Una ricerca condotta dall’università di
Washington ha messo a confronto i dati delle vendite al dettaglio prima e
dopo la costruzione di una pista ciclabile che portò alla cancellazione
di 12 posti auto sulla 65a strada a Seattle. Il risultato è che
l’indice di vendite si è impennato del 400% rispetto a prima della
creazione della ciclabile, soprattutto se paragonato con gli altri
negozi del circondario: «È senz’altro possibile dire - è stata la
conclusione dello studio - che le attività commerciali non sono state
danneggiate dalla riduzione del numero dei parcheggi. E, oltre ai
benefici per i commercianti, non sono secondari nemmeno quelli garantiti
ai proprietari delle abitazioni nelle vicinanze delle quali vengono
costruite infrastrutture per la mobilità ciclabile: la realizzazione di
piste ciclabili di alta qualità può, infatti, far aumentare il valore
delle case in loro prossimità fino al 50%».
Il caso Seattle è solo uno dei tanti citati nei giorni scorsi a
Lignano (Udine), dove per tre giorni gli esperti si sono confrontati sul
valore dell’”economia della bicicletta” e su quale apporto possa dare
in termini di valore aggiunto per l’offerta turistica, e non solo, di un
Paese come l’Italia. Secondo uno studio di Legambiente l’insieme degli
spostamenti a pedali genera in Italia un fatturato superiore ai 6
miliardi di euro, inteso come somma della produzione di biciclette e di
accessori (l’Italia è il maggior produttore di biciclette in Europa, con
una quota di mercato pari a circa il 18%), delle vacanze su due ruote e
dell’insieme delle ricadute positive generate dall’utilizzo della
bicicletta in sostituzione di mezzi a motore. Se è il cicloturismo a
fare la parte del leone con un’incidenza pari a circa 2 miliardi di
euro, ci sono altri benefici da considerare. L’uso delle due ruote
migliora, infatti, il benessere e la salute, per un risparmio sanitario
quantificabile in circa 1 miliardo in Italia. E, poi, c’è il risparmio
di carburante (oltre 127 milioni di euro), il contenimento dei costi
delle infrastrutture necessarie (pari a 107 milioni: le reti dedicate
alla ciclabilità richiedono meno spazio e quindi minori costi), la
riduzione dei costi ambientali e sociali delle emissioni di gas serra
(circa 500 milioni).
Un capitolo a parte è quello delle imprese: a Lignano sono sfilate
realtà come Girolibero,oggi il principale tour operator italiano
specializzato in vacanze in bicicletta, con un catalogo di oltre 200
itinerari nel mondo, e Bikenomist, società di comunicazione e formazione
dedicata alla bicicletta.
Un’occasione di sviluppo e di lavoro. In Trentino la bicicletta è un
mezzo di trasporto a uso quotidiano grazie anche all’integrazione con
altre forme di mobilità: le bici salgono sui treni regionali, e un
servizio di metropolitana trasporta i ciclisti con i rispettivi mezzi da
una località turistica all’altra, mentre una app rende possibile
prenotare la bicicletta giusta. Non a caso proprio nella provincia
autonoma sta nascendo un vero cluster dedicato all’economia delle due
ruote.
E sul territorio italiano si moltiplicano iniziative ed investimenti.
Un modello di successo, per le ricadute sul territorio e l’attrazione
di turisti anche dall’estero, è quello del Ponente ligure. La pista
ciclabile del parco costiero «Riviera dei Fiori» ha un’estensione
complessiva di 24 chilometri e nasce sull’ex tracciato costiero a
binario unico della vecchia linea ferroviaria Genova-Ventimiglia, nel
tratto compreso tra Ospedaletti-Sanremo e San Lorenzo al Mare, dismesso
nel 2001 e spostato a monte per il raddoppio. Sempre in Liguria tra
Albisola e Arenzano c’è una pista ciclabile che sfrutta in parte la sede
dell’ex ferrovia e offre una panoramica sul Mar Ligure.
Fra le best practice c’è l’esperienza quella sviluppata a Ferrara da
Ascom Confcommercio con l’obiettivo di fare in modo che sia le
politiche pubbliche che quelle private si muovano nella direzione dello
sviluppo della mobilità ciclabile.
Dal punto di vista del pubblico, nella città emiliana l’abitudine a
spostarsi in bici è già molto diffusa: è infatti una delle quattro città
italiane, insieme a Bolzano, Pesaro e Treviso, in cui oltre un quarto
della popolazione usa la bici per i propri spostamenti quotidiani. Non
mancano tuttavia problemi, come un quadro di piste in alcuni casi privo
di una visione complessiva di collegamento fra le diverse zone della
città. Servono, inoltre, interventi per la messa in sicurezza delle
infrastrutture.
Sul versante privato, per sostenere il cicloturismo Ascom
Confcommercio Ferrara ha dato vita a «I bike it», un progetto di
cicloturismo che raggruppa a oggi 20 strutture dell’intera filiera del
turismo: alberghiero, extralberghiero, escursionismo, ristorazione e
noleggio.
I più recenti progetti di piste ciclabili in corso (come quella sul
lago di Garda) vede collegamenti trasversali fra diverse regioni, ma per
un vero sviluppo - hanno ricordato gli esperti del settore al forum -
serve investire in sicurezza. Secondo i dati Aci-Istat, nel 2016 in
Italia, a fronte di una diminuzione generale delle vittime di incidenti
stradali, sono però aumentati i morti tra motociclisti (116, +10,5%) e
ciclisti (275, +9,6%). Pedoni e ciclisti sono fra coloro che rischiano
di più: rappresentano quasi il 50% dei decessi (1.618 su 3.283), per un
costo sociale stimato in 17 miliardi.
B. Ganz ilsole24ore
segnalato da Odette
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