sabato 15 ottobre 2022

Chi prende il caffè con me?





In Giappone, durante la guerra, un ragazzino portava il fratello morto sulla schiena per seppellirlo. Un soldato lo notò e gli chiese di gettare il bambino morto perché si sarebbe stancato troppo e non avrebbe potuto procedere. Lui rispose: Non è pesante, è mio fratello!

Il soldato capì e scoppiò in lacrime. Da allora questo bambino è diventato un simbolo di unità in Giappone. Questo è il loro motto: «Non è pesante. Lui è mio fratello... Lei è mia sorella. Se cade, sollevalo. Anche se ti stanchi, aiutalo. E se il mondo lo abbandona, portalo sulle spalle, perché non è pesante. Lui è tuo fratello. 

Cosa significa? Aiutare un altro in difficoltà è il punto in cui la civiltà inizia. Tutti vi dicono: dovete vincere a ogni costo, siate furbi, pensate prima a voi stessi. Essere civili invece è questo: vivere con dignità, compassione, gentilezza. Essere gentili non vi renderà deboli! Non serve a niente fare le rivoluzioni se prima non rivoluzionate il vostro quotidiano. È inutile riempirci la bocca di belle parole, giustizia, equità, verità, e poi voltare la testa dall’altra parte. Fingere di non vedere. Ignorare chi soffre. Educare i ragazzi al rispetto dell’altro? Alla compassione, alla gentilezza? Non c’è rivoluzione più grande.

Abbiamo bisogno di umanità. Pensate che fu un poeta latino, Terenzio, più di duemila anni fa, a parlare in una società più violenta, oscura e pericolosa della nostra, di “humanitas”, il sentire cioè la pena degli altri come propria. Perché? Perché aveva capito che non è nel potere, nel prestigio, nella ricchezza, nell’onore la forza. 

Se siete capaci di sentire, di amare, lottare, avere compassione dell’altro, troverete in voi una ricchezza che nessun governo, nessuno stato potrà togliervi. 


G. Middei




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