Mercoledì scorso presso l’Unione Montana dei Sette Comuni si è parlato di turismo sociale ed inclusivo ed è stato presentato il progetto che farà da guida su questi temi. Sintetizzando al massimo, l’obiettivo è quello di censire, valorizzare e aumentare il numero di strutture adatte ai disabili presenti in Altipiano, per un turismo e un’accoglienza senza esclusioni. In quanto a strutture, si intendono di ogni tipo: ricettive, di svago, ricreative, sportive. Accoglienza in senso ampio, non solo rivolta al turista che decide di trascorrere da noi un periodo di ferie, ma anche quella lavorativa, con assunzione di personale in condizioni di handicap o fragilità. Dobbiamo dire che da questo punto di vista l’Altipiano offre già tanto, molto più di quanto possa apparire a prima vista. Sono già molti gli alberghi che hanno investito da anni in questo settore, sono numerosi i percorsi adatti a varie forme di disabilità, come pure le dotazioni presenti e le possibilità di praticare lo sci, la bici o altre attività sportive in condizioni di disagio. Fra le strutture ricettive ne citiamo una, l’albergo Col del Sole di Treschè Conca, fra le prime a migliorare i propri servizi rendendoli adatti ad ogni tipo di accoglienza.
All’incontro era presente anche Federico Rossi, l’atleta di Schio reduce dalla recente scalata allo Stelvio, dove ha percorso i 48 tornanti, salendo fino alla mitica cima Coppi, sulle ruote della propria carrozzina. Durante il suo intervento Federico non ha voluto celebrare la propria impresa, ma piuttosto ha parlato delle difficoltà e dei problemi che lui, e tutti coloro che sono nella sua stessa situazione, devono affrontare quotidianamente per potersi spostare, prendere un treno, un autobus o trovare un lavoro. La visibilità che ha raggiunto scalando lo Stelvio – ne hanno parlato veramente in molti – la userà per fare sentire più chiara e più alta la voce di dissenso di tutti coloro che non vedono ancora compiutamente riconosciuti i propri diritti. E’ un percorso lungo, indubbiamente molto è già stato fatto ma tanto altro rimane da fare. Fra le tante e interessanti considerazioni di Federico ci ha stupito il fatto, che non avevamo colto assolutamente, di avere trovato un piccolo scalino privo di pedana all’ingresso della sala dove si svolgeva l’incontro. Certo per un atleta come lui ciò non ha costituito un problema, anche se il messaggio non è propriamente dei migliori: tenere un convegno dove si parla di turismo inclusivo in una sala con un gradino è come invitare a pranzo un vegano e proporgli salsicce e costine. Sia chiaro, nessuna polemica, l’incontro è stato ben organizzato, è un tema di civiltà e non può essere un particolare ad inficiare un lungo lavoro di organizzazione e preparazione. Personalmente, entrando nella sala non avevo notato alcun ostacolo, evidentemente quando si dispone di entrambe le gambe certe cose non le guardi nemmeno, ci passi semplicemente sopra. Solamente sentendo le parole di Federico, e riflettendo, ho capito quanto sia difficile ancora adesso la loro condizione e, nonostante le nostre migliori intenzioni, quanto sia un percorso lungo e complesso calarsi compiutamente nella carrozzina e nelle braghe di un disabile.
[Biblioteca civica di Rotzo]
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