Ieri a Rotzo è stato un giorno di festa, gli Alpini hanno inaugurato la loro nuova sede. Moltissima la gente accorsa, tanti i cappelli piumati. La cerimonia prevedeva la sfilata, il rito religioso in chiesa, gli onori al monumento dei Caduti e alla statua dell’Alpino; a seguire il taglio del nastro e le orazioni ufficiali, il tutto sottolineato dalle note della banda musicale di Mosson. Doveva esserci anche Armando Cerato, classe 1926, l’alpino più anziano in paese, ma una indisposizione lo ha fatto desistere. “Sia il capogruppo che altri alpini mi avevano invitato ma non me la sono proprio sentita. Il primo ad essere dispiaciuto sono proprio io, ma ogni cosa ha un suo tempo e partecipare ad una cerimonia come questa per me è diventato un problema … ricordo la mia partenza per il servizio militare, era il 1948, il mese di gennaio. Sarei dovuto partire nel 1947 ma all’epoca ero a lavorare nella Svizzera francese, dove facevo il contadino, e così sono partito un anno dopo, al mio rientro in Italia. Sono stato mandato negli Alpini a Vipiteno, il viaggio era molto lungo, si doveva prendere il treno ad Asiago e poi cambiare più volte. Ad Asiago volevamo comprare un litro di vino per il viaggio ma la proprietaria del locale ci fece anche lo sconto purché rimanessimo fuori, avevamo gli scarponi con le brocche di ferro e potevamo rovinare il pavimento. L’Italia era appena uscita dalla guerra, oltre alle case e alle strutture si stava lentamente ricostruendo l’esercito. A Vipiteno non avevano nemmeno il vestiario da darci e per i primi due mesi abbiamo indossato gli stessi abiti civili con i quali eravamo arrivati in caserma. Poi sono arrivate le divise, venivano dall’America. Dopo qualche mese sono stato mandato a Colle Isarco, dove mi sono congedato nel novembre di quello stesso anno, dopo 11 mesi di servizio militare, che effettivamente non sono molti, ma a quel tempo era così. Forse in quegli anni lo Stato non aveva nemmeno le risorse adeguate per mantenere del tutto un esercito. La mia non è stata una naia lunga né dura e negli Alpini mi sono sempre trovato bene”.
nella foto: Armando nella sua casa di Castelletto
(da biblioteca civica di Rotzo)
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