LA LETTERINA DI NATALE
di Dana Carmignani
Quando la maestra ci mise davanti quella che chiamò "letterina di Natale", io rimasi di sasso. Non avevo mai visto una meraviglia come quella . Avevo paura anche a toccarla. Disegni deliziosi, con brillantini che occhieggiavano sparsi.
"Ora, continuò la maestra, prendete la penna e iniziate a scrivere: Cari Genitori...
Avevo una paura terribile di macchiarla quella meraviglia. Scrivevamo con inchiostro e pennino noi, e ciò non era impossibile.
Ma quello che mi tratteneva oltre la paura era un altro pensiero.
Presi coraggio, alzai la mano. Si faceva, era normale, eravamo ossequiosi con la maestra allora. E al suo cenno permissivo dissi: "Io non posso scriverla, non ho i genitori a casa".
Mi fece avvicinare alla cattedra. La classe si zittì, gli occhi dei compagni mi si puntarono addosso.
"Non c'è tua madre per Natale?" chiese la maestra abbassandosi un po'.
"No", risposi.
"Tuo padre allora", continuò.
"Neanche", dissi io.
In aula era calato un silenzio totale o forse ero io che lo sentivo così, dove ogni parola cadeva come piombo, come un peso che faceva la differenza.
Ero rigida, attenta. I miei occhi fissavano quelli di quell'insegnante che io amavo.
"Chi hai a casa?"
"C'è nonna" dissi io in perfetto toscano con una bella "c" strascicata.
"Scrivi a lei, disse decisa accennandomi a tornare al posto. Sai ,proseguì sorridendo, la nonna è mamma due volte..."
Ritornai al posto con gli sguardi dei compagni addosso. Non provai nessun senso di diversità, anzi, gongolavo perché in cuor mio mi pareva di aver qualcosa in più e non di meno degli altri.
Sante subito quelle maestre come la mia Ave, così si chiamava, che riescono a trasformare l'acqua in vino o a moltiplicare pane e pesci meglio o come quel Salvatore che pure fra poco arriverà, e che così facendo non solo rincuorano, ma lasciano un segno indelebilmente nell'animo di un bambino che se lo ricorderà tutta la vita... e per tutta la vita lo aiuterà a meglio viverla.
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