tremendamente nostalgico...
sarà l'incombente estate,
ma il mio pensiero vola e va...
Vieni giugno tutto d’oro, che cos’hai nel tuo tesoro?
Pesche, fragole, susine, e spighe senza fine... prati verdi, biondi fieni, lampi, tuoni ed arcobaleni...
giorni lunghi, notti belle, con le lucciole e le stelle.
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Adesso per istigarci ai viaggi... si mette d'impegno anche Flores con le sue meravigliose foto dei sassi di Matera...
Snoopy le ha trovate bellissime ed interessantissime.
Eh già... ora vuole andarci... dimenticandosi che l'ho già portato in Istria e in rogazione... e che stavolta sarebbe il turno di Tobia o di Woodstock... e lui a casa di guardia alla cuccia..., ma dopo averglielo fatto notare mi ha piantato un muso...😊😊😊
Bìlldo in kafè memme prampen odar plòoza?
RispondiEliminaVuoi il caffè con la grappa oppure liscio? (corretto, insomma!)
Tanto per fare una deviazione in terra cimbra, ma con un po’ di grappa nel caffè…
Recentemente sono stati pubblicati gli atti del convegno “Donde viene il cimbro?”, tenutosi nell’autunno 2019 in Baviera (v. www.cimbern-kuratorium-bayern.com). I testi (quasi tutti bilingui tedesco-italiano) sono i seguenti:
• Il sistema longobardo di controllo del territorio in Valdastico come il nucleo dell'insediamento cimbrico dell'altopiano dei 7 Comuni, di Oliver Baumann
• Aspetti linguistici sulla teoria longobarda del cimbro, di Remigius Geiser
• Il Cimbro e la tradizione longobarda nel Vicentino: Parte 1. Le parlate neolatine o romanze; Parte 2. I longobardi, di Alfonso Bellotto.
• I Cimbri: Bavari o Longobardi? di Anthony Rowley
• Cimbro e Bavarese meridionale, di Peter Wiesinger
• Sullo sviluppo fondiario medievale nell'area dei XIII e VII Comuni e dei loro dintorni con Tavola Cronologica di Reinhard Heydenreuter
e
• Una, nessuna, centomila – Nuove prospettive sull’origine del cimbro. (di Francesco Zuin)
Come riassunto scelgo le conclusioni di quest’ultimo testo, anche se utilizza un linguaggio linguistico.
“Tornando alla questione iniziale, vale a dire se possa essere determinata su basi linguistiche l’origine dei cimbri, si possono avanzare alcune conclusioni. L’analisi dei dati ha mostrato come il dominio cimbro si caratterizzi per testimoniare una serie di dialetti, tra loro differenziati, per quanto intercomprensibili. Per spiegare tale varietà sono stati chiamati in causa due ordini di fattori. Da una parte si è mostrato come l’ipotesi monogenetica che individua nel popolamento cimbro il risultato di uno spostamento di un solo etnico tedesco in un preciso momento e da una precisa area sia fallace.
Dall’altra l’analisi della toponomastica, ha permesso di definire che nel dominio arrivarono genti differenti, in differenti periodi, le quali portarono con loro la propria varietà linguistica. Se la stratificazione di etnici tedeschi diacronicamente differenziati si registra in tutto il dominio, tuttavia l’intensità di queste migrazioni non è uniforme. I VII C. mostrano generalmente toponimi più antichi, sebbene l’area di Lusiana testimoni anche forme recenti. Nel Tretto e nell’area nordoccidentale si assiste invece a una forte presenza, accanto ai toponimi antichi, di forme più recenti.
Queste differenti migrazioni portarono con sé varietà linguistiche proprie, le quali si sovrapposero e mischiarono nelle singole aree del dominio per secoli, così come in un calderone. Inoltre i dialetti delle singole aree convissero a lungo in stretto contatto tra loro, influenzandosi in maniera significativa e mutando, di conseguenza, i loro caratteri originari. Nel risultato dell’azione di queste due tendenze deve forse essere quindi riconosciuta l’origine dei dialetti cimbri.”
340 pagine interessanti per coloro che vogliono vedere più chiaro sulla lingua (non dialetto!) cimbra.
Grazie del suggerimento Enrico, non si finisce mai di tornare sulla vexata quaestio.
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