domenica 2 ottobre 2022

Chi prende il caffè con me?




Platone sosteneva che la punizione per non aver partecipato alla politica è essere governati da esseri inferiori. E non aveva torto. 

«Gli esperti hanno creato la bomba atomica e la crisi economica, gli esperti, con le loro prestigiose lauree, hanno distrutto la natura, creato le fabbriche che avvelenano l’aria, il cibo, l’acqua. E non importa se il mondo va male, se ci sono le guerre, se la medicina è diventata un business, se la tecnologia ha inaridito i nostri cuori, se l’infelicità, la povertà e la solitudine dilagano.»

Abbiate fiducia, dicono loro. Avete bisogno di noi. Vero. Come potremmo altrimenti far fronte alle tante crisi in atto? Dal secondo dopo guerra viviamo in uno stato di crisi perenne. Dalla guerra fredda alla crisi dei missili cubani, alla crisi economica, al terrorismo… la nostra attenzione viene continuamente calamitata da questi problemi. Ma è un caso che il terrorismo sia nato in quelle terre dominate dall’occupazione americana? La grande crisi economica del 2008 come nacque? Qualcuno lo ricorda? 

Le banche spinsero i consumatori a indebitarsi e favorirono gli speculatori innescando un processo che distrusse l’economia reale. È questo l’inganno: le crisi sono sempre figlie delle scelte compiute dalle stesse élite. È come se giocassimo una complessa partita a scacchi, senza conoscere le regole del gioco. Certo, il potere non vuole l’emancipazione dell’individuo, al contrario lo vuole asservito, compiacente.

La scuola non insegna quali sono le tecniche delle persuasione, quali temi vengono utilizzati per fare leva sul grande pubblico, come è strutturato un partito, un giornale, come opera e da chi viene finanziato, quali sono insomma i meccanismi che fanno girare l’economia di un paese, che alimentano le ideologie. Il linguaggio del potere è il linguaggio della finanza, della geopolitica, della manipolazione, ed è questa lingua che bisogna imparare a parlare. Per essere innanzitutto un cittadino consapevole, in grado di operare delle scelte, di giudicare la qualità di un partito, di un giornale, di un intellettuale.

G. Middei












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