Un programma di interventi vasto e vario quello di Montagne e Solidarietà, nello stile ruvido e sobrio di questi volontari: badili, picconi e roncole continueranno ad agire sul territorio per recuperarne storia e identità. Presto un muretto a secco di 200 metri, tra la Bassa e il Reitle di Roncalto devastato dagli schianti di Vaja, verrà risistemato più bello di prima, risale alle origini dell’Antica Strada e serviva a contenere le greggi, a lavori finiti servirà a far capire che gli antichi manufatti, strade e sentieri, sono già di per sé delle opere d’arte e non necessitano di orpelli e abbellimenti, o peggio di venir trasformati in dubbie gallerie per creazioni di dilettanti allo sbando.
Dopo il ripristino della pozza del Gianot presto inizieranno anche i lavori nella pozza della Costelaba, la pozza del Costo sul Joch a Cesuna, altra “opera d’arte” da consegnare a rospi, rane, salamandre…e ai posteri, come ha scritto in molti libri il naturalista Patrizio Rigoni, che mai si è occupato di arte. Più giù in Val Canaglia è stato riportato alla luce un lastricato secolare di bellezza impressionante, che ripaga Montagne e Solidarietà di cinque anni di lavoro sull’Antica Strada del Costo, un’attività instancabile, condotta in solitaria senza il contributo di enti e istituzioni, perché, come spiega Goethe, “ciò che avete ereditato dai vostri antenati, guadagnatevelo, in modo da poterlo possedere”.
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(segnalato da Pietro Pettinà)
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