giovedì 10 agosto 2023

I guantini neri

[Gianni Spagnolo © 23G8]

Adesso che abbiamo anche il bonus psicologo, non sarebbe male sondare gli effetti nella nostra vita delle molteplici turbe subite da bambini. I boomer dell’Alta Val d’Astico che, intorno alla metà del secolo scorso, frequentarono l’asilo delle reverende suore di San Pietro, non potranno non ricordare la punizione per eccellenza allora in voga: i guantini neri. Non so se questa pratica fosse tipica nostra o comune ad altre strutture, fattostà che era parecchio efficace. 

Già i nomi di religione di quelle venerabili madri sembravano fatti apposta per incutere riverenziale timore: Suor Coronata, Suor Quintina, Suor Carmina, .. niente a che vedere con le Nene, le Sunte, le Marie e le Bepe del luogo, cui eravamo abituati e che pur non scherzavano in fatto di rispetto, essendo olimpioniche del lancio della savàta. Le suore dell’asilo avevano però modi più sofisticati d’imporre la disciplina, dato che per vocazione s’erano prese cura di noi boccioli in fiore. La tonaca nera, il velo, il collarone bianco e l’argenteo medaglione della Sacra Famiglia contribuivano anch’essi a creare quell’aura di austera disciplina che ci avvolgeva come un guanto.

Fanciulli e fanciulle insieme era già una grossa innovazione, pur calmierata dalla diversa colorazione del grembiulino, del fiocco e del cestino della merenda: rigorosamente azzurro per i pargoli e rosa per le pulzelle. Ovvio che le liti e i dispetti non conoscessero confini di genere e fossero generalmente condotti con le poche armi che si avevano a disposizione. I muscoli erano quelli che erano e perciò si ricorreva alle risorse più pratiche in dotazione: le òngie. Coi sgrafùni erano geneticamente più attrezzate le bambine, ma vi doveva ricorrere anche la controparte, per cui le armi da sequestrare per mantenere l’incolumità del gregge erano appunto le nostre appendici cornee.

Ecco allora entrare in campo la geniale soluzione! Ai reprobi che avevano litigato, sgrafàndose de gusto, venivano messi i guantini neri. Erano questi due moffole di panno nero senza dita, calzate sulle mani e chiuse al polso da un laccio rosso. La punizione consisteva nell’indossarle per tutta la giornata, diventando l’ovvio e compiaciuto ludibrio dei compagni, specie di quelli che l’avevano scampata. Si sa quanto i bambini possano essere cinici e opportunisti.

Il/la colpevole così guantato era quindi oppresso da un crudele senso di vergogna e si relegava in un angolo sedendosi sulla banchetta con le mani nascoste sotto il sedere e lo sguardo basso, mesto e perso, così da limitare l’evidenza del suo stato di biasimevole reprobo. Non sempre il colpevole era quello giusto, ma solo quello colto in flagrante, oppure quello meno difeso dalla ricorrente accusa: A ze sta élo/a a scumissiare! E ciò non faceva che aggravare il senso di frustrazione.

Io mi ricordo d’averli subiti un’unica volta, mentre la Carla era parecchio più assidua. Majinàrse poi cosa sarebbe successo a casa, dopo che le Reverende avessero informato della vicenda i parenti. Lì non ci sarebbe stato né Appello né Cassazione e neppure la condizionale, ma una condanna seduta stante alle più severe punizioni che vigevano in famiglia. E non si trattava certo de nar in leto coi calcagni par dedrìo.

Va comunque detto che le istitutrici incarnavano lo spirito del tempo e che, a parte il piglio deciso di Suor Coronata, erano generalmente benevole e materne nei nostri confronti, lasciandoci ricordi positivi. Ma i guantini neri, ciò!



6 commenti:

  1. Chi se la dimentica suor Coronata!!

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  2. Che ricordi! La minestra de riso col pomodoro de Suor Carmina…la ricordo ancora adesso.Suor Maria che suonava il pianoforte e il cembalo.

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  3. Le suore sono le meno indicate a seguire i bambini, non essendo mai state mamme, ricordo suor Anna all'asilo, che picchiava sbattendo la testa nel muro.

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  4. Ricordo una bambina con le orecchie dell'asino urlante che dava calci ricordi negativi

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  5. Ennesima testimonianza e dimostrazione dei danni perpetrati dalla chiesa. L'importantissimo compito di seguire ed "educare" un bambino in un momento così delicato e critico della sua esistenza assegnato a figure totalmente inadatte, chiuse in un loro mondo infarcito di dogmi deleteri e ristrettezze mentali.....

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