione: ovunque luce e calore, ovunque guariva, risanava e l’energia continuava a espandersi in ogni dove. Stavolta fece attenzione a non combinare nulla, stavolta fece tutto alla perfezione. – Solo per questa notte- diceva, mentre il fascio luminoso si posava negli ospedali, nelle case di riposo, nelle cliniche, nelle case di tutti i paesi, nelle città, nel mondo intero. La Notte di Luce aveva rischiarato la terra: quella era la notte dei miracoli, la notte dove tutto può accadere … solo per una notte … ripeteva in continuazione, solo per una notte!

L’Angelo soddisfatto si allontanò e dal cielo gli vennero incontro tutti gli esseri alati che inneggiavano a Gesù che stava nascendo, mentre sulla terra, la Luce di Guarigione continuò a inviare energia per tutta la notte. Il mattino seguente ogni persona ammalata, sola, straniera, affamata, in guerra, dimenticata, sentì dentro qualcosa di diverso: non era guarita dalle malattie, no… ma era come essere in una situazione inspiegabile, in un’altra dimensione, come un bel sogno da cui non avrebbero più voluto svegliarsi. Tutti si sentivano leggeri, con lo spirito risanato, con più speranza, con il cuore fiducioso nel domani e ognuno formulò un ringraziamento per quello che in una notte speciale, aveva ricevuto.

Tutti erano stati avvolti dalla Luce e accanto ad ognuno rimaneva, ben visibile, una candida piccola piuma, lasciata da un Angelo distratto che aveva fatto il possibile per cambiare qualcosa, solo per una notte. Anche su chi stava bene, su chi era ricco e agiato, l’effetto dell’energia si fece sentire: il loro cuore parlava in modo diverso, erano propensi ad aiutare chi era in difficoltà, chi era nel bisogno e questo era un vero miracolo!

Si ritrovarono tutti nella luminosa Sala, al suono della campana grande e Gabriel elogiò il lavoro di Imprevisto e questa volta tutti gli Angeli erano felici per lui. In questa speciale occasione, decisero insieme di cambiare nome all’Angelo distratto, perché ora si meritava un nome che raccontasse quello che era riuscito a fare. Ti chiamerai GIOIA, disse l’Arcangelo perché sei riuscito, solo per una notte, a portare la vera GIOIA in tutta la terra!

Si commosse l’Angelo al sentire quelle parole, mentre tutte le campane, piccole e grandi suonavano a festa: Gesù era nato ancora una volta, poteva rinascere  ogni giorno nel cuore di chi  sapeva accoglierlo e tenerlo come compagno nella strada della vita.

                                                                                Lucia Marangoni


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