Di entrare nel bosco e di farci avvolgere, come fossero infinite braccia, da tutte le foglie, da tutti i rami, di scomparire tra i fiori e tra i frutti selvatici che ci hanno tanto atteso.
A volte dobbiamo incamminarci da soli lungo i sentieri nel silenzio, ascoltare solo i passi del vento e le ali degli uccelli, tendere l'orecchio solo alla natura che cammina.
A volte serve nascondersi tra il caldo dell'estate cantato dalle cicale, di giorno e di notte.
Serve aspettare la neve in inverno eppure restare lì, immobili, nel nostro silenzio e sentire come unico rumore il battito del nostro cuore, mentre nel buio i fiocchi cadono, cadono e cadono...
Serve aspettare la primavera, camminando e facendoci fagocitare dai primi fiori, dai petali che ci cadono addosso, dagli animali che nascono, dalle promesse dei frutti che matureranno.
Abbiamo bisogno di nasconderci nelle sere d'autunno che si fanno lunghe, godendoci il sole corto ancora dolce e zuccherino che continua a far maturare l'uva ed i fichi.
A volte abbiamo bisogno di camminare da soli, di non sentire altri passi che i nostri e diventare tutt'uno con la natura, per sentirci amati, protetti e per sentirci parte del mondo.
A volte abbiamo bisogno di andare incontro alla luna e di muoverci verso di lei e camminare guardandola, piccola o grande timida o imperante.
A volte ho bisogno io di farmi piccola, tanto piccola da viaggiare con il vento, ed arrivare da te, verso di te, intorno a te, dentro di te.
A volte abbiamo bisogno di immaginare cosa accade nella pineta di notte quando tutti dormono.
A volte abbiamo bisogno di credere che ci siano davvero quelle fate e maghi cosi piccoli da essere invisibili che sentano i nostri desideri, la nostra gioia, il nostro pianto.
A volte abbiamo solo bisogno di tornare a casa e di lasciare che la natura ci abbracci fino a fonderci con lei e tornare a farci respirare.
A volte lasciamo un desiderio perché qualcuno nel silenzio del bosco possa trovarlo, raccoglierlo, leggerlo e per noi farlo avverare.
Chiudiamo gli occhi...
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