Il Casello Turnario di San Pietro
Valdastico iniziò a produrre il 10 Giugno 1885 e finì di produrre in una
data imprecisata tra il 1968 e il 1969.
Quest'opera in legno di cedro
raffigurante una "Caliera", fatta dal compaesano Gianpaolo Alessi, nasce
a ricordo del casello turnario di San Pietro Valdastico, per non
dimenticare un'arte quasi scomparsa nella nostra Valle, "l'Arte
Casearia".
La “casara”, o meglio “casello turnario”, era il luogo
dove a rotazione ciascun associato ricavava dalla lavorazione del latte,
prodotto dalle proprie vacche, i vari prodotti (formaggio, burro,
ricotta…) che diventavano indispensabili per il sostentamento della
famiglia come alimentazione e come ricavato economico dalla vendita
degli stessi.
I “caselli turnari” erano molto diffusi nelle nostre zone
tanto è vero che erano presenti in parecchie contrade della nostra Valle.
Queste strutture svolgevano un’importante funzione economica e
sociale a beneficio delle piccole comunità.
Ma anche tutto questo doveva
cedere il passo all’incalzare dell’industrializzazione.
Infatti negli
anni '70 la “casara” cessò la sua attività e funzione.
RICONOSCIMENTI
Sicuramente mi dimenticherò di qualcuno, ma
devo ringraziare per quest'opera prima di tutto Gianpaolo Alessi che ha
costruito la caliera, disegnato il tetto e coordinato tutti i lavori, Claudio Guglielmi che ha sponsorizzato il tutto,
l'Associazione Alpini di San Pietro che ha costruito il tetto in
scandole... senza tutti loro tutto questo non potrebbe esserci.
Ringrazio inoltre tutti quelli che ci hanno sostenuto dandoci la forza
per non mollare...
Noi comunque abbiamo in corso altre opere che
serviranno ad abbellire e far conoscere i luoghi dove abitiamo.
Per le musiche grazie a Faber, a David Van De Fross, e ai Valincantà...
e come sempre...
Viva la Val d'Astico
Complimenti a tutti gli organizzatori e bravissimo mani d'oro GianPaolo!👍😃
RispondiEliminaLodi, lodi e lodi all'artista che l'ha fatta e ai volontari e a tutti quelli che fanno in silenzio per il bene della comunità. Grazie a tutti.
RispondiEliminaGran lavoro, bel lavoro, bravi tutti. Specialmente Gianpaolo, l'artista.
RispondiEliminabravissimo Giampaolo e anche Gino, l'instancabile...
RispondiEliminaChe cosa ne è del buco una volta finito il formaggio?
RispondiElimina(B. Brecht)
Chesterton diceva che i poeti sono sempre stati misteriosamente silenti sull’argomento formaggio.
RispondiEliminaNon è he il Norreno, d'in su i veroni del paterno ostello, possa porvi rimedio?
sarebbe costui il Sera?
EliminaBravi,bravi, bravi!!!avete dimostrato che con buona volonta'e impegno si ottengono sempre ottimi risultati.Quando ero bambina mia mamma mi raccontava di aver vissuto al 1°piano del caseificio con la famiglia al rientro dal lungo periodo trascorso a Torri di Quartesolo come "sfollati".
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