Almeno una volta nella vita ci
saremo sentiti dire “No sta far la pìtima!”, oppure “A go na pìtima intorno!”
Ma cosa significa esattamente?
L’origine del termine pare sia legata
ad una figura tipica del panorama sociale delle Repubbliche Marinare di Venezia e di Genova. Si trattava di una persona pagata per
seguire pedissequamente chi aveva un
debito moroso. Il pedinamento costante era accompagnato da gemiti,
urla, lamenti e schiamazzi per attirare l'attenzione pubblica. La pìtima (o pittima,
in italiano) infatti era solita lamentarsi e urlare senza sosta seguendo il
malcapitato debitore.
Grazie a questa pressione e alla pubblica umiliazione che ne derivava, il
debitore si trovava dunque costretto
a saldare i suoi conti. La pìtima era facilmente riconoscibile perché vestiva vistosamente di rosso e questo faceva sì che tutti sapessero del debito, aumentando l’imbarazzo
del pedinato. Questo colorato molestatore aveva dunque
un ruolo sociale riconosciuto e anche morale, essendo a suo modo un garante delle buone
norme di comportamento.
Per capire l’etimologia della
parola, che è diffusa un po' in tutta l'Italia, dobbiamo però risalire al greco antico. Essa infatti deriva dal termine ἐπίϑεμα ovvero “ciò che è posto sopra”
e indicava una sorta di impacco usato
a scopo terapeutico. La sua applicazione causava certamente una sorta di fastidio,
di impaccio, che limitava la mobilità del medicato e quindi si è traslata a significare una persona
fastidiosa, un impiastro appunto. Nei dialetti veneziano e genovese poi, questa accezione si è
definitivamente affermata grazie al ruolo istituzionale descritto sopra. Attorno al questo pittoresco
personaggio ecco quindi codificata un’espressione dalla storia lunga e intrigante a identificare una persona molesta o lamentosa: Ti si proprio na pìtima!
Di essa parla anche una canzone
di De André: “A’ pittima”, tratto dall’album Creuza
de mä. Come si evince dalla stessa
canzone, il ruolo sociale della pittima era ben definito, essendo questa una figura importante nel
panorama umano della Serenissima e veniva reclutata tra le fila degli
emarginati o delle persone indigenti. Il Dogado aveva sviluppato un sistema di
assistenza sociale per il quale forniva a chi ne aveva bisogno delle speciali
mense e ostelli, ma in cambio gli assistiti dovevano prestarsi al lavoro di pìtima. Per
tutelare la sicurezza di questi individui, che svolgevano effettivamente uno dei compiti più
fastidiosi di sempre, vi era tuttavia un sistema ben congegnato, che prevedeva la condanna di chi avesse
arrecato danni alla pìtima.
In questo modo si regolavano i conti e si
manteneva alto il nome della Repubblica, in quanto si scoraggiavano i debitori morosi e si tutelava un sistema economico basato prevalentemente sui commerci e sui relativi prestiti. Fare la pìtima era, a suo modo, un lavoro socialmente utile.
Gianni
Eco, brai, ... mi propriamentemente a saria la vostra pitima.
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