sabato 22 ottobre 2022

Riflettiamo...

 


Caro Padro

Me disi che gli affari de la campagna i va mal e che gavemo sbaglià de fare il contadino. Tutti i sbaglia a cuesto mondo e la se la guerra che fa sbagliare.
Ma se nasco un’altra volta e che m’accorgo che ghe la guerra; torno indrio.
Vendi pure il vitello e magna, ostaria. Se ritorno rimedieremo tuto.
Ti bacio, tuo figlio"
"Caro cognatto
Vi scrivo per farti sapere che sto bene e sono in prima ligna, così spero di voi.
Domani al Paese ce la fiera degli asini, mi dispiace di non essere presente per bere un fiasco in vostra compagnia. Pazianza. Speriamo venga prasto la santa pace con la quale vi saluto".
"Cara Moglie
Goilo con piacere che il parto è andato bene e che m’hai accresciuto d’una bella bambina. Io non posso venire, pazienza. Fai pure battezxarla ma devi metterle il nome di Pace.
Io spero di poter venire per quanto la nostra figlia farà la Santa Comunnione. Fatti coraggio e spera sempre in Dio. Tanti baci a tutti e mi dico tua aff.mo marito".

Oggi abbiamo condiviso con voi i testi di queste cartoline scritte dalle Zone di Guerra 1915-18 pubblicate in un giornale d'epoca.
Possono anche magari far sorridere, subito.
Raccontano invece di quell’Italia semplice, di gente semplice che poco sapeva e poco voleva. Una cosa, quella sì la sapevano bene: "la guerra fa sbagliare. Viva la Santa Pace".
Museo delle forze armate 1915-1945

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