giovedì 7 maggio 2020

Luci, ombre e nani giganti


Gianni Spagnolo © 200501
La luce ci accompagna lungo gran parte della nostra vita vigile e infatti quando manca in genere dormiamo. Non per niente essa apparve già fin dal primo giorno della Creazione. La sua intensità condiziona anche il nostro umore, così che maggiore è la luce, tanto meglio ci sentiamo. Anche il paesaggio ne è condizionato: posti insignificanti acquistano vigore con una insolazione intensa, mentre altri più suggestivi diventano scialbi se questa è soffusa. Basta far un giro alle basse latitudini e ai tropici per fare di questi impietosi confronti. Ma lo possiamo notare anche da noi, confrontando il cupo grigiore di novembre col vivace fulgore di maggio. Così è anche delle persone, che risaltano dalla luminosità da cui sono irraggiate, com’è evidente nelle riprese fotografiche. Poi subentra comunque l'aspetto soggettivo per cui si dice giustamente che la bellezza è negli occhi di chi guarda. Un aspetto importante della luce è l’inclinazione con cui s’irradia e che genera le ombre dei corpi solidi. Più la luce è perpendicolare, più l’ombra coincide con l’oggetto del quale si arrivano perciò a cogliere le giuste dimensioni. Tanto più essa è distante e inclinata, tanto più le ombre s’allungano dilatandone la percezione delle dimensioni. La satira tagliente di Karl Kraus osservava metaforicamente che: “Quando il sole della cultura è basso, i nani hanno l'aspetto di giganti”.
Fin dal principio la luce ha rappresentato infatti la metafora della sapienza e dell’intelletto, arrivando a lambire l’essenza stessa di Dio. Dove non c’è luce infatti, anche tutto il resto viene meno, essendo fondamentalmente la luce a dare valore alle cose. Non stupisce perciò che in tutte le epoche l’intelletto e la conoscenza, nelle loro più varie accezioni, siano state equiparate alla luce. Maggiore essa è, tanto più le cose si vedono e si apprezzano nella loro reale dimensione. E viceversa, ovviamente. Questo vale anche per le persone: più ci stiamo sopra, più le conosciamo, maggiore è il nostro spirito critico e i nostri strumenti conoscitivi, tanto più le percepiamo nella loro reale dimensione. Se siamo lontani o disponiamo di poca luce critica, allora anche i nani ci appariranno dei giganti perché riusciremo a giudicarli solo dalla proiezione delle loro ombre. La metafora è particolarmente efficace nell’ambito della politica, per sua natura sfuggente e manipolatrice. Perché i nani, si sa, diversamente dai giganti e come i politici, hanno una particolare attitudine a mettersi alla distanza e nella posizione giusta nei confronti della luce per proiettare l’ombra più lunga possibile. Poi non amano le luci troppo intense o vicine, perché sono nani, sì, ma non stupidi!




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