LA RIFLESSIONE
I MIEI FIGLI DIMENTICHERANNO
Il tempo, inesorabilmente, svuoterà gli occhi dei miei figli, che ora
traboccano di un amore poderoso e incontenibile. Toglierà dalle loro
labbra il mio nome urlato, cantato, sillabato e pianto cento, mille
volte al giorno. Cancellerà, un po’ alla volta oppure all’improvviso, la familiarità della loro pelle con la mia, la confidenza assoluta che
ci rende praticamente un corpo solo. Con lo stesso odore, abituati a
mescolare i nostri umori, lo spazio, l’aria da respirare. Subentreranno,
a separarci per sempre, il pudore, il giudizio, la vergogna. La
consapevolezza adulta delle nostre differenze.
Come un fiume che scava l’arenaria, il tempo minerà la fiducia che mi
rende ai loro occhi onnipotente. Capace di fermare il vento e calmare il
mare. Riparare l’irreparabile, guarire l’insanabile, resuscitare dalla
morte.
Smetteranno di chiedermi aiuto, perché avranno smesso di credere che io
possa in ogni caso salvarli. Smetteranno di imitarmi, perché non
vorranno diventare troppo simili a me. Smetteranno di preferire la mia
compagnia a quella di chiunque altro, e guai se questo non dovesse
accadere.
Sbiadiranno le passioni, la rabbia e la gelosia, l’amore e la paura. Si
spegneranno gli echi delle risate e delle canzoni, le ninne nanne e i
"C’era una volta"... termineranno di risuonare nel buio.
Con il tempo, i miei figli scopriranno che ho molti difetti, e, se sarò fortunata, ne perdoneranno qualcuno.
Saggio e cinico, il tempo porterà con sé l’oblio. Dimenticheranno, anche se io non dimenticherò.
Il solletico e gli inseguimenti (“Mamma, ti prendo io!”), i baci sulle
palpebre e il pianto che immediato ammutolisce con un abbraccio. I
viaggi e i giochi, le passeggiate e le febbri alte. I balli, le torte,
le carezze mentre si addormentano piano.
I miei figli dimenticheranno. Dimenticheranno che li ho allattati e
cullati per ore, portati in fascia e tenuti per mano. Che li ho
imboccati e consolati e sollevati dopo cento cadute. Dimenticheranno di
aver dormito sul mio petto di giorno e di notte, che c’è stato un tempo
in cui hanno avuto bisogno di me quanto dell’aria che respirano.
Dimenticheranno, perché è questo che fanno i figli, perché è questo che il tempo pretende.
E io, io, dovrò imparare a ricordare tutto anche per loro, con tenerezza
e senza rimpianto. Gratuitamente. Purché il tempo, sornione e
indifferente, sia gentile abbastanza con questa madre che non vuole
dimenticare.
Oriana
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