martedì 8 agosto 2023

LA MIA INSEGNANTE DI “CIMBRO”

 

di Delmo Stenghele

Mi sentivo annoiato in quella lontana estate del 1964, tutti quei pomeriggi sempre passati all’Astico al “Solàrio” o alla “Caliera” ed in Val d'Assa al “Bojo de Tati”; gli scrutini di seconda media erano ormai alle spalle, ma soprattutto ero stato promosso con una bella media. Durante l’anno migliorai anche in francese in quanto da oltralpe rientrò con la famiglia l’amico Francesco Cipriani “Cesco Foli” e così quasi per burla imparai bene anche la lingua usata dagli antichi “Galli”.
Mi incuriosiva però una strana ed arcaica parlata chiamata “Cìmbro” ed usata qualche rara volta da alcune anziane donne di Pedescala però native dei 7 Comuni, come la “S-ciaùsca”, la “Mattia” la “Nena Ciodra” e la “Rossa Dàmari” e visto l’approccio positivo avuto con l’idioma straniero appreso a scuola, volevo imparare anche il “CIMBRO”. Domandai quindi aiuto alle vecchie signore, ma soltanto con una ebbi un’ottima intesa, era:
MARGHERITA DAL POZZO
detta: la “ROSSA DAMARI”
Margherita, venne in sposa a Pedescala con Gio Maria Marangoni “Dàmari” (1883-1964) ed ebbe 4 figli maschi, Giovanni, Vittorio, Mario e Romano dei quali mantengo un limpido e piacevole ricordo.
Ella era, come le altre sue coetanee, sull’ottantina: vestita di scuro, forse anche perché rimasta vedova da qualche mese.
Un fazzoletto nero le copriva la canuta chioma che in gioventù era rosso rame, (per questo era chiamata la “ROSSA DAMARI”) chiuso sotto il mento e le cingeva il viso ed una parte della fronte; anch’essa portava l’immancabile lunga “traversa”, scure pure le calze di grossa lana ed ai piedi delle ciabatte chiamate “sopèi”. Sul volto lentigginoso le trasparivano due occhi vivaci ed allegri, aveva con me (forse visto il mio inconsueto interesse) sempre il sorriso stampato sul volto.
Gli incontri avvenivano nella sua cucina con una splendida veduta sui “prè de l’Astego” fino ai monti del Trentino; e così a domanda-risposta scrissi diverse pagine in una specie di scoordinato vocabolario “Cimbro” delle quali purtroppo allego ciò che mi rimane.
Margherita Dal Pozzo (1886-1978), era nata nell’altopiano dei 7 Comuni a Castelletto di Rotzo ed apparteneva alla famiglia dei Dal Pozzo detti “Tietto”, suo padre infatti era Pietro Dal Pozzo, per la gente del posto “Piro Tietto”. Oggi questo soprannome si è estinto in quanto la mia maestra di “Cìmbro” aveva altre 3 sorelle.
Una sorella sposò un altro Dal Pozzo “Ober” e non ebbe figli. Un'altra si chiamava Antonia e aveva sposato l'ultimo discendente della dinastia dei “Prùnner” vale a dire la famiglia dello storico abate Agostino Dal Pozzo e non avendo avuto eredi i “Prunner” come casato si sono estinti. L'ultima sorella era morta giovane, attorno ai 25 anni di età, per malattia. La madre di Margherita era della famiglia dei Dal Pozzo “Plòns”, che abitavano sempre a Castelletto, esiste ancora quel ramo, ma non risiede più in loco.
Ringrazio Sergio Marangoni per le notizie fornitomi.
Tutte le reazioni:
Adelfo Alessi, Oriana Giacon e altri 39

2 commenti:

  1. Bravo Delmo.Bella storia che porta la mente ad altri tempi carichi di emozioni nutrite dal ricordo degli avi.L'unica cosa certa in questa vita è ciò che è accaduto e la nostra aspirazione a non dimenticare mai i buoni esempi del passato come ponte ideale tra le generazioni.

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  2. Bellissimo racconto, grazie

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